Cesarotti su lingue e dialetti

di Eros Barone

La modernità della concezione e la limpidezza dell’esposizione, che contrassegnano il “Saggio sulla filosofia delle lingue” di Melchiorre Cesarotti (1785) e ne fanno il frutto più maturo dell’illuminismo italiano in campo linguistico, sono davvero sorprendenti. Una succinta illustrazione delle tesi che espone ed argomenta l’autore permette di cogliere il significato profondamente innovativo delle conseguenze che egli seppe trarre dall’applicazione della sua riflessione sulle lingue alla lingua italiana. Continua a leggere

Considerazioni di un impolitico

  

di Eros Barone

Nelle sue “Considerazioni di un impolitico” (1918) Thomas Mann ha diagnosticato con acutezza straordinaria il ‘male oscuro’ che corrode la fibra intellettuale e morale del nostro paese. Il dannunzianesimo politico, che allora prefigurava il successivo mussolinismo, e oggi il berlusconismo sono, infatti, le superfetazioni politico-culturali di quel nesso contraddittorio fra arretratezza e modernità, che la storia e l’antropologia italiane hanno prodotto e riprodotto con un tasso più o meno alto di volgarità, rozzezza, pacchianeria e, ‘last but not least’, di violenza reale e simbolica. Un merito non secondario di Mann, che certo deriva dalla sua ottica elitistica, è la chiarezza analitica con cui il grande scrittore tedesco ha individuato, nelle democrazie tardive della Germania e dell’Italia, la presenza delle  pulsioni populistiche verso il dominio oclocratico: il nazifascismo come dittatura del capitale finanziario e come ‘sole nero’ dei poveri e degli emarginati. Continua a leggere

Poeti italiani 3

di Eros Barone

È semplicemente un dato di fatto, ormai stabilmente acquisito dalla storiografia letteraria, che Franco Fortini (1917-1994) è uno dei maggiori poeti e saggisti italiani della seconda metà del Novecento. Tre ‘flash’ possono risultare utili ad illuminare la singolare personalità di un esponente eretico della sinistra politica e intellettuale italiana, sospeso tra apocalisse e profezia, quale fu questo scrittore fiorentino di origine ebraica. Continua a leggere

Poeti italiani 2

 di Eros Barone

Una tagliente denuncia del clima ideologico termidoriano, che, a partire dal bicentenario della rivoluzione francese, pervade la società nei paesi capitalistici, si trova in un testo di Arnaldo Bianchi, che vive a Varese e lavora presso la biblioteca civica del capoluogo di questa provincia lombarda. Si tratta di una poesia intitolata “Termidoro / contro i vecchi e i nuovi anti-giacobini*”, la quale, a distanza di alcuni anni dalla sua pubblicazione, non cessa di colpirmi per la passione etico-politica che la ànima, per l’onore che rende, sia pure indirettamente, alla figura di Robespierre (il “dittatore d’Arras”) e, infine, per il rigore stilistico che non la rende indegna del paragone con il carducciano “Ça ira”, cioè con l’unico esempio di poesia filo-giacobina che esista nella nostra tradizione letteraria (caratterizzata, invero, da una profonda incomprensione della rivoluzione francese). Continua a leggere

Poeti italiani 1

di Eros Barone

Se la funzione degl’intellettuali è quella di mantenere viva la forza critica della ragione di fronte all’avvilimento cinico della ragione, di fronte al suo asservimento meretricio e, più in generale, di fronte allo squallore della omologazione, va detto allora che la testimonianza di rigore formale e di impegno civile offerta, a suo tempo, da Giovanni Raboni con il classico sonetto qui appresso riportato fa onore alla cultura italiana contemporanea e, in particolare, alla poesia italiana che ne costituisce, a mio modesto avviso, il settore più vitale. Continua a leggere

Ornitopee

di Eros Barone 

Le ornitopee di Fabio Brotto, così piene di grazia, precisione e fantasia da ricordare, ad un tempo, la levità paesistica di certa pittura veneta e la minuzia descrittiva di certa pittura fiamminga, risvegliano in me il ricordo, non meno grato che pungente, delle visioni e delle esperienze che ebbi da fanciullo, partecipando, in qualità di sèdulo gregario, alle battute di caccia di mio fratello e di mio zio nella campagna umbro-toscana che cinge il lago Trasimeno con le sue dolci colline e i suoi boschi ombrosi. Continua a leggere

Teologia Laica

Alcune osservazioni sulla Fisica dell’immortalità di Frank Tipler

di Eros Barone 

   Come risulta dall’intero impianto del libro e come dichiara lo stesso autore nel cap. 13°, la ricerca di Frank Tipler, pur confrontandosi con le grandi dottrine religiose monoteistiche, si inscrive nondimeno nella tradizione della teologia laica, che nacque nei secoli XVI e XVII ad opera di scienziati e filosofi come Galileo, Descartes, Leibniz, Newton (dal quale, proprio nel suddetto capitolo, viene ripresa la definizione della teologia come branca della fisica), Hobbes e Vico. Mai prima di allora (se non si intende risalire ad Aristotele, che le ricomprendeva nelle scienze teoretiche, distinguendole però l’una dall’altra per la diversità degli oggetti d’indagine) la scienza, la filosofia e la teologia erano state considerate come un unico oggetto di studio; né lo sarebbero mai più state (con l’eccezione di Tipler e di pochi altri scienziati teologizzanti, che, dimostrando uno spirito coraggiosamente anticonformistico, se si considera il programmatico agnosticismo che domina la comunità scientifica, ripropongono oggi con la teoria del Punto Omega quella ‘antica’ tradizione del mondo moderno). Continua a leggere

Eros e Priapo

Di Eros Barone

Carlo Emilio Gadda scrive “Eros e Priapo” (sottotitolo: “Da furore a cenere”), uno dei suoi libri più originali, nell’immediato dopoguerra. Si tratta di una specie di saggio sulle motivazioni psicologiche profonde che permisero al fascismo di durare vent’anni. Al centro di questa interpretazione sessuologica della figura del Duce vi è la rabbia dell’ingegnere-scrittore di fronte alla fenomenologia della sconfitta del Logos (la ragione) da parte dell’irrazionale, del disordine, dell’italica insipienza. Continua a leggere

Su Descartes

Eros Barone mi invia questo commento, che pubblico come post autonomo.

Il Discours come autobiografia dell’individuo problematico

Ancora una volta il ‘blog’ dell’amico Fabio Brotto si rivela puntuale nella scelta dei riferimenti filosofico-letterari e fecondo nelle piste di riflessione che suggerisce ai suoi frequentatori e commentatori, categoria alla quale sono lieto di potermi ascrivere. Se Brotto mi concede ospitalità, come ha già fatto altre volte con la liberalità di modi e l’apertura culturale che lo contraddistinguono, vorrei quindi avanzare alcune considerazioni, sul carattere di impersonalità che il grande saggista spagnolo Miguel de Unamuno attribuisce al “Discours”. Continua a leggere

Leggere Dante

Questo me l’ha mandato Eros Barone. Si vede bene che è suo.

Non esiste gesto o atteggiamento umano che Dante, nella “Divina Commedia” (per tacere delle altre opere), non abbia descritto, scolpito, evocato. Come non rendere omaggio, pertanto, anche da parte di uno scrittore così sensibile e intelligente come l’albanese Ismail Kadaré (cfr. il suo magnifico volumetto su «Dante, l’inevitabile», Fandango 2008), all’autore del “poema cui pose mano e cielo e terra” e all’artefice primo della lingua italiana? Continua a leggere