Lingua veneta

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Il localismo produce altro localismo che produce altro localismo. In Veneto buona parte della popolazione si esprime nella vita quotidiana in dialetto veneto, anzi in lingua veneta. Ma questa lingua presenta innumerevoli varianti. E in effetti non si parla mai una pura lingua veneta, ma sempre una delle sue numerose varianti. E nessuna ha la forza di imporsi come normativa a livello regionale.

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Il Padovano è alquanto differente dal Veneziano (un solo esempio: “cucchiaio” in veneziano si dice scujèr, in padovano e trevigiano cuciàro). Sicché un dizionario veneto mi sembra impossibile. Mentre sono possibili dizionari locali. Per comprendere la situazione (e l’astrattezza di coloro che si battono per il riconoscimento ufficiale della lingua veneta, con tutte le conseguenze) basta pensare a quel che si sperimenta qui in provincia di Treviso. C’è un paese a pochi chilometri da Treviso, verso nord, che si chiama Visnadello, in comune di Spresiano. Questo comune anni fa ha messo i cartelli stradali con doppia dizione, sicché abbiamo Spresiano/Spresian (da leggersi Spresiàn) e Vinadello/Visnadel (Visnadèl). Ma a Treviso il paese si dice Visnadèo, con la o finale, che la parlata  della Sinistra Piave, le cui influenze arrivano a pochi chilometri da Treviso, tronca. Perché qui basta percorrere pochi chilometri, e la parlata varia, anche in modo sostanziale. Non solo il vocabolario, ma la costruzione della frase. Prendiamo il verbo “avere” e la domanda più semplice: “hai…?” In veneziano si dice “ti ga?”, evidentemente modellato sul francese.  A Treviso invece “gàtu?” , evidentemente  modellato sul tedesco “hast du?”, e intorno ecco le varianti “ghèto?”, “gastu?”, ecc.

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Negli anni passati, frequentando i cacciatori di Cison di Valmarino, sulle prealpi trevigiane, mi sono spesso trovato davanti ad un idioma che a me veneziano risultava semi-incomprensibile, a causa dei troncamenti e delle aspirate (per cui stazione si dice stathion, ecc.).  Un mio interlocutore venatorio per “ho ucciso una lepre” un giorno mi disse “mi copèa un gèvr”. A Treviso un cacciatore avrebbe detto “go copà un lièvoro”. Dunque, un bambino cisonese avrebbe il diritto di trovare nella scuola primaria una maestra che gli parla in veneto. Ma non quel veneto così diverso parlato da veneziani e trevigiani, che pare un’altra lingua. No, avrebbe diritto alla lingua patria, quella di Cison di Valmarino, dove nel bosc ghè i volp.

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27 pensieri su “Lingua veneta

  1. Secondo me “gatù” non deriva dal tedesco “hast du?” ma dal friulano (che anticamente era molto più esteso) “astù?” (“Post hos Aquilegienses et Ystrianos cribremus, qui Ce fastu? crudeliter accentuando eructuant” – Dante, De vulgari eloquentia) ..mhm l’unica soluzione per voi indecisi sarà quella di assoggettarvi alla koiné del rinascente Grande Friuli :)))

  2. Nella fretta ho sbagliato l’accento, d’altra parte volevo essere spiritoso. Più seriamente, mi sorprenderebbe se espressioni grammaticalmente così “strutturali” risultassero sensibili a quelle che risultano essere state delle sovrapposizioni etniche, più che delle sostituzioni. Suppongo si tratti delle medesime radici linguistiche indoeuropee, variamente e continuamente rimodulate.

  3. “Perché qui basta percorrere pochi chilometri, e la parlata varia, anche in modo sostanziale.”

    Ma perchè non funziona cosi in tutto il mondo ?

  4. In tutto il mondo le parlate variano, ma di luogo in luogo mutano l’estensione dei gruppi di parlata omogenea e le distanze entro le quali l’omogeneità si mantiene. Naturalmente questo ha molto a che fare con la storia dei diversi gruppi umani, sociale e politica.

