Micronote 56

gufin

  1. Tra il piano della vita quotidiana e dei suoi problemi da un lato e quello della politica generale di uno Stato e delle questioni internazionali politiche ed economiche dall’altro, vi è un vero salto quantico, per cui non è ragionevole pensare che tutti i cittadini in libere elezioni votino nello stesso modo e non si dividano fra loro, anche quando sembrerebbe sussistere un interesse comune. E questo si evidenzia in ogni occasione.
  2. Finché la gente continuerà ad avere l’impulso ad insultare altra gente, necessariamente parole che designano una menomazione, un difetto, una distorsione, una difficoltà di ordine fisico o psichico, verranno utilizzate per colpire. Questo è del tutto inevitabile finché le parole saranno armi. Di conseguenza, è patetico l’atteggiamento di coloro che inseguono l’uso scorretto di questa o quella parola, si indignano perché viene usata, ecc. Lo dico da padre di un disabile, che ha già sentito più volte la parola disabile usata come insulto.
    Dunque, se io ordino al mio sicario “uccidi quel figlio di puttana” sono da condannare, se gli ordino “per favore, termina quel soggetto” sono OK?
  3. Esiste una piena maturità dell’essere umano? Una volta lo si credeva anche tra gli abitatori del curvo Occidente.
  4. “Tu pensare che psicoanalisi avere sbagliato tutto solo su autismo, no avere capito cazzo di autismo, curare mamme invece che bambini, e tu pensare che in tutto resto psicoanalisi indovinare i mali di gente e curare bene davvero? Allora tu essere scemo” ha detto a un tale il mio amico sciamano.
  5. Il sacrificante si compie nel rito felicemente, il sacrificato è il felicemente compiuto secondo il sacrificante, il gemito-parola del sacrificato dice l’incompiutezza essenziale dell’operatum.  Adesso assistimi, spirito di Lacan, signore dei demoni!
  6. Libertà e dolore sono originariamente connessi.
  7. L’arte del crollare le spalle, prezioso trattatello anonimo rinascimentale.
  8. Il concetto di emergenza umanitaria è oscuro. Per il fatto che il concetto di umanitario è vago, e rimanda alla sua fondazione in un umano che oggi risulta esso stesso sfuggente e indefinito. Per questo, dire che quella attuale dei migranti sia la più grande emergenza umanitaria dal 1945 suona come uno slogan destinato a breve vita, e aperto alle dure repliche della storia.
  9. Cantore del grigio, te guarda dal sole.
    C’è vita nell’ombra, che luce dissecca.
  10. Da membro della tribù dei sogni a suddito del regno dei fini, a cittadino della repubblica degli strumenti, a lapide nella città dei morti.
  11. Il re e gli autistici. Una favoletta. C’era una volta un regno le cui finanze andavano malissimo. Da anni il debito cresceva, e tutti i rimedi che venivano tentati fallivano, anzi peggioravano la situazione. Il re era disperato e ormai pensava di abdicare, e di andarsene in esilio. Convocò dunque un ultimo gran consiglio della corona. Di fronte al disastro, tutti i ministri non sapevano proporre nulla, e tacevano. Allora il primo ministro, che era stato nominato da poco, disse queste parole: “Maestà, il regno è pieno di manicomi, in cui sono rinchiusi i folli, e anche moltissimi individui di ogni età, strani e intrattabili, che vengono chiamati autistici. Mantenerli è costosissimo: mangiano un sacco, richiedono molte cure e attenzione e molto personale, spesso si fanno male, e anche curarli è difficile e costoso”.
    “Dimezziamo il personale dei manicomi, usiamo sui reclusi farmaci che li rendano inerti, così un solo infermiere potrà occuparsi di venti o trenta di loro,” propose un ministro.
    “È stato già fatto, ma le famiglie protestano violentemente,” disse un il ministro del tesoro reale.
    “La mia proposta,” riprese il primo ministro, “è di svuotare del tutto i manicomi. Li chiuderemo tutti!”.
    Un mormorio percorse la sala.
    “Sì,” disse il primo ministro, “inizieremo una grande campagna di persuasione, con tutti i mezzi disponibili. I sudditi devono convincersi che rinchiudere disabili e matti negli istituti sia una grave violazione dei diritti umani, una pratica barbara e inumana”.
    “E dove li metteremo? Dove andranno?” chiese la ministra dell’istruzione.
    “Ritorneranno nelle loro famiglie, che noi assisteremo in ogni modo, cui noi forniremo supporti di ogni genere, in modo che disabili e alienati ritrovino la loro dimensione pienamente umana. Diremo questo”.
    “Ma tu ci credi davvero a quello che dici?” gli chiese il re.
    “No, non ci credo,” rispose il primo ministro. “Ma non ha importanza. Importante è che lo credano i sudditi del regno. Noi all’inizio, per persuaderli della bontà delle nostre intenzioni, apriremo qua e là qualche centro per l’autismo, qualche casa-famiglia per disabili, schizofrenici, ecc. Poi, tra un anno o due, inizieremo a chiudere tutto, un po’ alla volta. Alla fine le famiglie si dovranno arrangiare. Il problema se lo gestiranno loro, e le finanze pubbliche respireranno.”
    Il re fu molto soddisfatto del piano, i ministri lo approvarono all’unanimità, e l’abdicazione fu rimandata a tempo indeterminato.

