Trumping

14963257_1133993919969540_7804450171565867226_nOgni elezione non è solo pro qualcuno, ma anche (e spesso soprattutto) contro qualcun altro. Chi votava DC negli anni Cinquanta e Sessanta votava anzitutto contro il comunismo, e chi votava PCI contro il capitalismo. E il contro genera immaginario ben più di quanto riesca a fare il pro, come si sa. Dunque, uno scontro elettorale è sempre anche uno scontro di immaginari-contro. La Clinton, nonostante tutto l’appoggio dello Star-System, non è riuscita a generare un immaginario funzionale adeguato. Ce l’ha fatta invece Trump, anche perché è riuscito ad apparire, in un certo modo, come il solo-contro-tutti che piace alle masse.
E ora l’impero americano ha il suo capo. Vedremo come guiderà le sue legioni. Certamente, nelle province dell’impero molti reucci e ducetti locali penseranno di poterlo imitare, su scala ridotta.

Ma la cosa che più colpisce è l’assoluta incapacità che gli intellettuali progressivi, con rarissime eccezioni, hanno dimostrato nelle loro analisi. Secondo me la questione è esattamente questa: l’antropologia dei progressivi è astratta, è fasulla: hanno in testa un modello di essere umano che nella realtà non esiste, ed è questo modello astratto che alla fine produce disastri. E così abbiamo una situazione in cui i progressivi, che odiano Finanza e Multinazionali, appoggiano la Clinton che è sostenuta da Finanza e Multinazionali, perché essi vedono sempre la parte e mai l’intero. Ma poiché la loro mente è rigidamente strutturata, nessuna sconfitta aprirà mai i loro occhi.

Limitati dunque liberi

primitiv

Qualche anno fa ho partecipato assieme al prof. G. Pasqualotto ad un incontro sul tema “Limitati dunque liberi”. Qui è il link per ascoltare il mio intervento, in cui parlo di René Girard, Eric Gans e anche di autismo.

http://www.inferweb.net/…/03%20F.%20Brotto%20-%20Limitati%2…

E qui si può trovare l’intervento di Pasqualotto e la discussione. L’uditorio era composto prevalentemente da studenti dell’ultimo anno del liceo R. Franchetti di Mestre.
http://www.inferweb.net/Incontri%20vari.htm

Micronote 59

gufin

1. La ragione è ostracizzata, dall’Oriente al curvo Occidente.

2. There is a track beside
the roses that smell and lie,
a track that darkness hides,
you’ll see before you die.

3. 1099
Quando il crociato entrò in Gerusalemme
scorsero rossi i fiumi nelle strade.
Il Dio della storia del teologo
recita eterno il suo monologo.

4. Si dice che molti giovani musulmani radicalizzati siano totalmente ignoranti in materia di sacro Corano. Non stento a crederlo. Prendiamo dunque qualche giovane e meno giovane cattolico radicalizzato (ne conosco alcuni) e interroghiamolo sulla sacra Bibbia. Anzi, no, è troppo: facciamogli qualche domandina sul Nuovo Testamento. Temo che tra i due gruppi emergeranno singolari affinità in asineria.

5. Pretismo, categoria interessante.

6. CITAZIONE
Si chiudono le porte ad una ad una,
ogni spazio si stringe ed il respiro
diventa bruna attonita parola.
Passò la nave mia piena di vento,
passa la nave mia colma d’oblio.

7. ROMANZO IN DUE VERSI
Quello sognava il canto delle rose
ma un nero amore infine lo distrusse.

8. Noto che un tempo le autorità religiose cattoliche additavano una provenienza divina delle sventure, come della pioggia o dell’arsura, mentre ora dell’origine tacciono, attribuendo il male ai soli uomini, per la loro parte. La natura per loro anche è innocente, sono gli umani a costruire dove e come non dovrebbero. Continuando però la Chiesa a chiedere soccorso a Dio, anche durante lo svolgersi di calamità naturali, come se Dio comunque tenesse sempre in mano tutte le fila degli eventi (come rimanesse valido il detto per cui non si muove foglia che Dio non voglia).
Quando poi i disastri sono storici, come le guerre, allora il concetto di Dio della Storia apre un abisso insondabile. Solitamente ti rispondono con l’accoppiata fede-mistero: l’uomo di fede s’inchina di fronte al mistero divino, sacrificium intellectus. Ma a quel punto ogni fede per la ragione sta sullo stesso piano, perché l’elemento fideistico in ogni caso le sfugge, e delle varie fedi la ragione può solo vagliare gli effetti, non la verità in cui la fede è fede.

9. Per me l’esperienza della libertà è stata ed è anzitutto questa: non avere alcuno sopra di me a determinare l’agenda delle mie letture.

10. La cosa più ridicola che vedo in Italia è la convinzione di molti che vi sia una spaccatura, un abisso, tra cittadini e classe politica, idea bislacca da cui sgorga la comica espressione “mandiamoli tutti a casa!”. Quasi che l’italiano comune fosse un aggregato di comportamenti virtuosi. Io invece vedo intorno a me molta cialtroneria, furberie, meschinità, interessi particolarissimi, e soprattutto un sovrano disprezzo di ogni regola. Finitela dunque coi sogni di palingenesi giacobine, cretini!