  5. Scusate se mi permetto, ma a me sembra che se una lingua, quella Veneta ha così tante varianti vuol dire solamente che è ricca,ricchissima,viva,vitale e sono anche dell’opinione che una parola su un vocabolario possa essere scritta in modi diversi e magari anche con significati diversi.
    Non capisco questo voler trovare delle difficoltà al fatto che in Veneto il turacciolo della bottiglia possa essere detto strupolo a Verona o tapo in qualche altra località veneta o un’altra espressione in un’altra.
    Tutto ciò costituisce solo la ricchessa di questa lingua che per oltre 1000 anni ha imperversato anche a livello diplomatico e per mezzo mondo all’epoca della Serenissima.
    Nel 2007 finalmente la Regione Veneto ha riconosciuto come propria lingua ufficiale il VENETO.
    Bene, questo è solo l’inizio per valorizzare la nostra lingua,cultura,tradizioni,letteratura etc…. a quando l’insegnamento nelle scuole del Veneto non solo della nostra lingua ma la storia della nostra amata Serenissima ?!?!?
    E’ sempre tardi…….ma meglio che mai !
    VIVA SAN MARCO
    P.S. UNA COSA E’ SICURA…GO’ PARLA’ CON TANTI VENETI DE VARIE PARTI MA I MA’ SEMPRE CAPIO E MI GO’ SEMPRE CAPIO…….

  6. Però nel sito della Regione Veneto mi pare di vedere che tutti i documenti siano in italiano. Mi pare anche che la Repubblica veneta a livello di ceti dominanti, di ambasciatori e di dogi facesse largo uso dell’italiano (toscano) classico. Vedi relazioni degli ambasciatori veneti al Serenissimo Principe, bolle dogali, ecc. ecc.

  7. Io sono bergamasco ma vorrei inserirmi in queste diatribe, visto che siamo stati sotto la repubblica veneta. Penso che i dialetti vadano parlati nelle famiglie e non studiati a scuola. I miei figli parlano bergamasco appunto perchè lo parliamo in casa, i leghisti che vogliono metterlo nelle scuole in casa parecchi parlano italiano. Quando un bergamasco incontra un veneto in che “lingua ” devono parlare? Se pretendessi che i miei figli a scuola imparassero il dialetto invece dell’inglese o arabo o cinese mi sentirei un cretino. Il dialetto o si parla in casa o non si parla affatto perchè studiarlo è difficilissimo. Io che lo parlo anche nei luoghi pubblici ad esempio trovo delle difficoltà a leggerlo. Per me il veneto non esiste come non esiste il lombardo o il piemontese. Il bergamasco non è il milanese, ma lo stesso bergamasco non è uguale nelle varie vallate.

  8. Sono d’accordo con te. Del resto, pur amando moltissimo Venezia, sono convinto che della Serenissima bisogna ragionare in termini storicamente avvertiti. Venezia non è stata sempre uguale nei secoli, e da piccolo impero multinazionale mediterraneo, per così dire, si è infine ridotta nel Settecento a piccolo stato continentale, governato da una aristocrazia arroccata sulla conservazione del vecchio. Napoleone ha fatto cadere un edificio già intimamente corroso, non uno stato forte. Questo purtroppo spesso lo si dimentica, sulle ali di una idealizzazione patriottica-veneta alquanto sballata.

  9. Lungi da me l’idea di essere irriverente (se non per quelli che pensano “veneto uber alles”), ma mi interesserebbe davvero sapere le motivazioni per le quali nelle mie terre i vecchi dicevano che i veneti sono i “terroni” del nord”. Non penso che si debba risalire alla dominazione veneta delle nostre terre, ma potrebbe anche essere. Io non sono riuscito a venirne a capo, se non con risposte banali come quelle che i veneti (e non solo loro) dicono dei meridionali o degli islamici.

