Καὶ ἦσαν οἱ μαθηταὶ Ἰωάννου καὶ οἱ Φαρισαῖοι νηστεύοντες. καὶ ἔρχονται καὶ λέγουσιν αὐτῷ· διὰ τί οἱ μαθηταὶ Ἰωάννου καὶ οἱ μαθηταὶ τῶν Φαρισαίων νηστεύουσιν, οἱ δὲ σοὶ μαθηταὶ οὐ νηστεύουσιν; καὶ εἶπεν αὐτοῖς ὁ Ἰησοῦς· μὴ δύνανται οἱ υἱοὶ τοῦ νυμφῶνος ἐν ᾧ ὁ νυμφίος μετ’ αὐτῶν ἐστιν νηστεύειν; ὅσον χρόνον ἔχουσιν τὸν νυμφίον μετ’ αὐτῶν οὐ δύνανται νηστεύειν. ἐλεύσονται δὲ ἡμέραι ὅταν ἀπαρθῇ ἀπ’ αὐτῶν ὁ νυμφίος, καὶ τότε νηστεύσουσιν ἐν ἐκείνῃ τῇ ἡμέρᾳ. Οὐδεὶς ἐπίβλημα ῥάκους ἀγνάφου ἐπιράπτει ἐπὶ ἱμάτιον παλαιόν· εἰ δὲ μή, αἴρει τὸ πλήρωμα ἀπ’ αὐτοῦ τὸ καινὸν τοῦ παλαιοῦ καὶ χεῖρον σχίσμα γίνεται. καὶ οὐδεὶς βάλλει οἶνον νέον εἰς ἀσκοὺς παλαιούς· εἰ δὲ μή, ῥήξει ὁ οἶνος τοὺς ἀσκοὺς καὶ ὁ οἶνος ἀπόλλυται καὶ οἱ ἀσκοί· ἀλλ’ οἶνον νέον εἰς ἀσκοὺς καινούς.
Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi”.
Qual è il vino vecchio che è stato ampiamente versato nel corso della storia delle Chiese? È il vino della mitologizzazione, il recupero dell’essenza del paganesimo in un contesto di cristianità. Il cristianesimo sacrificale. Gli dèi del paganesimo sono divinità della vita e della morte, che gli umani possono facilmente offendere, che sovente si adombrano per un nonnulla, che si vendicano degli offensori, che possono essere placate solo mediante continui sacrifici e vittime. Divinità spesso irate, con le quali gli umani convivono in un rapporto di scambio, con un continuo do ut des che a volte implica la sostituzione, la designazione di una vittima su cui scaricare l’ira divina. Il Dio dell’Antico Testamento presenta sovente un volto mitologico, anche se processi di demitizzazione sono operanti sulla figura di YHVH, che non è né maschio né femmina, che è unico, ecc. Questo lato mitologico oscuro si oppone alla natura essenzialmente etica del Dio di Israele. Ma l’etica veterotestamentaria, se si escludono alcune illuminazioni profetiche, sta pur sempre nell’ottica dell’espulsione e soprattutto della punizione divina. YHVH è soprattutto un Dio inesorabile nella punizione. L’elemento mitologico più forte sta nel suo legame col sangue e col suo spargimento violento, nel terrore mortale che spira da lui. Il tremendum della sua maestà non è dissimile da quello di Zeus con le sue folgori. L’uomo religioso è un uomo che vive nel continuo timore che l’ira divina si abbatta su di lui. Il cristiano ossessionato dal peccato e dall’idea di finire nell’inferno è un homo religiosus perfettamente corrispondente al modello millenario, il suo è l’abito vecchio, l’otre che riempito di vino nuovo collassa. Il vecchio vestito della religione non si addice alla novità portata da Gesù, il tentativo millenario di creare e mantenere un cristianesimo-religione, sostituto del paganesimo romano nella sua stessa funzione, ha provocato lo squarcio del vestito, la perdita degli otri e del vino.
Dopo duemila anni è inevitabile che il vestito si logori di nuovo, e non è colpa nostra.
Un cattolico.