11. La nottola di Minerva spicca il volo al crepuscolo. Va bene, Hegel, ma ancora più importante è il fatto che la dea di cui la nottola è la nottola sia sempre armata, non di penna e carta, ma di lancia ed elmo. La sapienza ha bisogno delle armi.

12. Con gli slogan, soprattutto con quelli che individuano capri espiatori e colpevoli di ogni nefandezza, si muovono le masse e si prendono voti. Ma qui si dovrebbe pensare a come costruire uno sviluppo nuovo per l’Italia in un mondo di iperpotenze mondiali: con un sistema dell’istruzione che produce un numero crescente di semi-analfabeti sarà dura. Soprattutto se il semi-analfabetismo è già radicato nella classe politica e produce sempre più slogan e meno pensiero, in un circolo nefando.

13. Ogni concezione del rapporto tra i generi che consideri ciascuno dei due come dotato a priori di caratteristiche comportamentali determinate nei confronti dell’altro genere, o di una visione a priori dell’altro, è una concezione fallace, perché il maschile e il femminile possono essere pensati sempre solo nella loro relazione reciproca: questo femminile produce questo maschile e insieme ne è prodotto. Pensate forse che l’innegabile culto maschile della forza si sarebbe potuto dare se per milioni di anni le femmine degli ominidi non avessero mostrato una maggior disponibilità verso i maschi più potenti e aggressivi del gruppo? Lo stesso discorso deve essere fatto sul tema del corpo delle donne: pensare che esso sia una pura gestione maschile in termini di dominio, con la donna in posizione meramente passiva e oggettificata, è una vera insensatezza. 
14. 1. Risentimento piccolo-borghese + 2. bisogno di capri espiatori + 3. cultura massificata e venerazione della tecnologia + 4. aspirazione alla catarsi globale + 5. bisogno di figure mistico-autoritarie = Movimento 5 Stelle.
15.  Casomai, Zenone, farò parlare te al posto mio. Sai che io sono amico di Epicuro, e antepongo il caso al destino.
16. Nell’homo sapiens tecnosocialis, la nuova sottospecie nata in seguito al diffondersi della Rete, si assiste a importanti mutazioni psichiche. Una delle tante riguarda il concetto di bello, che il tecno-sentimentalismo – altro elemento fondamentale – sta gradualmente identificando col simpatico, come dimostrano i dilaganti commenti del tipo “bellissima”, “come siete belli”, ecc., indirizzati ad immagini di persone anziane, decrepite, obese, ecc.
17.  Editor: – Questa scena col Grande Inquisitore appesantisce inutilmente la narrazione.
Dostoevskij: – Ma, io, veramente…
Editor: – Tagliare, tagliare assolutamente!
18. Omnia immunda immundis.
19. I miei anni li conto da sempre in autunni.

20. La vita di un’onda è breve, ma non più lunga è quella degli umani. L’unica esperienza del nulla che ci è concessa è quella della sparizione di ciò che abbiamo amato, persone, animali, cose, della loro resistenza totale a qualsiasi invocazione, a qualsiasi richiamo che non sia quello illusorio della memoria puntellata da vecchie foto. Possiamo evocare solo pallidi fantasmi, che ci ricordano che presto anche noi non saremo.

Paganus sum

epicuroἨκούσατε ὅτι ἐρρέθη· Ὀφθαλμὸν ἀντὶ ὀφθαλμοῦ καὶ ὀδόντα ἀντὶ ὀδόντος. ἐγὼ δὲ λέγω ὑμῖν μὴ ἀντιστῆναι τῷ πονηρῷ· ἀλλ’ ὅστις σε ῥαπίζει εἰς τὴν δεξιὰν σιαγόνα, στρέψον αὐτῷ καὶ τὴν ἄλλην· καὶ τῷ θέλοντί σοι κριθῆναι καὶ τὸν χιτῶνά σου λαβεῖν, ἄφες αὐτῷ καὶ τὸ ἱμάτιον·
Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. (Matteo 5, 38-40)

Chissà se i moderni cristiani pensano anche loro, come molti contemporanei di Gesù, che il Maestro fosse un pazzo. Per quel che mi riguarda, fin da quando, diciannovenne, lessi la ponderosa Dogmatica Cattolica di Michael Schmaus, mi sono chiesto se la differenza sostanziale tra un buon pagano e un buon cristiano che va a messa la domenica, e per il resto fa tutto quello che fanno gli altri, stia o non stia in una sfuggente e inafferrabile fede. Ora penso che non stia da nessuna parte, o meglio che l’essere cristiani secondo le richieste dell’evangelo sia impossibile. Riconoscere il proprio paganesimo è la cosa più onesta. Paganus sum.

