Penso che sia universale convinzione, almeno in Italia, che tutti siano in vendita e si tratti solo di accordarsi sul giusto prezzo. Dunque, come pensare che non si trovino facilissimamente molte persone disposte a fare strame di ogni precedente dichiarata convinzione, di ogni affermato e proclamato principio, di fronte all’offerta di una posizione prestigiosa, di vantaggi, di prebende? Ma a quelli che si sdegnano per il Berlusconi che compra tutto e tutti io propongo questa domanda: che fareste voi, che campate con una pensione o uno stipendio impiegatizio o un salario operaio, se Verdini vi proponesse un seggio regionale o parlamentare, che vi darebbe tanti più denari per voi e per la vostra famiglia? Direste: tienti i tuoi sporchi 13.000 euro mensili, che io mi accontento dei miei 1300? Hic Rhodus, hic salta!

Fabio, condivido il senso del tuo post. Eccepisco solo su un dettaglio: non è così solo da noi. Credo che se si analizzassero le dinamiche politiche che conducono alla rappresentanze nelle cd più antiche democrazie occidentali vedremmo all’opera una logica molto simile alla nostra. È che non ci vengono raccontate. È che non ci vengono raccontate. Qualche volta ci dicono che questo o quello è stato rimosso, che so in Germania o Francia o Inghilterra perché pagato da questo o da quello a rappresentare interessi particolari sotto compenso. Per non parlare degli USA dove l’attività di lobbyng è non solo legale ma rappresenta un vero e proprio modo per bilanciare interessi che lasciato soli produrrebbero tensioni eccessive ai margini del sistema politico e che quindi il sistema stesso deve in qualche modo reintegrare accettanod molto spesso richieste di salvaguardia di interessi particolarissimi. Certo, poi il quadro normativo e la certezza dell’applicazione delle norme è tale per cui se si deroga dalle regole si va in galera, ma la motivazione iniziale che tu stigmatizzi, quelle secondo la quale siamo tutti in vendita è la stessa dappertutto ed il marchio di fabbrica del nostro mondo. Di questo mondo. Ci piaccia o meno. Ci porti soldi o, come nella maggior parte dei casi, ci lasci a contemplare invidiosi la ricchezza degli altri.
Ma io non scrivo che sia così solo da noi. Dico che è universale convinzione almeno in Italia. “In Italia” si riferisce alla convinzione, non al fatto in sé. Il denaro è misuratore universale ovunque. E io non sono nemmeno convinto che questo sia un male assoluto.