Con Marx

Con Marx sono a buon punto. Anche se ancora non allevo bestiame, vado però a caccia, a pesca, ed esercito l’intelligenza critica. Quindi sono un quasi-comunista…

“E infine la divisione del lavoro offre anche il primo esempio del fatto che fin tanto che gli uomini si trovano nella società naturale, fin tanto che esiste, quindi, la scissione fra interesse particolare e interesse comune, fin tanto che l’attività, quindi, è divisa non volontariamente ma naturalmente, l’azione propria dell’uomo diventa una potenza a lui estranea, che lo sovrasta, che lo soggioga, invece di essere da lui dominata. Cioè appena il lavoro comincia ad essere diviso ciascuno ha una sfera di attività determinata ed esclusiva che gli viene imposta e dalla quale non può sfuggire: è cacciatore, pescatore, o pastore, o critico, e tale deve restare se non vuol perdere i mezzi per vivere; laddove nella società comunista, in cui ciascuno non ha una sfera di attività esclusiva ma può perfezionarsi in qualsiasi ramo a piacere, la società regola la produzione generale e appunto in tal modo mi rende possibile di fare oggi questa cosa, domani quell’altra, la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare, cosí come mi vien voglia; senza diventare né cacciatore, né pescatore, né pastore, né critico”.

 K. Marx-F. Engels, L’ideologia tedesca, Editori Riuniti, Roma, 1972, pag. 24

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2 pensieri su “Con Marx

  1. Un ricordo personale su questa citazione. Primo anno di filosofia all’istituto magistrale. Leggo e porto in classe il Blanchot dello Spazio letterario. La prof di stretta osservanza marxista mi ricopia su due schede bibliografiche la citazione di Marx con lo scopo evidente di sottrarmi alla nefasta influenza blanchotiana (nefasta lo sarà ma per altri motivi). È il 1972. Nelle mie peripezie teoriche ho sempre cercato di salvare quella citazione: dalle smentite storiche (facile, mai si è realizzato un modo di vita del genere) innanzitutto e poi dal loro stesso significato che a bene leggere equivale poco più che a un elogio del dilettantismo. Come ha commentato in modo superbo Hans Blumenberg in «Concetti in storie». A chiunque pretenda di desumere da quel Marx un’immagine plausibile del comunismo ocorre ricordare che «L’ideologia tedesca» viene sottratta alla critica dei roditori non prima del 1932 e quindi totalmente fuori dalla portata dei programmi dei partiti comunisti. Se si aggiunge che quelle considerazioni sono le uniche di Marx che descrivono lo stadio finale del comunismo ci si dovrebbe accorgere una buona volta per tutte la natura di quella che fu solo a parole un’utopia concreta…

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