Micronote 58

gufin

  1. La ragione ha le sue illusioni, e l’illusione le sue ragioni.
  2. E così dopo decenni di letture
    le stesse verità restano, dure,
    e da quella selva di vicende
    una risposta belva su noi scende
    con un indecifrabile ruggito
    che scioglie ogni fede e ogni mito.
    E io che non conosco rito
    contemplo la mia luna e il mio dito
  3. Il progressivo che invocava l’educazione sessuale nelle scuole ora invoca l’educazione sentimentale. Si scivola nello sdolcinato, ma l’idea è sempre quella: che esista un codice salvifico da inculcare, un codice progressivo oggettivamente vero, e il cui rifiuto è indice di disinformazione, ignoranza, malvagità e bassezza morale.
  4. Poiché gli islamisti jihadisti ripetono in continuazione che la loro guerra totale è contro gli infedeli (noi) e gli apostati (i musulmani non jihadisti), gli infedeli e gli apostati devono allearsi e resistere insieme. Non esiste un’alternativa che non sia folle e perdente.
  5. A ogni strage islamista i giornalisti televisivi italiani nei loro servizi applicano la seguente formula ” ……. (nome del Paese) desidera soltanto (vuole solamente, ecc.) tornare alla normalità”. Qui c’è tutto. Guardatevi la partita di calcio, e dimenticate i morti, gente!
  6. Il lor grande saper spargono al vento,
    Certo Atena con loro non fu avara:
    La ragion di ogni fatto vedon chiara,
    Essi sanno la causa d’ogni evento.
  7. Parole-pietre, parole-merda, parole-fumo, parole-veleno, parole-piombo. Le parole che girano oggi sono queste.
  8. FIDES
    Ho fede nel disordine del mondo,
    nel caso necessario, nelle menti
    svagate negli eccessi, nei tormenti
    dell’algido declino della vita,
    nell’anima che vuol restare unita.
    Debole spettro su saturnio sfondo
    ho fede in me signore di elementi
    dispersi dentro il fuoco che alimenti,
    con questa legna fra poco finita.
  9. Non sono un frequentatore di Gay Pride, ma sostengo il diritto degli omosessuali a manifestare liberamente, esprimersi liberamente, scrivere libri, produrre riviste, dibattere pubblicamente dei loro problemi. In quale stato a maggioranza islamica questo può avvenire?
  10. Questa è la dialettica democratica di oggi, che potremmo definire “delle tre L”: Lamentazione, Latrato, Linciaggio.
  11. Che ne sarebbe del nostro mondo senza le legioni di stupidi e di paranoici che lo sostengono?
  12. Ricordo che quando ero bambino sentivo spesso dire “Hitler era pazzo”. Come se fosse una spiegazione del nazismo. È molto diverso l’atteggiamento, e minore la forza ermeneutica, di chi dice oggi “i terroristi suicidi sono pazzi”?
  13. Mi piace il concetto di squilibrato, mi piace assai: poiché esso è legato all’idea che la stragrande maggioranza delle persone sia equilibrata, e che la normalità sia un equilibrio. Così, ad esempio, tutti i militanti dell’ISIS e i tagliagole di varia militanza sono squilibrati, mentre il professionista che assume cocaina a gogò è persona equilibrata. L’attribuzione dello squilibrio non sembra equilibrata. Nessuno definisce squilibrato il prete pedofilo, ad esempio, ma solo chi compie un gesto di violenza estrema, pare. Gesto che deve apparire anche privo di rapporti con l’utilità per chi lo compie. Il killer della mafia è spietato, ma mai squilibrato. L’utilità a sua volta è definita di solito in termini materialistici, che escludono l’esistenza di un Altro Mondo. E se un gesto mi fosse utile per andare in Paradiso: partecipare ad una crociata, pagare preti per dire messe a raffica, uccidere infedeli?
  14. A: Mettiamoci infine d’accordo su cosa debba intendersi per guerra di religione, perché se sia giusto o meno denominare così un conflitto presuppone concetti comuni di guerra, di religione, e di guerra di religione.
    B: Mio caro, tu sogni l’impossibile. Non vedi che qui da noi non esiste un’idea condivisa di guerra, né di religione? E come potremmo mai giungere definire chiaramente se gli eventi di terrore che si succedono siano o non siano guerra di religione?
  15. Il rinvio e la prescrizione sono i due pilastri del sistema giudiziario italiano.
  16. Dove nell’anima c’è rabbia e ferocia e brama di capri espiatori e di linciaggi, dove si gusta voluttuosamente l’amaro piacere della propria ira, là non c’è Cristo, ragazzi.
  17. E così gli Italiani si divideranno tra Italiani del Sì e Italiani del No: e si accuseranno a vicenda di essere cretini o venduti, seguendo ancora una volta la loro vocazione fatale.
  18. – Sei religioso?
    – No.
    – Sei ateo?
    – No.
    -Sei agnostico?
    – No.
    – Ma allora cosa cosa sei?
    – Non sono.
  19. Ci sono disordini fecondi, come avviene in passaggi storici rivoluzionari: ma in quei casi il disordine è il portato di conflitti tra gruppi sociali che al loro interno presentano forme di ordine, molecole saldamente unite in catene. Oggi in Italia osserviamo invece un disordine sociale molecolare, prodotto da singole molecole-individuo isolate, impazzite, istericamente proiettate nella difesa del proprio spazio vitale, prive di alcun senso dell’obbligo e del dovere verso le altre molecole, cioè verso la collettività, che viene percepita irrazionalmente solo come ostacolo alla propria illusoria felicità molecolare. Questa nuova forma di disordine molecolare è l’aspetto più inquietante dell’Italia di oggi.
  20. Infine nessuno sulla Terra seppe più tenere una penna in mano, ogni manualità sottile fu perduta, in Occidente gli umani si misero tutti a cacciare mostriciattoli invisibili, e in Oriente tutti i maschi si fecero saltare in aria per diventare martiri, e infine le macchine lanciarono il loro Jihad e dominarono il pianeta.

