La mia religione 4

595-10_Piero_della_Francesca_-_Il_Battesimo_di_Cristo

καὶ εὐθὺς ἀναβαίνων ἐκ τοῦ ὕδατος εἶδεν σχιζομένους τοὺς οὐρανοὺς καὶ τὸ πνεῦμα ὡς περιστερὰν καταβαῖνον εἰς αὐτόν·

E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba.

Fin dai miei primi anni mi è risultato del tutto inaccettabile il Cattolicesimo come mera consuetudine, come insieme di pratiche e riti, e di formule verbali nelle quali sia possibile credere un po’ sì e un po’ no, e senza coerenza alcuna. Se in gioco era la vita eterna, perché allora la gente era tutta uguale, e i comportamenti dei credenti e dei non credenti erano del tutto indistinguibili? Questa domanda mi assillò per anni, fino al punto che, intorno al mio sedicesimo compleanno, i nodi vennero al pettine e, come tanti altri coetanei, fui sul punto di abbandonare la pratica religiosa e la frequenza ai sacramenti. Già la confessione era per me difficile, perché mi sembrava ormai un affare puramente meccanico e vuoto, una faccenda in cui il prete era un semplice impiegato di una amministrazione burocratica. Stavo dunque per abbandonare l’interesse per la religione e la spiritualità cattolica, ma accadde che il cappellano della mia vecchia parrocchia, che avevo continuato a frequentare dopo il trasferimento della mia famiglia in una nuova abitazione, mi regalò un testo del cardinale Danielou, Dio e noi. Questo libro mi aprì il mondo della teologia e della storia delle religioni, offrendomi la possibilità di una mediazione razionale della fede. Debbo dunque il mio permanere, per quanto estrememente critico, all’interno della Chiesa ad un cappellano che qualche anno dopo gettò la tonaca per amore di una donna, e ad un cardinale che morì sulle scale della casa di una spogliarellista. Due personaggi che ho molto amato.
Da quel tempo ormai lontano ho letto molti libri di teologia, esegesi biblica, e percorso la Bibbia dall’inizio alla fine. Una cosa posso infine dire: il Cristianesimo è una religione semplice solo a patto di abbandonare totalmente, riguardo ad essa, l’uso della ragione. Cosa che fa la maggior parte dei fedeli. Altrimenti è un groviglio, che può essere affrontato solo con l’uso di una dialettica letteralmente infinita. Cominciando dal problema della realtà degli eventi narrati negli Evangeli, per finire a questioni come quelle della coscienza umana e divina in Gesù, della Trinità e così via. Prendiamo il versetto di Marco: vi si dice che Gesù vide (εἶδεν) aprirsi i cieli (σχιζομένους τοὺς οὐρανοὺς) e lo Spirito discendere su di lui come una colomba (ὡς περιστερὰν). Tanto per dire, qui si pongono tre domande, o costellazioni di domande. 1) Quello che vide Gesù lo disse? A chi e quando? O tutto questo è una creazione di Marco o delle sue fonti? 2) Che significa che i cieli si aprono (non come l’aprirsi di una porta, ma come un fendersi, un dividersi in due – σχιζομένους, schizoménus )? I cieli è un’espressione che nel Nuovo Testamento sta solitamente in luogo di Dio. È dunque Dio che qui si apre, si divide? 3) E questo essere in alto di ciò che è detto cieli come va interpretato? E che senso ha dire che lo Spirito discende come una colomba? Il Cristianesimo ci presenta duemila anni di interpretazione, è una religione che ha stimolato il pensiero fino ai suoi limiti estremi, generando tensioni che le altre fedi monoteistiche non hanno conosciuto se non in grado assai minore. Ma quel che vedo intorno a me è questo: della fede e dei suoi contenuti in rapporto alla ragione discettano solo i teologi professionali nei loro orti chiusi, mentre gli intellettuali che si dicono cattolici si tengono alla larga da ogni questione che possa toccare l’ortodossia, e nella realtà della loro esistenza vivono quello scisma sommerso di cui scrisse Pietro Prini.

4 pensieri su “La mia religione 4

  1. Non parliamo poi delle maggiori o minori concordanze tra i Vangeli. L’episodio di cui parli, secondo un evangelista è avvenuto subito dopo l’immersione, per altri un poco dopo…
    E vogliamo approfondire i concetti di anima, pneuma, nefesh, coscienza, volontà…?
    Dicendo che Gesù era uomo, inteso come corpo e anima, di quale anima si parla? Apollinare, Nestorio, Nicea, Costantinopoli… come vanno letti? Le “traduzioni” greche come e quanto rispecchiano i concetti espressi in chissà quali lingue semitiche?
    Dici bene: una complessità infinita.
    Ma forse è il bello della nostra(?) religione

  2. Io invece trovai per casa un libro che mi parve subito di ardua lettura e che mi sgomentò quanto più mi inoltravo lentamente in essa: erano i “Lineamenti di storia delle religioni” di Ambrogio Donini. Passare dalle favole colorate della religione scolastica alla polverosa asprezza dei manoscritti del Qumran e delle rivolte di schiavi, fu principalmente uno shock estetico: feticci feroci, elusivi profili di divinità egiziane, guarnivano un’idea di religione quale sogno confuso, perennemente sul punto di mutarsi in incubo, intessuto da una umanità disperata, alle prese con durezze intrattabili. Dopo una simile “disinfezione”, hanno dovuto passare decenni prima di tentare qualche parziale (e tortuoso) “reincantamento”.

  3. Restando sull’autobiografico, il mio momento magico fu l’apertura di un testo sinottico dei vangeli, con cospicuo apparato di note. Significò scoprire che, oltre alle semplici letture della messa e delle formule del catechismo, c’era uno studio, un approfondiemnto.
    Contribuì anche la lettura degli articoli di quel grande giornalista che fu A.Guerriero (Ricciardetto) su Epoca, anni ’60. Era possibile approcciarsi alla religione e alla fede mantenendo acceso il cervello!

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