  10. In realtà, non possiamo dimenticare che la Dominante, come si diceva secoli fa, era Venezia, non il Veneto. E che i Veneti erano dominati dai Veneziani, loro signori e padroni. Oggi si favoleggia di un popolo veneto. Ma ancora cinquant’anni fa, forse meno, nel popolo veneziano rimaneva un’ombra di disprezzo verso i “contadini” abitanti della terraferma…

  11. http://www.dinodasandra.com e feve 4 ridade in compagnia. Ghemo na lingua, ghemo na storia, ma sopratuto ghemo tantisime tradision belisime da salvar e sopratuto un partimonio artistico e paesagistico meraviglioso (la region veneto anca sto ano se la prima come numero de turisti). La lingua se sicuro importante no perdarla, però se salvemo le tradision, modi de dir ecc e se li tegnemo vivi cuesti crea sicuramente più curiosità che no costrinsar uno a impararla scola. Basta anca asar i boce coi noni ogni tanto i la impararà da lori, oltre che a tante altre bele robete che i nostri veci sa.

    Saludi a tuti e viva el veneto

  12. Carissimi Tutti,
    Io sono nato in Belgio 63 anni fà da genitori VENETi,padre di San dona di Piave et madre di Cadoneghe(Padova).I miei mi hanno insegnato ilveneto,me lo ricordo benissimo è lo spiego
    anche
    è ai miei figli ! e le sto cantando ai miei nipotini:
    Tripoli della luganega Marieta in canevà chè trinca el vin …Vi ricordate ?,cosi me la cantava mio padre…
    Saludeme tutti i veneti chè iera anche in Belgio… Gianni

    1. Vorrei intervenire solo per fare un piccolo appunto sulla costruzione “gatu?”. Questa non è modellata sul Tedesco, né “ti ga?” lo è sul Francese, ma si tratta anzi un tratto linguistico proprio delle lingue del nord Italia, che ha a che fare con la duplicazione del soggetto. Faccio l’esempio sul Friulano, la mia lingua, per poter mostrare la cosa più chiaramente:
      Nella frase affermativa si dice: “jo o soi”, “tu tu âs” con due soggetti, detti rispettivamente tonico e atono (come in certi varianti venete si dice “mi me son”, “ti te ga”, e come perfino in certe varianti toscane non fiorentine si dice “te tu c’hai”). Nell’interrogativo il secondo soggetto, quello detto atono, viene posposto al verbo e ad esso unito, diventando: “soio?”, “âstu?”. E così anche “gatu?” nel Veneto.
      La regolarità in queste costruzioni non si è sempre mantenuta nei secoli, in misura diversa per i diversi popoli, ma ha lasciato comunque strascichi. Una struttura simile vale per la frase “a me mi piace” che raddoppia il complemento indiretto, che non è corretta nell’Italiano standard, ma si usa nel parlato, ed è obbligatoria ad esempio nella norma scritta dello Spagnolo e del Friulano.
      Vorrei aggiungere, sulla questione dell’insegnamento: per usare una lingua in una scuola, ci vuole una grammatica; sarebbe impossibile fare una grammatica per ogni paese del Veneto (dico una provocazione: ogni lingua del mondo, non solo il Veneto, cambia non solo in ogni vallata, ma anche, in maniera impercettibile, in ogni casa). C’è bisogno (e questo si è visto storicamente, nei fatti, per le altre minoranze linguistiche ormai di avanguardia come quella Catalana in Spagna) di un’unica norma scritta, quella più illustre dal punto di vista letterario, per tutti gli ambiti ufficiali; la variante del luogo sopravvive se c’è vitalità nella comunità, come confermato dal fatto che nessuna scuola ha eliminato né in Toscana né in Lazio le parlate locali a favore dell’Italiano standard, per quanto queste gli siano vicine. Ogni parlante avrà il diritto di leggere la variante scritta dandogli le proprie regole di pronuncia (questa è la soluzione che abbiamo trovato qui in Friuli, ma è anche quella storica per l’Inglese, che si leggeva diversamente da come si scriveva fin dai primi secoli)