Micronote 57

  1. gufinIl piccolo-borghese dell’era tecnotronica, versione riverniciata di quello novecentesco e oggi nuovamente dilagante in Europa, come il suo predecessore tende all’idea categorica. È convinto che (per misteriose ragioni) la verità delle cose si sia rivelata a lui e a quelli come lui, e che di conseguenza tutti coloro che non la riconoscono o la mettono in dubbio siano malvagi, nemici e traditori.
  2. Mi par di capire che il sogno dell’italiano medio sia quello di mandare a casa qualcuno, almeno una volta nella propria vita. Io manderei a casa quello, lui quell’altro: dev’essere una pseudo-medicina per identità fragili.
  3. Il vivente si adagia, si adagia
    sotto il sole si adagia, si adagia,
    il morente si adagia, si adagia,
    sotto il baobab si adagia si adagia,
    il leone si adagia si adagia,
    ha mangiato, e si adagia, si adagia,
    la mia capra nell’ombra si adagia,
    lei nell’ombra si adagia, si adagia,
    Ma il mio cuore, lui no, non si adagia,
    Il mio cuore è un grillo, non si adagia.
    (canzone Hadza)
  4. Passiamo col tempo, non ci fermiamo. Qualcuno di noi ragiona, la maggior parte si attacca alle ragioni collettive, pensa di pensare e non sa nulla.
  5. Due cose alla maggior parte degli Italiani non dicono nulla: gli alberi e i libri.
  6. Cerco la disarmonia con me stesso, con gli altri, col mondo.
  7. Vaghe promesse, immagini mortali,
    e ogni penna caduta dalle ali.
  8. Gli disse un discepolo: “Parlaci del fuoco!”
    Rispose: “Se tu ami il fuoco devi prepararti ad amare anche la cenere”.
  9. Né leggono, né pensano, né sanno, ma parlano.
  10. Mentre gli appetiti appartengono alla sfera naturale, e la società può regolarli solo parzialmente, strutturandoli in modo da renderli inoffensivi per la collettività, i desideri sono esattamente ciò che tiene insieme la società stessa. Ed ognuna alimenta i suoi, secondo modalità ideologiche. Deve alimentarli da un lato, ma dall’altro deve moderarli, contenerli affinché non diventino esplosivi. Così i desideri di un giovane spartano erano differenti da quelli di un giovane italiano di oggi, mentre i loro appetiti sono, nella sostanza, più o meno gli stessi. Il motivo per farci moderare i desideri può essere il bene della famiglia (e fin qui un italiano ci arriva), o più in generale il bene della collettività e della nazione (e qui un italiano fatica enormemente ad arrivare).
  11. Ricordo la mia catechista nell’anno 1962, parrocchia dei Gesuati a Venezia, una signora di mezza età, insignificante . Ci permetteva di farle delle domande. Ne ricordo alcune che le feci. Ad esempio questa: “Gesù era un uomo giovane, e anche gli apostoli. Perché i papi sono sempre vecchi?”. E quest’altra, molto più interessante e metafisica: “In paradiso non si va col corpo, solo con l’anima. Allora i beati come fanno a vedersi tra di loro se non hanno gli occhi?”. Devo dire che la risposta alle mie domande (gli altri ragazzini dimostravano meno ardor di conoscenza delle realtà supreme) era quasi sempre “è un mistero”. Ovviamente, il filosofo in erba era del tutto insoddisfatto.
  12. Qual è il livello di rischio per la mia incolumità personale che si deve manifestare perché il mio non-intervento in una situazione di altrui pericolo spossa sfuggire alle invettive mediatiche da parte dei sempre numerosi deprecatori dell’indifferenza dilagante? Esiste un tale livello di rischio? Se, ad esempio, vedessi un delinquente con un coltello in mano che sta incitando il suo dogo argentino a sbranare un bambino, e non mi lanciassi in soccorso del piccolo, sarei un indifferente o un pauroso? Perché paura e indifferenza non sono affatto la stessa cosa, diciamo. E i deprecatori di indifferenza/paura possono tutti evocare gloriosi esempi di sprezzo del pericolo da parte loro?
