L’essenza della costruzione hegeliana consiste nel fatto che essa misura il corso della storia secondo il progresso temporale, cioè costruisce dall’ultimo passo quelli precedenti, considerandoli come necessariamente determinanti la situazione attuale. Questo orientamento secondo la successione temporale presuppone che nella storia del mondo valga soltanto ciò che determina delle conseguenze, e che il susseguirsi degli avvenimenti del mondo debba essere valutato secondo la ragione del successo. Il successo non è però soltanto la suprema istanza della visione storica dì Hegel, ma rappresenta al tempo stesso un criterio costante della vita quotidiana, dove del pari si suppone che il successo di qualcosa dimostri un diritto superiore rispetto a ciò che non ha successo. Il nucleo popolare della speculazione di Hegel sta quindi nel diffusissimo convincimento che soltanto ciò che ha successo abbia anche ragione. Questa fede ha ottenuto nel secolo XIX un’apparente conferma nel mondo della natura mercè la teoria dell’evoluzione di Darwin. Sotto l’impressione della concorrenza economica, Darwin ha scoperto la legge della «selezione naturale», secondo cui le specie animali superiori vengono a determinarsi perché nella « lotta per l’esistenza » il piú forte sopravvive ai meno dotati. La filosofia della storia di Hegel e la teoria biologica di Darwin hanno entrambe ricavato da quel che di fatto ha successo la pretesa necessità e l’intimo diritto del suo prodursi, e la loro ammirazione per le forze storiche e biologiche ha condotto ad una idolatria per quella forza che si riveli in un dato caso vittoriosa. D’altro canto, ciò che è scomparso dalla memoria storica, essendo stato annientato od essendo rimasto senza successo, è considerato secondo la formula di Hegel un’ «esistenza ingiustificata».
Karl Löwith, Da Hegel a Nietzsche, 1939, trad. it. di G. Colli, Einaudi 1949, pp. 329 – 330
* * * * * *
Si può osservare che l’ “aver ragione” è nella maggior parte dei casi avvertito come aver assolutamente ragione, e non come aver ragione in modo condizionato e relativo. Tuttavia, il successo non essendo slegato dall’accidentalità ma essendo al contrario la risultante di fattori innumerevoli, il riferirvi una ragione assoluta espone a quelle continue smentite e confutazioni che sono il sale (bruciante) della storia, e la riprova della inesorabile tendenza idolatrica degli umani.
Uh, la cara nottola di Minerva… Questa presenza fastidiosa per molti studenti di terza liceo, evoca il carattere notturno del risveglio filosofico. Non è all’alba, o al pomeriggio, che il pensiero filosofico inizia il suo volo, ma « sul far del crepuscolo ». Quando le cose sono già bell’e fatte , il pensiero cerca di capire e trasformare il proprio volo in conoscenza. E nel desiderio di eguagliare la sua conoscenza al proprio essere, afferma di aver trovato tutto ciò per cui è diventata quella che essa è. La notte non porta solo stupore, come in Holderlin, ma addirittura la conoscenza razionale di tutto il reale.
La dialettica hegeliana, nella quale la nottola percepisce La filosofia,sarebbe una scienza sistematica e certa, il trionfo della riflessione di una sopravvissuta. Il suo sguardo si fa sintesi di tutte le catastrofi, secondo l’idea più generale che la negazione dialettica ritiene tutto quanto vi è di positivo in quello che essa supera , e può, nel tempo, applicarsi a quello che potremmo ancora chiamare una coscienza. Nell’idea originale di un Assoluto spirito dinamico, la nottola crede di conservare tutto quello che vi fu di positivo nelle sofferenze dei morti… e persino nelle guerre, gli stermini, le pestilenze e i miserabili pidocchi che, nel tempo, li fecero disperare.
Orientandosi al buio, la nictalopa, che come il pensiero non si ferma mai, dice “superata” l’opposizione fra Sapere e Essere. E, con il Sistema, afferma l’infinità di una Ragione che pretende di non lasciare niente al di fuori di sè.
In nome di una tale Ragione, la cui veglia non cessa di produrre resti, anche umani, si possono anche chiedere agli uomini dei sacrifici, dicendo alle vittime di una scienza certa e a quelli che muiono nell’angoscia che il tempo non è strazio e privazione ma oltrepassamento dialettico. Non è forse questo che, per calmare i loro scrupoli, dicono i manipolatori della filosofia ? Insomma, mi pare che la nottola di Minerva “veda” ogni cosa chiaramente su sfondo oscuro… in base ai propri concetti.
