Nei primi anni sessanta se ne vedevano molti al Lido di Venezia, con le piccole ali rotanti. Incroci in plastica tra aeroplanino ed aquilone, i turboplani si rompevano subito, e il filo di nylon si ingarbugliava spesso. Intorno al 1962 ne ho avuti due o tre. Una volta rotti, usavo il filo dei rocchetti per pescare le anguele nel rio sotto casa.
questi “strappi” di nostalgia sono il lato migliore della tua scrittura, Fabio, ti fanno sembrare più umano.