  13. Da almeno 30 anni gli indirizzi generali della scuola italiana sono stati affidati ai pedagogisti (di regime). Il risultato è sotto gli occhi di tutti, del tutto evidente. È stata condotta una guerra totale, una vera Kulturkampf, contro due Nemici: cultura critica e studio. Che infatti nei programmi ministeriali e nelle Buone Scuole non compaiono mai. Per questo, anche, il destino dell’Italia è segnato.
  14. La nostra Repubblica, essendo nata dalla Resistenza (e da un referendum un po’ torbido), e la resistenza partigiana essendo, come tutti sanno, una forma specifica di guerra, non poteva RIPUDIARE LA GUERRA. E dunque non la ripudia affatto. Ripudia solo la guerra di aggressione, la guerra fascista: non quelle di liberazione, perché si contraddirebbe, e nemmeno quelle difensive. Non poteva essere la nostra, e non è, una costituzione nonviolenta e pacifista.
  15. Quando ero ragazzo, non sopportavo Cassius Clay, e a ogni suo incontro mi auguravo che fosse sconfitto. Ora lo vedo come uno dei massimi esempi della operazione tipica della religione mediatica mondiale vigente, che consiste nella unificare in un unico soggetto le due figure del santo e del circense.
  16. ESPATIA
    Anche i secondi sogni hanno una fine.
    L’erba s’ingrigia, la corrente è gonfia
    e tu ritrovi il cane antico che trascina
    la sua memoria a riva, e ha la forza
    di muovere la coda e di morire.
  17. Sono al supermercato, è venerdì e compro pesce. Tre branzini, 25 euro. Compro anche vari altri prodotti. Alla cassa l’addetto, dopo che io ho riempito i miei due sacchetti, mi dice: “sono 23 euro e 50 centesimi”. “Ma,” gli dico, “guardi che il conto è sbagliato, solo il pesce costa 25 euro”. Lui mi guarda con occhi bovini, e prima ancora di controllare esclama: “Onesto!”. Lo stupore del cassiere segnala una condizione generale preoccupante. Qui tutti pensano che la correttezza minimale sia rara, rarissima, una cosa da eroi, da deficienti, o da persone bislacche. Questo significa che non solo nei rapporti tra il cittadino e le istituzioni, ma anche nei rapporti quotidiani ed elementari tra le persone, sta svanendo quella fiducia di base senza la quale l’intero sistema si sbriciola e sprofonda nel caos.
  18. Quando parli degli esseri umani, ricorda sempre che l’unico di loro che tu conosci dall’interno sei tu.
  19. Uno dei detti più menzogneri che siano mai stati coniati da mente umana è “chi cerca trova”.
  20. Cosa mi avranno inoculato da bambino per rendermi immune dal tifo calcistico e dall’interesse per gli sport in genere? Non lo so, ma mai di una vaccinazione un umano fu più riconoscente.
  21. Scrive Edoardo Albinati a p. 976 del suo farraginoso “romanzo” La scuola cattolica: “Il coito lascia un uomo identico a se stesso. Il che lo rende invidioso o preoccupato dei clamorosi cambiamenti che il medesimo atto può invece produrre in una donna”. Come dire: guarda come un po’ di frequentazione della cultura psicoanaliticheggiante può ridurre il cervello di uno scrittore.
  22. Se si cancella la differenza essenziale tra l’umano e l’animale, cadrà inevitabilmente anche quella tra l’animale e il vegetale. Se ogni animale viene pensato come dotato di soggettività, e lo stesso concetto di animale superiore è abbandonato, allora anche il protozoo sarà pensato come un soggetto. E se il protozoo sarà pensato come soggetto, perché non la diatomea, il cardo, la margherita, e l’insalata che ora sto per mangiare, e la cui vita ho violentemente interrotto?
  23. Se i Cinque stelle festeggiano e tripudiano
    chiedetene ragione ai governanti
    ciechi, furbastri, ottusi e tracotanti,
    che allevarono masse di ignoranti.
  24. C’è chi ama l’invettiva e chi intona Casta Diva.
  25. Penso che il mondo sia pieno di gente che sotto sotto pensa ancora di comprenderlo, e di avere ancora in mano il Senso della Storia. E spesso sono persone che criticano selvaggiamente le altrui costruzioni del mondo, senza rendersi conto che anche loro ne sostengono una. Anche non volendolo.gufin

