Maggio 1943. Il mio nonno materno Gino Ghedina seduto sul prato dipinge S. Francesco di Fiesole. In quel periodo della guerra girò per la Toscana. Portava sempre il basco, indossava perennemente calzoni alla zuava, e non lasciava mai la pipa. Così lo ricordo nel brevissimo periodo della mia vita dal quale posso prendere qualche ricordo di lui.
Gino Ghedina
Giuseppe Ghedina
Mio nonno materno, Gino Ghedina, era un pittore. Suo nonno, Giuseppe Ghedina, mio trisavolo, era anche lui un pittore. Stirpe di pittori. Questa madonna di Giuseppe è nella chiesetta di Alvera.
Gomitoli
I Monti Pallidi 5
Erano passati da quel giorno quarantanove mesi. Una magnifica sera scendeva sulle montagne dell’Ampezzano e i torrioni superbi del Monte Cristallo si accendevano alla luce del sole morente. Davanti alle case di Fernamusino gli abitanti sedevano sulle panche, com’eran soliti fare nelle belle sere d’estate, ammirando il tramonto e godendo la pace profonda dell’ora e del luogo. Verlòj, che era divenuto proprietario di vasti pascoli nelle vicinanze, stava tranquillamente tornando verso casa, quando a un tratto, mentre scendeva dalle alture di Majorères, si vide davanti una straniera vestita d’un mantello scuro, e riconobbe la sua ex fidanzata. Ella lo fermò. Continua a leggere