Pensierini 5

E mi sovviene che Dante colloca all’inferno Francesca per aver divinizzato la passione (che ha struttura monoteistica e porta a fare dell’essere amato il proprio Dio) e in Paradiso la leggera Cunizza dai molti amanti…

Ciò che contrappone radicalmente l’uomo a Dio è l’ idolatria. E molte sono le realtà che possono essere costituite come idoli. Del resto “idol mio” è tipico del linguaggio amoroso poetico e parapoetico dei secoli andati, e dice tutto.

Il peccato di Paolo e Francesca è appunto nell’aver assolutizzato l’amore umano, il loro, facendone il loro dio. Come mostrano le tre terzine che iniziano con la parola Amor. Esso dice una falsa Trinità che si contrappone alla vera. Struttura idolatrica dell’amore trobadorico e romantico. Dante aveva appunto un pregiudizio di tipo trobadorico, il peccato che lo aveva allontanato da Beatrice, ed è qui, nell’Inferno,  abbandonato.

Che l’umano sia sociale sta scritto nell’umano stesso. La lingua che parla un eremita non l’ha creata lui. Egli parla con Dio una lingua socialmente mediata. Lo stesso modo e la scelta di essere eremita li ha imparati da altri eremiti. L’umano è fin dalla sua nascita in relazione con l’altro, e non è pensabile al di fuori di questa relazione.

È chiaro che il risentimento circola in modo differente in un giornale della sinistra extraparlamentare e in Repubblica, così come il risentimento di un operaio espulso dalla fabbrica è differente da quello dello stilista amico di Veltroni o di Tremonti . Comunque sia, il discorso politico  rimane sempre vittimario: ci si identifica con le ragioni di una vittima (che può essere l’intero Paese) e si vuol espellere-linciare- annientare i suoi carnefici.  È una logica oggi trionfante ovunque.

La fiducia in una persona, come quella nella convertibilità del denaro, come ogni fiducia, ha sempre una base mimetica. La fiducia nella convertibilità non riposa su di un rapporto immediato con l’oggetto moneta, bensì sulla fede a priori nell’universalità della relazione. Accetto in pagamento una banconota perché lo fanno gli altri, e perché vedo che gli altri hanno fiducia nella convertibilità.  Anzitutto fiducia nell’altro e nei suoi atteggiamenti. Si tratta di fede linguistica anzitutto, e di fede nel fatto che il valore dell’oggetto moneta è condiviso. Nessuna forma di circolazione interumana si dà senza base mimetica. Ed è anche un dato di esperienza che fiducia e sfiducia sono socialmente contagiose, ovvero mimetiche al massimo grado.

Direi che ci sono una mimesi irriflessa e una mimesi mediata (mediazione che può darsi a più livelli). In ogni caso, il singolo ha sempre di fronte a sé un modello sociale e plurale, e in alcune circostanze può decidere se “fare come gli altri” o “non fare come gli altri”. Ma io penso che anche il “non fare come gli altri” sia adeguazione ad un modello preesistente di “non fare come gli altri”. La libertà dell’arbitrio, come l’eternità, si può dare solo in un ambito non misurabile, ma non per questo meno rilevante. Aggiungo che l’intero Cristianesimo è impostato sul “fate come me”, e corrispettivamente sul “non fate come loro”, ovvero su una mimesi che tende, senza mai raggiungerla, all’identificazione.

4 pensieri su “Pensierini 5

  1. a me sovviene che ogni cosa va collocata nel suo quadro completo, per trovare una risposta a questa divinizzazione passionale dobbiamo tenere presente il tradimento di entrambi.

  2. Certo, Fabio, che la tua assoluta aderenza al credo girardiano (di cui detesto il sostrato innegabilmente bigotto che ne indebolisce -a mio modestissimo avviso-, in modo sensibile il pur indubbio valore), non lascia affatto spazio al libero arbitrio. I tuoi uomini sono cloni, alla fin fine … eterni replicanti in un gioco di specchi…
    Il processo mimetico sarà anche pure innegabile, soprattutto alla luce delle nuove acquisizioni della neuroscienza, ma non basta a spiegare l’ Uomo, se è questo l’ intento.

  3. Veramente io ho dimostrato, criticando in molti scritti Girard e Fornari, di non aderire affatto assolutamente al “credo” girardiano. Se avrai la pazienza di leggere la mia disamina di un libro di G. Fornari sulla pagina Generativa, te ne renderai conto: http://www.bibliosofia.net/files/fornari.htm

    Inoltre qui ho scritto che “La libertà dell’arbitrio, come l’eternità, si può dare solo in un ambito non misurabile, ma non per questo meno rilevante”. Soppesa queste parole, per favore.

  4. Leggerò con vero interesse ciò che mi segnali.
    Quanto al virgolettato, lo condivido certamente, ma mi pareva di ravvisarne comunque una certa contradditorietà con quanto poco sopra da te affermato.

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