Micronote 56

gufin

  1. Tra il piano della vita quotidiana e dei suoi problemi da un lato e quello della politica generale di uno Stato e delle questioni internazionali politiche ed economiche dall’altro, vi è un vero salto quantico, per cui non è ragionevole pensare che tutti i cittadini in libere elezioni votino nello stesso modo e non si dividano fra loro, anche quando sembrerebbe sussistere un interesse comune. E questo si evidenzia in ogni occasione.
  2. Finché la gente continuerà ad avere l’impulso ad insultare altra gente, necessariamente parole che designano una menomazione, un difetto, una distorsione, una difficoltà di ordine fisico o psichico, verranno utilizzate per colpire. Questo è del tutto inevitabile finché le parole saranno armi. Di conseguenza, è patetico l’atteggiamento di coloro che inseguono l’uso scorretto di questa o quella parola, si indignano perché viene usata, ecc. Lo dico da padre di un disabile, che ha già sentito più volte la parola disabile usata come insulto.
    Dunque, se io ordino al mio sicario “uccidi quel figlio di puttana” sono da condannare, se gli ordino “per favore, termina quel soggetto” sono OK?
  3. Esiste una piena maturità dell’essere umano? Una volta lo si credeva anche tra gli abitatori del curvo Occidente.
  4. “Tu pensare che psicoanalisi avere sbagliato tutto solo su autismo, no avere capito cazzo di autismo, curare mamme invece che bambini, e tu pensare che in tutto resto psicoanalisi indovinare i mali di gente e curare bene davvero? Allora tu essere scemo” ha detto a un tale il mio amico sciamano.
  5. Il sacrificante si compie nel rito felicemente, il sacrificato è il felicemente compiuto secondo il sacrificante, il gemito-parola del sacrificato dice l’incompiutezza essenziale dell’operatum.  Adesso assistimi, spirito di Lacan, signore dei demoni!
  6. Libertà e dolore sono originariamente connessi.
  7. L’arte del crollare le spalle, prezioso trattatello anonimo rinascimentale.
  8. Il concetto di emergenza umanitaria è oscuro. Per il fatto che il concetto di umanitario è vago, e rimanda alla sua fondazione in un umano che oggi risulta esso stesso sfuggente e indefinito. Per questo, dire che quella attuale dei migranti sia la più grande emergenza umanitaria dal 1945 suona come uno slogan destinato a breve vita, e aperto alle dure repliche della storia.
  9. Cantore del grigio, te guarda dal sole.
    C’è vita nell’ombra, che luce dissecca.
  10. Da membro della tribù dei sogni a suddito del regno dei fini, a cittadino della repubblica degli strumenti, a lapide nella città dei morti.
  11. Il re e gli autistici. Una favoletta. C’era una volta un regno le cui finanze andavano malissimo. Da anni il debito cresceva, e tutti i rimedi che venivano tentati fallivano, anzi peggioravano la situazione. Il re era disperato e ormai pensava di abdicare, e di andarsene in esilio. Convocò dunque un ultimo gran consiglio della corona. Di fronte al disastro, tutti i ministri non sapevano proporre nulla, e tacevano. Allora il primo ministro, che era stato nominato da poco, disse queste parole: “Maestà, il regno è pieno di manicomi, in cui sono rinchiusi i folli, e anche moltissimi individui di ogni età, strani e intrattabili, che vengono chiamati autistici. Mantenerli è costosissimo: mangiano un sacco, richiedono molte cure e attenzione e molto personale, spesso si fanno male, e anche curarli è difficile e costoso”.
    “Dimezziamo il personale dei manicomi, usiamo sui reclusi farmaci che li rendano inerti, così un solo infermiere potrà occuparsi di venti o trenta di loro,” propose un ministro.
    “È stato già fatto, ma le famiglie protestano violentemente,” disse un il ministro del tesoro reale.
    “La mia proposta,” riprese il primo ministro, “è di svuotare del tutto i manicomi. Li chiuderemo tutti!”.
    Un mormorio percorse la sala.
    “Sì,” disse il primo ministro, “inizieremo una grande campagna di persuasione, con tutti i mezzi disponibili. I sudditi devono convincersi che rinchiudere disabili e matti negli istituti sia una grave violazione dei diritti umani, una pratica barbara e inumana”.
    “E dove li metteremo? Dove andranno?” chiese la ministra dell’istruzione.
    “Ritorneranno nelle loro famiglie, che noi assisteremo in ogni modo, cui noi forniremo supporti di ogni genere, in modo che disabili e alienati ritrovino la loro dimensione pienamente umana. Diremo questo”.
    “Ma tu ci credi davvero a quello che dici?” gli chiese il re.
    “No, non ci credo,” rispose il primo ministro. “Ma non ha importanza. Importante è che lo credano i sudditi del regno. Noi all’inizio, per persuaderli della bontà delle nostre intenzioni, apriremo qua e là qualche centro per l’autismo, qualche casa-famiglia per disabili, schizofrenici, ecc. Poi, tra un anno o due, inizieremo a chiudere tutto, un po’ alla volta. Alla fine le famiglie si dovranno arrangiare. Il problema se lo gestiranno loro, e le finanze pubbliche respireranno.”
    Il re fu molto soddisfatto del piano, i ministri lo approvarono all’unanimità, e l’abdicazione fu rimandata a tempo indeterminato.

  12. In molti discorsi oggi appare come scontata la strana coincidenza, illogica ma ideologica, di ineluttabile e buono.
  13. Per accusare gli Ebrei di vittimismo oggi non occorre coraggio. Oggi il coraggio occorre a chi voglia fare la satira dell’Islam. Per accusare gli Ebrei di vittimismo occorre avere una intelligenza pervertita.
  14. Ogni potere, che sia religioso o laico, ha bisogno di omologazione. La semplicità è ben vista dal potere. Quanto più semplici gli individui, tanto più simili tra loro, tanto meno individui. O meglio, tanto meno singoli, tanto più falsi individui, veri iper-dividui, cioè massa. La società di oggi non è liquida, come pensano Bauman e i suoi discepoli, ma gassosa. Si tratta di un gas esplosivo.
  15. Ho l’impressione che i critici degli stereotipi sociali e culturali siano agiti da un concetto stereotipato dello stereotipo.
  16. Nei circoli intellettuali la norma è presentare come pensiero le proprie variazioni personali sull’ideologia corrente. Anche su questo terreno vige la logica dell’inclusione-espulsione.
  17. Aristocrazia, oligarchia, democrazia, idiocrazia.
  18. Dire il massimo col minimo di parole, questa è una bella impresa.
  19. L’espressione “siamo tutti nella stessa barca” va sempre presa con le pinze. Spesso quelli che dicono così non sono nella barca, e spesso le barche piene di gente affondano.
  20. Se mi chiedi quale sia la religione più praticata in Occidente, rispondo: il culto dell’emozione.
  21. Sembra che l’asservimento della ragione agli interessi particolari abbia come unica alternativa praticabile il suo asservimento alla passione politica e all’ideologia religiosa.
  22. Perché la polvere non sa di chi è la polvere, disse il Maestro.
  23. A molti servirebbe un intervento urgente di chirurgia oculistica spirituale, che li metta in grado di distinguere le pagliuzze dalle travi.
  24. Nella Chiesa italiana non si discute mai apertamente di questioni essenziali, e si sa che in essa il laicato è in posizione di cronica debolezza, e ritenuto immaturo, gregge da pascere. Solo i preti, anche sui media, sembrano avere il diritto di esprimere la visione dei cristiani.
  25. Alle radici ho sempre
    preferito i rami.
    Per questo mai amai
    i radicali italiani.
    Violenti nonviolenti
    narcisi digiunatori
    che si giudicano giusti
    in lamenti e furori.