  12. In molti discorsi oggi appare come scontata la strana coincidenza, illogica ma ideologica, di ineluttabile e buono.
  13. Per accusare gli Ebrei di vittimismo oggi non occorre coraggio. Oggi il coraggio occorre a chi voglia fare la satira dell’Islam. Per accusare gli Ebrei di vittimismo occorre avere una intelligenza pervertita.
  14. Ogni potere, che sia religioso o laico, ha bisogno di omologazione. La semplicità è ben vista dal potere. Quanto più semplici gli individui, tanto più simili tra loro, tanto meno individui. O meglio, tanto meno singoli, tanto più falsi individui, veri iper-dividui, cioè massa. La società di oggi non è liquida, come pensano Bauman e i suoi discepoli, ma gassosa. Si tratta di un gas esplosivo.
  15. Ho l’impressione che i critici degli stereotipi sociali e culturali siano agiti da un concetto stereotipato dello stereotipo.
  16. Nei circoli intellettuali la norma è presentare come pensiero le proprie variazioni personali sull’ideologia corrente. Anche su questo terreno vige la logica dell’inclusione-espulsione.
  17. Aristocrazia, oligarchia, democrazia, idiocrazia.
  18. Dire il massimo col minimo di parole, questa è una bella impresa.
  19. L’espressione “siamo tutti nella stessa barca” va sempre presa con le pinze. Spesso quelli che dicono così non sono nella barca, e spesso le barche piene di gente affondano.
  20. Se mi chiedi quale sia la religione più praticata in Occidente, rispondo: il culto dell’emozione.
  21. Sembra che l’asservimento della ragione agli interessi particolari abbia come unica alternativa praticabile il suo asservimento alla passione politica e all’ideologia religiosa.
  22. Perché la polvere non sa di chi è la polvere, disse il Maestro.
  23. A molti servirebbe un intervento urgente di chirurgia oculistica spirituale, che li metta in grado di distinguere le pagliuzze dalle travi.
  24. Nella Chiesa italiana non si discute mai apertamente di questioni essenziali, e si sa che in essa il laicato è in posizione di cronica debolezza, e ritenuto immaturo, gregge da pascere. Solo i preti, anche sui media, sembrano avere il diritto di esprimere la visione dei cristiani.
  25. Alle radici ho sempre
    preferito i rami.
    Per questo mai amai
    i radicali italiani.
    Violenti nonviolenti
    narcisi digiunatori
    che si giudicano giusti
    in lamenti e furori.

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