I miei genitori mi avevano fatto leggere solo libri illustrati per bambini, quando nella primavera del 1958 mi capitò tra le mani il romanzo di Salgari I minatori dell’Alaska. Un libro che faceva parte di una collezione della famiglia di mia mamma, erano libri degli anni 30-40, di mio zio Gaetano Ghedina, che io non conobbi mai, perché a vent’anni nella primavera del 1945 si era arruolato nelle Camicie Nere, e fatto prigioniero dai partigiani fu fucilato dopo il 25 aprile. Gaetano doveva avere amato molto Salgari e Verne, ce n’erano parecchi, tutti rilegati con copertine dure marmorizzate. Dunque, la sorte volle che il primo vero libro in assoluto fosse per me I minatori dell’Alaska. Avventure allo stato puro, tra lupi, orsi, indiani Athabaska e molti animali di ogni sorta. Lo divorai, e lo rilessi poi molte volte, sognando di diventare un cacciatore, bramando una carabina e terre selvagge.

certi libri sono delle vere perle da ricordare, la copertina resta intatta nella nostra memoria :-)
io mi ricordo ancora le illustrazioni (piene di grazia) della storia di San Francesco narrato ai bambini…
la tunica marrone col cappuccio, gli uccellini…
e poi tutte le illustrazioni della collana di fiabe Andersen…una meraviglia!
Il mio credo sia stato I tre moschettieri (versine rimaneggiata, per ragazzi). Sognai di salvare il Regno dal complotto, e mi sa che ci sono rimasto.
Sono certo che ogni essere umano rimanga saldamente ancorato a quella fase della vita. Nel bene e nel male.
per quanto fossi una bambina, anch’io ho iniziato a leggere Salgari e Verne. Mi presentavano i “libri rosa”, storie sdolcinate che non potevo digerire. Forse gli unici appartenenti a quel genere che sopportavo erano i volumi della Primula rossa. Ma passavo i pomeriggi sdraiata sul tappeto a pancia sotto a leggere La città del re lebbroso e i figli del Capitano Grant o il fiore delle perle… non importa, li ho letti tutti. E mia nonna, passando, mi sculacciava amichevolmente perché secondo lei avrei dovuto fare piuttosto un qualsiasi lavoro casalingo di una certa utilità. Ma che emozioni quei libri!