Micronote 55

  1. gufinSembra che nella religione del nostro tempo esista questo comandamento: «Non violare la privacy, a meno che non sia quella di un tuo avversario politico o culturale.»
  2. Un partito che non riesce a garantire alcuna vera legalità al suo interno a maggior ragione non potrà garantirla nelle istituzioni e nella società.
  3. Dall’infanzia mi giunge una voce:
    «Ogni cosa più bella finisce».
    Al filosofo parla anche il mare:
    «Tutto quello che inizia finisce».
    Sta nel cuor della gioia una voce:
    «Ogni cosa, ogni amore finisce».
  4. Il senso del tempo era diverso prima della irruzione della fotografia nella vita degli umani. E tuttavia un nuovo senso della labilità, dell’impermanenza, è legato al continuo emergere di tecnologie del visivo, che hanno assunto un ritmo sempre più travolgente. Il digitale non è eterno, non ha durata, si autodivora, è nulla.
  5. Presso il santuario di Lügenheim, in Svevia, si venerano le reliquie di Santa Infingarda, che fece molti miracoli con le sue bugie, e che per questo fu proclamata patrona dei bugiardi.
  6. Qualsiasi vittimologia quando si trasforma in culto rischia di generare persecuzione. Perché tale generazione non avvenga sono necessari anticorpi culturali robustissimi, che oggi in Occidente stanno crollando. Tutto ciò che denuncia la persecuzione si volge in persecuzione. Tutto ciò che denuncia la discriminazione si volge in discriminazione.
  7. Nemo trivella in patria.
  8. Il romanzo è un farmaco. Preso nella dose giusta, che varia da un individuo all’altro, è salvifico. Assunto con un dosaggio eccessivo, diviene un veleno letale. E questo è interessante: il capostipite della letteratura moderna, il Don Chisciotte di Cervantes, contiene già l’idea che un eccesso di letture romanzesche porti alla follia.
  9. La mia mente è ancorata al principio di non-contraddizione. Dunque non può accettare l’idea progressiva che i migranti (ma quando si fermano diventando immigrati?) siano contemporaneamente quelli che salveranno economicamente l’Europa decadente (ci pagheranno le pensioni, ecc.) e quelli le cui condizioni di non-integrazione, ghettizzazione, povertà e irrilevanza già ora generano la violenza terroristica islamista. Perché, tra l’altro, un conto è lo spirito umanitario, che non tollera, giustamente, le innumerevoli morti di migranti, un altro conto è la pretesa di conoscere il Senso della Storia. Una pretesa che abitava, lo ricordo benissimo, nelle menti dei militanti del PCI negli anni Sessanta e Settanta, e che ora, in quelle dei loro annacquati eredi progressisti alla Boldrini, si manifesta ancora. Ridicolmente.
  10. Mi piacerebbe entrare nella Massoneria. Purtroppo non amo alcuna forma di rituale.
  11. Odi veganum vulgus et arceo.
  12. Per molto tempo la cultura progressiva dominante in Occidente ha esaltato in tutte le forme la trasgressione. Il successo mediatico e politico è stato legato all’apparire trasgressivi. Per questo oggi quella cultura appare inerme davanti ai Trump.
  13. Nulla è più ridicolo della pecora convinta di essere un’aquila o un lupo solitario.
  14. Vorrei sapere dalla Mogherini se un salafita che risiede in Europa e cerca di far vivere il suo quartiere a maggioranza musulmana secondo le norme della Sharia debba essere considerato come uno di noi o come uno di loro, come un uguale o come un diverso.
  15. Un mondo di eterna adolescenza può generare solo pupazzi o mostri.
  16. Se tu pensi che la tua morte violenta e sterminatrice sia la porta per il paradiso e l’eterna vita nella gioia divina, allora tu non sei un nichilista. Sei qualcosa di tremendo, ma non un nichilista. Chiamarti nichilista è l’ennesimo imperdonabile errore del pensiero occidentale.
  17. Strage segue a strage, massacro a massacro. Ogni settimana, ogni giorno, in questo o quel punto del pianeta. Gli autori sono quasi sempre islamisti sunniti, di qualche gruppo, frangia o milizia. Questo è un dato solido e definito. Sono estremisti sunniti. E come stupirsi della nostra indifferenza occidentale? Nessun essere umano può reggere nella commozione, nel pianto permanente, dall’Oriente al curvo Occidente. Il cuore umano si ispessisce, fa una corazza, secerne indifferenza, non vuole morire.
  18. Disse il Maestro: «Gli umani sono gli unici animali che non sanno che cosa essi stessi siano, mentre una parte di loro, pensando erroneamente di saperlo, vorrebbe essere altro da sé».
    «Dunque», gli chiese un discepolo, «la differenza con gli altri animali sta in questo: loro sanno che cosa sono, e l’umano non lo sa?»
    «No», rispose, «gli altri animali semplicemente non sanno, e, non desiderando essere altro da quello che sono, nemmeno mai desiderano».
  19. Se la natura in sé fosse un equilibrio perfetto, che solo gli umani hanno alterato, ci sarebbero ancora i dinosauri.
  20. Il diabolus sub specie angeli è molto più frequente dell’angelus sub specie diaboli.
  21. Disse: «Un tempo il mondo era diviso in due: da una parte oro, dall’altra sangue. Ora il mondo è diviso in tre: sangue, oro, e zucchero».
  22. La foglia vibra e cade, e tu l’insetto
    hai ali pronte, o cadi nella terra.
  23. L’autismo non va in vacanza. Se è grave non celebra feste. Se è molto grave non possiede neppure il minimo concetto di festa o vacanza.
  24. Se tu sei una persona che accetta il diverso, il vero diverso da te non è colui che accetta a sua volta il diverso da sé: il vero diverso da te è colui che non vuol saperne di accettare il diverso da sé. Ciò significa che il vero diverso da te è il musulmano islamista.
  25. Sovente i membri di grandi istituzioni ostentano l’umiltà del mattone. «Io personalmente non sono nulla, sono solo il servo di una grande causa». Come il mattone che dicesse «sono soltanto un pezzo d’argilla cotta», e intanto si insuperbisse in cuor suo di essere stato prescelto per essere la milionesima parte di un grande edificio.

