1. Politica significa sempre sporcarsi le mani. Ma bisogna vedere con che cosa.
2. Per fermare il macigno smosso da Penati ci vorrebbe un Ercole. Non lo vedo. L’Italia di oggi produce al massimo nani Brunelli e Cerchi magici.
3. ”Produzione letteraria”. Solo l’industrialismo poteva generare questa orribile espressione. Un uomo libero dovrebbe rinunciare ad usarla. Ma gli scrittori e gli intellettuali non sono affatto liberi. Anche quelli che si pensano “antagonisti”.
4. Penso allo straordinario numero di esponenti del ceto politico italiota, anche di basso conio, che girano con la scorta (pagata dalla collettività). Basterà inviare ad un politico una busta con improbabili minacce, e lo vedrete perennemente circondato da un muro umano. Terra di navigatori e di eroi.
5. Enrico Letta vedrebbe bene il bankiere Profumo a capo del futuro Governo della Sinistra italiana. Me lo vedo: Invece che a Montecitorio il Senato si riunirà a Montezemolo.
6. In Italia nessuno crede all’informazione pura, al mestiere del giornalista come quello di colui che lavora perché la gente sappia quello che succede, indipendentemente dal tornaconto di questo o quel gruppo di interessi che esprime l’organo per cui il giornalista lavora, e che lo paga.
7. Per capire come andrà l’economia mondiale serve un aruspice. Orsù, sacrifichiamo un bove!
8. “Mio Dio! Quanta gente innamorata di sé!” disse guardandosi allo specchio. Lo specchio rise.
9. La nostra cultura oscilla tra cinismo e sentimentalismo: entrambi pervertiti e intollerabili.
10. Se venissi a sapere che Kafka ha avuto un editor lancerei Il processo nel fiume.
11. Prima ci dicono che le carceri scoppiano e che per questo dobbiamo depenalizzare molti reati. Ora ci dicono che metteranno le manette agli evasori. E gli evasori dove li metteranno?
12. Cavolo! Quanta gente scrive stà, con l’accento… E dicono che le elementari italiane sono le migliori.
13. La fede è questo: aver fiducia in altri esseri umani che hanno fede.
14. Magnanimità: una qualità che appartiene da sempre al solo genere maschile. Ed è tuttavia di pochissimi. La parola non è più pronunciata né scritta.
15. In Italia la Sinistra-sinistra non governerà mai. Potrà farlo la “Sinistra” che accetta come suoi leader i Colaninno e i Montezemolo.
16. Il linguaggio di alcuni leghisti ha superato il livello tollerabile in democrazia. Lo ha fatto da tempo, ma ora i frutti sono maturi. Gli altri hanno preferito tapparsi le orecchie. Ottima strategia.
17. Mi chiedo se a livello mondiale l’attuale classe politica sia distinguibile dalla “classe finanziaria” e fino a che punto.
18. Detesto la parola “immaginario”. Sa di psicanaloide.
19. Il Federalismo si è rivelato una palla. I tagli ai costi della politica una contropalla.
20. L’intellettuale: un essere umano totalmente irrealizzato e spesso fallito, che tuttavia si propone come modello e valore. Absurdum.
21. La borghesia italiana si distingue tra le borghesie europee per mancanza di un’etica (qualsiasi). Non ne ha alcuna, e i suoi esponenti politici, da Berlusconi a Bersani, esprimono questo nulla. Perciò non hanno alcuna autorità morale. E oltre la borghesia non c’è alcun proletariato, c’è solo la massa confusa degli emarginati che sognano un posto al tavolo del Consumo.
22. I ceti medi saranno tartassati, i medio-bassi schiacciati, il proletariato eliminato come tale e trasformato in orde di emarginati.
23. Il mantra della Crescita ripetuto senza sosta. Ma la verità è che la Crescita generale è impossibile.
24. Mercanti terrorizzati dai mercati. Non si era mai visto in tutta la storia umana.
25. “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Detto e scritto mille volte, sempre da donne. Mai da una donna bella.
sempre acute le tue micronote Fabio, delle vere fionde…
“l’essenziale è invisibile agli occhi” però lo dice il piccolo principe di Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry.
il n. 10 per me è il migliore :-)
p.s., la parola ‘immaginario’ di solito non piace alle persone che hanno poca fantasia.
Lo so che la fonte da cui scopiazzano legioni di donne è “Il piccolo principe”, ma ciò non toglie valore alla nota, anzi.
Per l’immaginario, è vero invece che spesso la parola è poco amata da quelli che amano la parola immaginazione (come il Brotto).
a proposito della “10” mi parebbe che Kafka un editor ce l’abbia avuto pure lui, anche se postumo
ciao, k.
Penso che ciò che fece Max Brod ( e che forse avrebbe fatto meglio a non fare) non abbia molte somiglianze con l’editing di oggi.
cosa sia l’editing di oggi non saprei dirlo, magari è qualcuno che ti impone di inserire nel romanzo una scena sexuale ogni 45 pagine.. comunque di per sè l’editing potrebbe essere anche una cosa giusta, nel senso che impersona il limite entro o perlomeno da cui si misura l’espressione artistica, magari in tanti credono che l’artista sia quello libero che non deve rendere conto a nessuno di quello che fa, mentre invece esagerando si potrebbe dire che è colui che si inginocchia, come fece Michelangiolo
ciao,k.
L’editing di oggi mira alle vendite e impone l’adozione di stilemi e strutture che rendono l’opera una merce in grado di essere venduta facilmente. Presuppone che l’editor sappia come deve essere l’opera, il che significa che la libertà espressiva viene ridotta. Contenti? Io no, non vedo perché mi venga per forza preclusa la lettura di quelle – che so – sessanta pagine tagliate che però forse a me sarebbero piaciute.