  13. Semo ale solite.
    Quando se parla de Veneti o de la lengoa Veneta sembra che qualched’un el parla de na roba vecia, stantia e disonorevole….parchè dopo 150 ani de dominasion tagliana i nà lavado el servel e questo lo posso capir ben.
    Ma cari fioj, come se fà a no sentirse veneti, come se fà a no parlar veneto, come se fà a no conossar ben la storia del veneto ?????????????
    Qualchedu’un de vojaltri a mai sentido parlar del plebiscito del 1866 ???
    Come l’è stà fato ???? Chi la fato ????? Parchè Venesia la xe stà conquistà ???
    Come xe andà el referendum del 1946 ??? Quanti veneti,dalmati.istriani no i xe stà messi in condision de votar ????? Insoma la storia la xe una e no la xe serto quela che i nà fato studiar a scola…..altro che guere de indipendensa le xe stà guere de conquista con tanto de morti, tasse sul macinato par pagar i debiti dei Savoia… la miseria de dove i nà portà…emo dovudo andarsene dal Veneto…..insoma xe stà un vero genocidio fisico,cultural,linguistico e via dixendo…spero che se la LIGA VENETA,Lega Nord la ciapa la Presidensa dela region Veneto i fassa subito richiesta de secession o ala pexo richiesta a livelo internasional par un referendum come gà fato la scosia,la catalogna e via dixendo che i gà otegnù l’indipendensa e dopo se podem federar a l’Europa…dei popoli e no dei stati ottocenteschi che gavemo ancora….salvo la Svissera e la Germania…….
    L’Euorpa la deve essa uno stato federal puro e ogni popolo averghe el sò stato indipendente….sensa stà Europa gavaremo solo guai e disastri….come se fà a costruir uno stato sula carta?? Tornemo all’ottocento ???
    27 popoli,25 lingue,27 culture,tradizioni e via via dicendo ?? Una nuova URSS magari più liberale e democratica ma un fac-simile di URSS.
    Come si fà a voler togliere la propria identità a 27 popoli e sicuramente più senza traumi…senza resistenze e via dicendo….ma i politici di ogni paese ed europei ragionano o guardano solo al lato economico e basta???
    Le nomenclature bancarie,industriali,massone e via dicendo dove ci vogliono portare??? Come mai il trattato di Lisbona è nè più ne meno che la costituzione europea bocciata dai francesi, dagli olandesi e via dicendo..????
    Riflettere per capire è basilare. Io non credo più a questa Europa, ma ad un’altra Europa fatta di popoli, stati,lingue e vie dicendo e senza cio’ vorro’ capire cosa succederà. Mi fermo qui.
    W SAN MARCO

  14. Bello questo discorso. In dialetto bergamasco di dice (non posso scrivere le dieresi e quindi scrivo alla francese) “fa e disfà l’é teut laurà” che tradotto malamente significa “fare e disfare è sempre lavorare”. Abbiamo impiegato secoli a creare gli stati nazionali con molti morti in tutta Europa.Adesso disfiamoli pure magari con altri morti, e così all’infinito. Ai tempi di Dante non bastava solo dividersi in staterelli diversi, poi si creavano le fazioni (bianchi e neri) e ci si ammazzava anche nello stesso territorio fra famiglie diverse… e così all’infinito. I milioni di morti della prima e seconda guerra mondiale in fondo cosa sono? Bazzecole…
    ps ma la regione Veneto, prima di essere italiana, non mi pare fosse indipendente. Non era sotto l’impero autro-ungarico? Okkio, siete vicino ai balcani e avete visto come è andata. E non mi pare che adesso stiano meglio di quando erano Jugoslavia, per fortuna c’era l’Europa e i suoi stati forti. E la Germania, come mai chi stava bene (all’ovest) ha fatto carte false per unirsi a chi stava peggio (est). Forse sono più intelligenti di noi. Sanno che uno stato forte nel mondo conta più di uno debole…

  15. partecipo a questi commenti in modo distaccato e da lontano dalle terre venete. Mi fa piacere vedere tanta passione nel ricordare e cercare di dare dignità a una lingua che sta andando in disuso. Ben vengano quindi queste passioni e tentativi culturali che possano rinvigorire questa lingua.
    Voglio solo far osservare che a mano a mano che si approfondiscono questi argomenti ci si accorge che sono più le difficoltà che gli sviluppi del nostro sapere ad avere la meglio. Una lingua per essere tale deve avere un popolo e la lingua veneta lo ha; una lingua deve avre una dignità culturale e la lingua veneta è stata usata da molti come il commediografo come Carlo goldoni.
    Una lingua deve essere usata negli atti ufficiali, ma la regione veneto usa la lingua italiana e una lingua per essere tale deve essere riconosciuta dagli Stati e lo Stato italiano non la riconosce.
    Risolvendo questo problema sono convinto che le differenze grammaticali che contraddistinguono la lingua veneta possano di molto ridursi e l’uso della lingua appianerà nel tempo le differenze come peraltro è avvenuto per le altre lingue. E’ opportuno però ricordarsi che è utile parlare italiano con gli italiani per il solo scopo di poterci capire