Volpi e galline

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Dal punto di vista antropologico, lo studio del sentimento animalista dilagante nelle società occidentali è del più grande interesse. E vi sono episodi che, inseriti nel contesto generale della percezione animalista della realtà, sono particolarmente significativi e rivelatori. Qualche giorno fa, in provincia di Venezia, i piccoli animali di una cosiddetta “oasi” sono stati massacrati nel corso di due successive notti. Già dopo il primo evento si è scatenata la caccia al responsabile umano (non poteva che essere un umano, ovviamente), dipinto come una sorta di abominevole mostro assetato del sangue di creature innocenti. Dopo il secondo evento si è raggiunto il climax, con persone che sui social media esprimevano una brama di sangue, invocavano un occhio per occhio animale-umano. Il delirio animalista ha subito una doccia fredda quando un’accurata analisi dei cadaveri ha portato all’inoppugnabile conclusione che le morti sono state causate da canini aguzzi, non da improbabili uncini. Il colpevole è un canide di piccole dimensioni, quasi sicuramente una volpe. Ora, qualsiasi allevatore di polli, anche dilettante, sa benissimo cosa può fare una volpe in un pollaio o in un recinto quando riesca a penetrarvi. Non si accontenta affatto di prendere un pollo e via, se non avverte pericolo imminente può accadere che si lasci andare al piacere di uccidere. Perché non è mica vero quello che afferma la dottrina che viene inculcata ai bambini occidentali fin dalla più tenera età, e cioè che i predatori “uccidono sempre e solo quando hanno fame”, “uccidono solo le prede che possono mangiare”, perché “in natura non esiste spreco”, perché “la natura è un equilibrio perfetto”. A parte che se la natura fosse di per sé un equilibrio perfetto non vi sarebbe stata alcuna evoluzione, né alcuna estinzione di massa, compresa quella dei dinosauri, che certo non furono eliminati dagli umani, è evidente che i predatori cacciano e uccidono spinti dalla fame, ma è vero anche che nell’uccidere una preda provano piacere. E questo spiega come una volpe in un pollaio, o un lupo in mezzo ad un gregge di pecore, trovandosi a contatto con prede incapaci di difendersi e di fuggire, si lascino andare al piacere di uccidere, in una sorta di orgasmo, di estasi del sangue, al di là della stretta necessità alimentare. Del resto, applicare concetti umani come risparmio e necessità al comportamento animale è comunque una forzatura. Noi nel cervello di una volpe non potremo mai entrare: sappiamo però che se entra in un pollaio fa esattamente quello che si vede nel video, ammazza più polli che può. Le testimonianze di questo comportamento sono infinite, ma l’ideologia animalista le rifiuta in forza di un dogma.

 

Cip cip

nazar

Ore 11.45, questa mattina. Seduto su una panchina in campo Nazario Sauro, a Venezia. Mi riposo all’ombra di un alberello, una fresca brezza, c’è il sole, di fronte a me la porta di servizio di un bar, un ragazza cinese traffica dentro e fuori, sulla panchina opposta alla mia un cingalese digita sul telefonino, da un altro bar all’angolo della piazza sento una fisarmonica che suona Bella ciao, uccellini cinguettano e cantano, un anziano tutto vestito di nero con cappotto invernale e sciarpa di lana si siede vicino al cingalese, mugugna due parole e se ne va, arriva una nonna col nipotino di due anni che si mette a imitare gli uccellini “cip cip”. Io tiro fuori dalla borsa il nuovo libro di Marco Vannini All’ultimo papa, e inizio a leggerlo. “Cip cip”. Guardo ai miei piedi un piccolo ciuffo d’erba stentata tra le pietre d’Istria, e in quel ciuffo un abisso silenzioso e amichevole si spalanca.