Guido non possiede un criterio di misura del tempo indipendente dall’alternanza luce-tenebre. Non vive in un mondo di ossessiva precisione, come altri autistici più avanzati di lui dal punto di vista cognitivo, ma in un mondo di ossessioni e compulsioni pure, e prive di un significato condivisibile. In sostanza, il tempo per lui concettualmente non esiste. Ma quando cala la sera è il momento del bagno, e in sequenza della cena, quando la luce penetra nella camera è il momento di alzarsi, e così via. Il problema qui è che la sera non cala sempre nello stesso momento, e nel corso dell’anno avanza e retrocede. Lo stesso per l’alba. Si può capire, allora, come la variazione apportata dall’ora legale in primavera e da quella solare in autunno sia per Guido una fonte di turbamento, e come l’improvviso salto possa generare una crisi, con una estrema accentuazione dei suoi tratti tipici…
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