  16. Gigi, scuxame ma devo tornar a raccontarte la storia de Venessia.
    Varda che La Serenissima la xe stadà par ben 1.400 ani uno stato indipendente.
    Varda che se no ghe gera Venessia a Lepanto con la sò flotta..adesso forse saresimo tuti musulmani e turchi.
    La SERENISSIMA la ghe stava sule scatole a tuta europa,specie a Napoleon che nojaltri nel Veneto lo ciamemo “becar”= macellaio. El gà fato morir oltre 20.000 zovani Veneti nele sò campagne de guera..compresa quela in Russia.
    El nà spoja dell’ARSENAL che gera el pì ricco cantier navale al mondo…el nà portà via quadri, ori,el famoso tesoro de SAN MARCO el xe stado disassemblà dai giacobini/massoni par dargelo ala Francia sperando de poder otegner l’indipendensa almanco de Venessia..invece la xe stada venduta all’Austria… la Serenissima la sera dichiarada sempre neutral nela guera tra Francia e Austria e la gà guadagnà solo de perdar l’indipendensa anca par colpa de quei aristocratici Veneti che par salvarse le sostanse i gà rinuncià a far la guera contro Napoleon….làvaresimo vinta nojaltri invesse el tergiversar là fato perda tuto…..vedi Manin e la rivolta de Venessia…le pasque Veronesi…..le insorgense…insoma la storia la xe appassionante a lexarla….ma la fà un pò sofrir el cor par le nefandesse, le vigliaccherie,i soprusi e il doppio zugo de Napoleon che xe stà un vero becar porceo……
    Xe solo quesion de tempo e el Veneto o anca el Nord el dovarà prendar dele decisioni gravi e serie. L’Italia, scuxime la xe xa finia!!! Dove credio che n’demo a finir…se non nel DEFAUT……Come la Grecia/portogallo/spagna e dopo nojaltri…?!?!?!
    Scuxeme la mi son realista e pragmatico e son convinto che se ZAIA el và a Venessia e el costringese el governo central a darghe man libara…autonomia al 100%…IVA al 10%, tasse al 25-30% max….meno burocrassia e via dixendo el Veneto el vegnaria fora dalla palude italica e così pian..pian ance le altre regioni…se stemo unidi come adesso n’daremo a fondo alegramente tuti quanti insieme !!!!
    No ve parlo delo smenbramento della Serenissima…Istria,Dalmazia…..parfin
    j nà diviso drento l’Italia…i sà inventà el Friuli Venessia Giulia, l’Alto Adige… e quel che no i nà fato…….insoma basta documentarse e voler aprofondir e se capisse ben come j nà tolto in giro fin a desso raccontandone un saco de busje e i continua (Vedi Napolitano…e altri) a parlar dei 150 ani…..festegiar cossa???? na nasion nata dai giacobini, massoni,savoia e via dixendo !?!?
    Napoleon porco e sassin te sarè insieme a Hiller,Polpot,Stalin e Mussolini all’inferno….spero che te bruxi in eterno.
    W SAN MARCO SEMPREEEEEEEE
    Fil de Fer
    Verona
    VENETIE

    P.S. La me lingua madre la xe el Veneto…pò conosso el taglian,Francese,Inglese,tedesco,spagnolo,ladin e un misto impressionante de dialeti italici….epure le amo tute le lingue…..parchè drento ognuna de lor ghe xe l’anima de un popolo….e digo sempre..un popolo sensa la sò lengoa el xe un popolo orfano…….e i zovani dei dispersi nel deserto…….spero un zorno quando sarò in pension de poderme dedicar a insegnar la storia, la lengoa,la cultura,la letteratura,le tradisioni, i detti, i proverbi Veneti ai nostri zovani..son sicuro che i sè rinforsaria el carattere savendo chi xe, da dove i vien e quale glorioso passato i gò avuti i sò avi……..AMEN !!!!

