Sul marmo delle scale di casa mia per alcune mattine si svolge un tentativo di volo nuziale di tetramorium caespitum, una piccola formica nera molto comune, che non sdegna di vivere in anfratti dei marciapiedi e dei muri delle città, anche se in campagna i suoi nidi sono piccoli cumuli di terra tra le erbe. Negli anni Sessanta, quando ero studente di scuola media, ogni pomeriggio prima dei compiti dicevo a mia mamma “vado a vedere le formiche” e scendevo dal nostro appartamento a Venezia giù nel rio terà, dove purtroppo le specie di formiche che potevo osservare erano solo due: la tetramorium e la specie rivale pheidole pallidula. Spesso queste due specie ingaggiavano combattimenti mortali, talora scontri di pattuglie, qualche volta battaglie campali. In genere vincevano le tetramorium, perché nella loro specie ogni lavoratrice è anche una guerriera, mentre nelle pheidole le operaie sono divise in due caste: le piccole lavoratrici e i soldati dalla grossa testa, con un dimorfismo accentuato. Accadeva così che negli scontri per ogni soldato pheidole ce ne fossero due o tre tetramorium. Io non mi stancavo mai di osservare le mie formiche, mirmecofilo da sempre e per sempre. I vicini mi avranno visto come bizzarro, e i miei genitori di sicuro erano un po’ preoccupati. Ma per me fu una finestra sui mondi.
Ma durante le vacanze in montagna quante specie interessanti si aggiunsero, i cui nomi latini mi stregavano: myrmica rubra, myrmica ruginodis, lasius niger, lasius flavus, lasius mixtus, lasius fuliginosus, formica sanguinea, formica lugubris, formica fusca, polyergus rufescens, camponotus herculeanus…
Sei meglio tu di un’enciclopedia, per il semplice motivo che sai spiegare con molta semplicità
Ciao, Pat
Troppo buona!
Io purtroppo ho avuto un brutto incontro con le formiche, so che la specie si chiama in gergo sciupalegno. Si sono annidate dentro l’intercapedine della finestra….altro che voli nuziali Un via vai incredibile….forse in altra occasiane mi sarebbero piaciute di più
Camponotus ligniperda, suppongo…
Io (nota personale) le considero formiche e basta. Ma ho comunque nei loro confronti un amorevole considerazione. Vivendo in campagna ho una innumerevole quantità di formiche attorno casa e mi meraviglio sempre della loro capacità di fare con il loro eterno cammino solchi nel terreno, solchi che diventano strade di terra battuta tra l’erba, nonostante il terreno duro, argilloso. Raramente queste entrano in casa, vivono con quello che la natura gli offre e quando ho voglia seguo i loro misteriosi logici percorsi e francamente non mi capacito di tutta quella loro frenesia, un poco antipatica.