Fra i boschi e l’acqua

Fra i boschi e l'acqua

Between the Woods and the Water (trad. it. di A. Bottini e J. M. Colucci, Adelphi 2013) uscì nel 1986. Ma i fatti che narra, accaduti durante il lungo viaggio a piedi di Patrick Leigh Fermor diciannovenne verso Costantinopoli attraverso l’Europa danubiana, avvennero nel 1934. Il lettore rimane affascinato da quel mondo di proprietari terrieri, contadini e zingari, un mondo sul quale si stanno addensando le ombre funeste di ciò che sarebbe avvenuto dieci anni dopo. Un mondo destinato all’annientamento. Le memoria e un diario di viaggio aiutano lo scrittore a rievocare mesi splendenti,  l’incanto di una giovinezza avventurosa e aperta al contatto con l’umanità diversa e all’amicizia. Fermor è un coraggioso–come dimostrerà da paracadutista a Creta nel 1941, con un’impresa leggendaria contro i tedeschi–: non è certo da tutti dormire tranquillamente da soli sotto le stelle sui monti della Transilvania, tra gli orsi e i lupi, in una foresta sconosciuta. Nel corso del viaggio, il giovane trova spesso tetti ospitali, conversazioni interessanti, ragazze gentili e nobili signore. E vive una intensissima e brevissima storia d’amore. Nessun romanticismo, però: la sobrietà di Fermor accresce l’incanto, e trasferisce nel lettore un senso acuto di nostalgia. Solo ai grandi è concesso questo potere.

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