  17. Caro fil de fer, mi piacerebbe risponderti in bergamasco ma sono sicuro che non ci capiresti niente e quindi ci rinuncio. Leggere il tuo scritto mi ha fatto perdere un bel po’ di tempo, mi sembri i miei valligiani quando arrivano i milanesi e si mettono a parlare in dialetto per far capire che non sono i benvenuti. E infatti adesso si sono stancati di essere presi per il culo e vanno su altre montagne…Guarda che Lepanto è stata la guerra vinta grazie ai veneti ma anche la vittoria più inutile della storia. Poi grazie a Venezia abbiamo perso Costantinopoli. Infatti se c’era uno stato unitario italiano già a quel tempo, i turchi non sarebbero mai entrati a Istanbul. Siccome a quel tempo le rivalità tra Venezia e Genova erano tante, hanno preferito lasciare andare quella gloriosa città e fare commerci con i turchi. Perchè tu non devi fare il furbo. Nessuno dice che Venezia non è una gloriosa città, bellissima e con una gloriosa storia alle spalle. Ma il suo guaio è che si comportava nè più nè meno come tutte le grandi civiltà, e cioè fare i propri interessi a scapito di tutti gli altri italiani. Ti dico che preferiva trafficare con i mussulmani che con i cristiani perchè ci guadagnava di più e ti assicuro che al contarrio di te, non glie ne fregava niente che i mussulmani fossero egemoni o meno nel loro mondo, l’importante era che li lasciassero arricchire. Come vedi erano molto diversi da te e dalla piccola mentalità veneta attuale. Che poi a te piaccia la tua storia mi fa piacere e fai bene, ma creare da questa un’ideologia per vivere il presente mi sembra stupido, e infatti questo non avverrà perchè vorrebbe dire che l’Italia è andata a puttane e ti assicuro che sarebe un guaio non solo per voi ma per tutti. Se dovesse accadere vorrà dire che siamo tornati al medioevo e che l’America e l’Europa non contano più nulla e che la Cina e i tuoi amici mussulmani hanno ormai conquistato il mondo. Auguri…

  18. Caro Gigi,
    il fatto che tu dica : “Se c’era uno stato italiano…” piuttosto che “Se ci fosse stato uno stato italiano…” la dice lunga sul tuo attaccamento alla lingua madre(e vorrei ben vedere) che non è l’italiano, bensì il bergamasco, che se non sbaglio viene considerato come una vera e propria lingua romanza, al pari del sardo, del friulano, del genovese e del veneto. Comunque i tuoi interventi mi sembrano un tantino fuori luogo rispetto all’argomento trattato nel post.
    Giusto per sintetizzare il mio pensiero…
    Credo che il problema di trovare una lingua veneta comune non sussista. E’ vero, ci sono infinite varianti dello stesso. Basta fare poche centinaia di metri (decine, in alcuni casi) per rendersene conto. La cosa importante, però, è che nonostante questa situazione, qualsiasi veneto è perfettamente in grado di capire quello che gli viene detto, nonostante le varianti. Quindi… Secondo il mio punto di vista, sarebbe il caso di insegnare il veneto a scuola, secondo la variante del posto. Semplice no? In fin dei conti, non è proprio la diversità che crea ricchezza?

    Buon fine settimana a tutti.
    Davide.

  19. Semplice, come no. Insegnare il Veneto secondo la variante del posto significa insegnare i dialetti di tutta Italia secondo le varienti del posto, a meno che voi veneti pensiate di essere speciali. Forse non te ne sei accorto ma c’è una crisi globale che alla fine lascerà molti feriti e nessuno ne uscirà indenne, i finanziamenti alle scuole sono praticamente spariti e tu dici di fare una rivoluzione simile…(non è più semplice parlarlo in famiglia? Costa molto meno e rende di più) Qui ci stanno massacrando con la globalizzazione e pensare di uscirne ritornando ai localismi è pensare come lo struzzo che nel momento del pericolo nasconde la testa sotto la sabbia.
    Buona giornata

  20. premetto che in veneto si parla più italiano che veneto. si parla anche veneto, non solo veneto. p.s i consigli comunali sono in italiano.
    grazie.

