Penso che senza forme di differenziazione non possa esistere società umana. La cultura oggi maggioritaria (e di molto) in Occidente, l’erede della cultura borghese-liberale nel mondo globalizzato, ha deciso di promuovere in ogni campo e su tutti i piani l’indifferenziazione (con i suoi correlati di relativismo ed equivalenza di ogni posizione e scelta, la cui icona è ora il matrimonio gay). Ma poiché nessuna società umana può sopravvivere senza differenza, in Occidente compaiono qua e là tentativi di ripristinarla su alcuni piani (contro gli immigrati, contro questo o quello). Tentativi destinati al fallimento. Prevarrà la volontà unica della cultura maggioritaria, tuttavia, e l’unica reale differenziazione si darà – come sta avvenendo ovunque – sul piano del censo: diritti formali uguali per tutti, ricchezza distribuita in modo sempre più diseguale (la condizione di quelle che erano un tempo le classi medie è davanti agli occhi di tutti). Da un lato vi è la necessità di incanalare il risentimento sociale crescente, dall’altro disponibilità decrescente di mezzi per poterlo fare. Necessità, contemporaneamente, pena il collasso sistemico, di alimentare il desiderio nella sfera immaginale-mediatica, mentre alla maggioranza della popolazione è del tutto impossibile accedere alla realizzazione del desiderio instillato, e ne consegue una pesantissima frustrazione. Il capitalismo tecnotronico-finanziario non è interessato alla famiglia, al ruolo della donna e dell’uomo, alle religioni, alle nazionalità, alle razze o stirpi o varietà umane, ecc. Per esso conta solo il denaro, le cui forme appaiono peraltro sempre più astratte, e contano le differenze quantitative nel suo possesso, che inevitabilmente trapassano in qualitative e materiali. Tutto sarà determinato solo dal denaro: è evidente ovunque in tutto l’Occidente, con contraddizioni che sono destinate a farsi sempre più spaventose su scala globale, e con contraccolpi violenti.
denaro
In vendita
Penso che sia universale convinzione, almeno in Italia, che tutti siano in vendita e si tratti solo di accordarsi sul giusto prezzo. Dunque, come pensare che non si trovino facilissimamente molte persone disposte a fare strame di ogni precedente dichiarata convinzione, di ogni affermato e proclamato principio, di fronte all’offerta di una posizione prestigiosa, di vantaggi, di prebende? Ma a quelli che si sdegnano per il Berlusconi che compra tutto e tutti io propongo questa domanda: che fareste voi, che campate con una pensione o uno stipendio impiegatizio o un salario operaio, se Verdini vi proponesse un seggio regionale o parlamentare, che vi darebbe tanti più denari per voi e per la vostra famiglia? Direste: tienti i tuoi sporchi 13.000 euro mensili, che io mi accontento dei miei 1300? Hic Rhodus, hic salta!
Roma ladrona
La più immediata preoccupazione fu poi quella del denaro, e, a un esame circostanziato, il più giusto parve trarlo proprio di dove ne derivava la causa di scarsezza. Due miliardi e duecento milioni di sesterzi erano da Nerone stati sperperati in largizioni. Ne ordinò Galba il recupero presso ciascuno, ai singoli solo lasciando la decima parte dei donativi. Ma n’era a costoro rimasto si è no tal decimo, prodighi com’erano stati dell’altrui come già del proprio, ai più rapaci e ai più disperati restando non terreni o capitali, ma unicamente gli strumenti del vizio. Addetti al recupero furono trenta cavalieri, ufficio insolito, e per gli intrighi e per il numero di implicati gravoso. In ogni dove vendite all’incanto e compratori, e la città sconvolta dagli atti giudiziari. D’altronde era un’allegrezza da non dire vedere ridotti così al verde quelli da Nerone impinguati come i già prima da lui spogliati. Dimessi di carica furono in quei giorni i tribuni Antonio Tauro e Antonio Nasone delle coorti pretorie, Emilio Pacense delle urbane, Giulio Frontone dei vigili. Ma non valse il rimedio per gli altri, cominciato a insinuarsi il timore d’essere l’un dopo l’altro buttati fuori per una politica di paura, di sospetto contro tutti.
Tacito, Storie I, XX (trad. F Mascialino, Zanichelli1983)