1. La ragione è ostracizzata, dall’Oriente al curvo Occidente.
2. There is a track beside
the roses that smell and lie,
a track that darkness hides,
you’ll see before you die.
3. 1099
Quando il crociato entrò in Gerusalemme
scorsero rossi i fiumi nelle strade.
Il Dio della storia del teologo
recita eterno il suo monologo.
4. Si dice che molti giovani musulmani radicalizzati siano totalmente ignoranti in materia di sacro Corano. Non stento a crederlo. Prendiamo dunque qualche giovane e meno giovane cattolico radicalizzato (ne conosco alcuni) e interroghiamolo sulla sacra Bibbia. Anzi, no, è troppo: facciamogli qualche domandina sul Nuovo Testamento. Temo che tra i due gruppi emergeranno singolari affinità in asineria.
5. Pretismo, categoria interessante.
6. CITAZIONE
Si chiudono le porte ad una ad una,
ogni spazio si stringe ed il respiro
diventa bruna attonita parola.
Passò la nave mia piena di vento,
passa la nave mia colma d’oblio.
7. ROMANZO IN DUE VERSI
Quello sognava il canto delle rose
ma un nero amore infine lo distrusse.
8. Noto che un tempo le autorità religiose cattoliche additavano una provenienza divina delle sventure, come della pioggia o dell’arsura, mentre ora dell’origine tacciono, attribuendo il male ai soli uomini, per la loro parte. La natura per loro anche è innocente, sono gli umani a costruire dove e come non dovrebbero. Continuando però la Chiesa a chiedere soccorso a Dio, anche durante lo svolgersi di calamità naturali, come se Dio comunque tenesse sempre in mano tutte le fila degli eventi (come rimanesse valido il detto per cui non si muove foglia che Dio non voglia).
Quando poi i disastri sono storici, come le guerre, allora il concetto di Dio della Storia apre un abisso insondabile. Solitamente ti rispondono con l’accoppiata fede-mistero: l’uomo di fede s’inchina di fronte al mistero divino, sacrificium intellectus. Ma a quel punto ogni fede per la ragione sta sullo stesso piano, perché l’elemento fideistico in ogni caso le sfugge, e delle varie fedi la ragione può solo vagliare gli effetti, non la verità in cui la fede è fede.
9. Per me l’esperienza della libertà è stata ed è anzitutto questa: non avere alcuno sopra di me a determinare l’agenda delle mie letture.
10. La cosa più ridicola che vedo in Italia è la convinzione di molti che vi sia una spaccatura, un abisso, tra cittadini e classe politica, idea bislacca da cui sgorga la comica espressione “mandiamoli tutti a casa!”. Quasi che l’italiano comune fosse un aggregato di comportamenti virtuosi. Io invece vedo intorno a me molta cialtroneria, furberie, meschinità, interessi particolarissimi, e soprattutto un sovrano disprezzo di ogni regola. Finitela dunque coi sogni di palingenesi giacobine, cretini!
11. La nottola di Minerva spicca il volo al crepuscolo. Va bene, Hegel, ma ancora più importante è il fatto che la dea di cui la nottola è la nottola sia sempre armata, non di penna e carta, ma di lancia ed elmo. La sapienza ha bisogno delle armi.
12. Con gli slogan, soprattutto con quelli che individuano capri espiatori e colpevoli di ogni nefandezza, si muovono le masse e si prendono voti. Ma qui si dovrebbe pensare a come costruire uno sviluppo nuovo per l’Italia in un mondo di iperpotenze mondiali: con un sistema dell’istruzione che produce un numero crescente di semi-analfabeti sarà dura. Soprattutto se il semi-analfabetismo è già radicato nella classe politica e produce sempre più slogan e meno pensiero, in un circolo nefando.
Dostoevskij: – Ma, io, veramente…
Editor: – Tagliare, tagliare assolutamente!
20. La vita di un’onda è breve, ma non più lunga è quella degli umani. L’unica esperienza del nulla che ci è concessa è quella della sparizione di ciò che abbiamo amato, persone, animali, cose, della loro resistenza totale a qualsiasi invocazione, a qualsiasi richiamo che non sia quello illusorio della memoria puntellata da vecchie foto. Possiamo evocare solo pallidi fantasmi, che ci ricordano che presto anche noi non saremo.
(se posso permettermi:
un “mi piace” alla 10
una ovazione alla 13
…quanto alla 17: mentre invece lo starec zosima, ne volemo parla’?)