  21. Ciao a tutti, mi permetto di intervenire in questa discussione per con informarVI che è stato pubblicato il bando della seconda edizione del BABEL FILM FESTIVAL 2011.
    BABEL FILM FESTIVAL è il primo concorso cinematografico che intende valorizzare e promuovere il cinema delle minoranze linguistiche, dando voce alle loro storie, alla loro cultura, nella loro lingua.
    Il concorso è articolato in 4 sezioni: lungometraggio, documentario, cortometraggio, videoclip.
    Deadline 31.8.2011
    Maggiori informazioni sui premi e sulle modalità di partecipazione sul sito ufficiale del concorso: http://www.babelfilmfestival.com

    Colgo l’occasione per chiederVi di aiutarci a diffondere il bando. Grazie.

    Salude a totus

    Tore Cubeddu
    (Presidente Associazione Babel, Cagliari)

  22. il mio commento forse risulterà inutile ma anch’io voglio dire la mia.
    sono studente universitario di lingue e letterature straniere ed ho un po’ di familiarità con la ricerca filologica…
    non so se sia tecnicamente possibile o fattibile insegnare il veneto a scuola,
    se sia possibile anche solo trovare un denominatore comune tra le infinite varianti della nostra lingua,
    (anche se io credo fermamente che il denominatore comune di una lingua sia la grammatica, dato che se anche la pronuncia o alcuni termini cambiano, la formazione dei tempi verbali è comune a tutto il territorio veneto)

    ciò che mi preme maggiormente è che la lingua veneta sia rivalutata dal proprio popolo, abbiamo bisogno di iniziative culturali importanti e -BELLE- che attirino MOLTA gente e gli facciano capire che parlare in veneto NON È BRUTTO.

    troppa gente nelle città è influenzata dall’italiano, e NON VUOLE parlare in veneto, pensa che sia da “boari”, non si ricorda più nemmeno come si fa a parlare in veneto.
    abbiamo bisogno di POETI, SCRITTORI, MUSICISTI, gente che abbia presa sulla gente, e che ricordi loro che il veneto ha il suo fascino, e non è solo la parlata bassa e volgare dei contadini.

    ci servono nuovi GOLDONI, nuovi MENEGHELLO, nuovi RUZANTE, nuovi MARIN…..
    e devono fare il botto, devono diventare famosi, vendere un sacco di libri -scritti in veneto- e devono finire sui giornali più importanti, con su scritto il titolone, La rinascita della cultura veneta.

    questo è ciò che mi piacerebbe che succedesse, e, se ci pensate, forse è più facile che mettersi a insegnare la lingua a scuola, meno costrittivo, ma più persuasivo….

  23. Non capisco il bisogno di sminuire i vari dialetti della lingua veneta. Io sono nata nel nord ovest da padre veneto e madre emiliana, per questo motivo tra di loro non parlavano in nessun dialetto e con me hanno sempre parlato in italiano. Anche i miei nonni veneti mi parlavano in italiano. Tra genitori e figli, però, si parlavano in veneto e per questo motivo lo capisco perfettamente, e intendo il veneto perché, come ha detto un’altra persona, riesco a capire qualunque veneto di qualunque città e paese, nonostante usino parole diverse, quando vengo lì. A me dispiace non poterlo tramandare a nessuno, perché lo capisco ma non lo parlo. Mi dispiace assistere a certe scene in Veneto, di genitori che parlano tra di loro e con parenti e amici in dialetto stretto ma solo in italiano con i loro bambini. Questi diventeranno come me che lo capisco ma non lo parlo, e se tutti i veneti si comportassero in questo modo in pochi anni la lingua veneta diventerebbe una lingua morta. Non capisco perché critichiate la proposta della lega quando lo stesso desiderio che le loro lingue vengano insegnate a scuola lo hanno anche molti meridionali. Se tutti i genitori insegnassero la propria variante della lingua veneta ai propri figli, nessuno ne chiederebbe l’insegnamento scolastico. Ringrazio tutti quei genitori veneti che lo insegnano ai figli, quei giovani che lo parlano perché lo amano.

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