… Del resto ( non c’entra per niente con Hegel, o fose sì, per obliquo), mi viene irresistibilmente in mente il colloquio fra il colonnello Stumm e il giovane Ulrich – un brano dell’ Uomo senza qualità in cui questa notte mi sono imbattuto :
« … Stumm cacciò in mano a Ulrich una dozzina di fogli in una volta. Eran coperti di direttive di marcia, linee ferroviarie, reti stradali, calcoli di portata, contrassegni di corpi, dislocamenti di truppe, circoli, quadrati, zone tratteggiate; il tutto come in un regolamentare rapporto di stato maggiore, intersecato da linee rosse verdi azzurre e gialle e disseminato di bandierine dei più vari tipi e significati, quelle che un anno più tardi sarebbero diventate così popolari. – Ma non serve a niente! – sospirò Stumm. – Ho cambiato modo e provato ad affrontare il problema dal punto di vista della geografia militare invece che da quello della strategia, sperando di ottenere almeno un campo d’operazioni ben articolato, ma non c’è verso! Ecco qui le descrizioni orografiche e idrografiche! – Ulrich vide segnate sulla carta vette di montagna da cui partivano diramazioni che più in là si riammassavano, sorgenti, reti fluviali e laghi.
Negli occhi vivaci del generale scintillava qualcosa come irritazione o esasperazione. – Ho tentato in cento modi, – egli disse, – di riportare il tutto a un’unità; ma sai com’è? Come viaggiare in seconda classe in Galizia e prendersi i pidocchi! E’ la più schifosa sensazione d’impotenza che si possa immaginare. Quando sei stato un pezzo in mezzo alle idee, ti prude tutto quanto il corpo e non hai pace se non ti gratti a sangue!
Il più giovane non poté trattenersi dal ridere di quell’energica descrizione. Ma il generale pregò: – No, non ridere! Io ho pensato che tu sei divenuto un borghese eminente; nella tua posizione devi capire la questione, e devi capire anche me. Son venuto a chiederti aiuto. Ho troppa reverenza per tutto ciò che rappresenta lo spirito, e perciò non posso credere di aver ragione!
– Tu prendi troppo sul serio il pensiero, signor colonnello, lo consolò Ulrich. Involontariamente aveva detto “colonnello”, e se ne scusò. – Mi hai così piacevolmente ricondotto al passato, signor generale, quando mi comandavi certe sere a filosofare in un cantuccio del circolo. Ma, ti ripeto, non bisogna prendere tanto sul serio lo spirito come tu stai facendo!
Non bisogna, – gemette Stumm. – Ma io non posso più vivere senza una regola superiore nella mia testa! Non lo capisci? Io rabbrividisco se penso quanto tempo son vissuto senza di essa, sui campi di manovre e nelle caserme, fra barzellette militari e storie di donne! »
Da: Robert Musil, L’uomo senza qualità (1930) [Torino: Einaudi, 1957, Vol. 1, Parte seconda (“Le stesse cose ritornano”), cap. 85 (“Le fatiche del generale Stumm per mettere un po’ d’ordine nei cervelli borghesi”), pp. 359-363]
La veglia della Ragione (dei sopravvissuti ) non cessa di generare i famosi contemporanei, molti resti e numerosi mostri ?
Ora io penso che non vi sia un solo Hegel. Come tutti i sommi filosofi, anche Hegel può essere tirato di qua o di là, a seconda dell’interpretazione, come Platone, come Aristotele. E’ inesauribile. Vorrei farmi nottola, o barbagianni…
Farsi civetta con gli occhiali o barbagianni, in un giro senza fine di travestimenti multipli ? Perché no ? Volano leggeri di qua o di là per la campagna come fantasmi, sono animali stupendi, uccelli meravigliosi, ancorché in via d’estinzione…Perlomeno così pare.
Vedono nell’oscurità. E uccidono topi.
Topi uccisi al crepuscolo ?
Un’arte antica, la caccia nell’oscurità di civette e barbagianni, tutt’altro che facile.
Nonostante i tanti lacci, archetti, tagliole, vischio e Volontari della Protezione Animali acquattati nella notte italiana, non resta che augurare buona caccia alla cara nottola di Minerva e simili. :-)