Scrivendo sull’ «eccesso del male» non penso anzitutto alle sofferenze che genera l’ingiustizia sociale, a quelle dei prigionieri nei campi di concentramento, a quelle di interi popoli immolati nelle guerre moderne. Penso alla sofferenza privata. I morti delle catastrofi collettive sono anzitutto singole anime che hanno visto avvicinarsi la morte soltanto per loro.
Denunciando il male nella sua dimensione politica, lo si suppone familiare e facile per la singola anima. Gli si inventa un rimedio della sola misura con cui lo si considera: un rimedio politico. Ma forse il favore di cui gode il pensiero politico nella nostra epoca, sotto l’influenza del marxismo e di tutte le ideologie dell’era delle masse e delle maggioranze, risulta da un indebolimento del pensiero stesso, che la questione dell’anima, della sua perdizione e della sua beatitudine ormai ostacola e intimidisce.
Philippe Nemo, Giobbe e l’eccesso del male, Citta Nuova Editrice 1981, p. 9
L’ ultima asserzione mi pare, a dir poco, confusa e contraddittoria. Affermare che il marxismo abbia contribuito all’ “indebolimento del pensiero”, quando invece esso nasce e dilaga sulla base di istanze in primo luogo umaniste -cioè necessariamente suffragate dal pensiero- è piuttosto insensato e non veritiero.
Ma è davvero impossibile l’ onestà intellettuale negli scrittori di cose religiose?
Sì, l’onestà intellettuale è possibile in chiunque, come la disonestà. Ma “di cose religiose” scrivono anche gli atei. Forse tu intendevi dire che non è possibile essere insieme onesti e religiosi. Allo stesso modo uno potrebbe negare onestà intellettuale agli atei come categoria, e non si andrebbe lontano, né sarebbe possibile dialogo. Il fatto poi che il marxismo sia un umanismo non significa di per sé che non sia menzognero, anche perché la menzogna è un prodotto del pensiero. Il marxismo è qui da Nemo inteso come ideologia, non come pensiero di Marx. Come ideologia, il marxismo è stato una delle grandi illusioni/menzogne del XX secolo.
Il senso è questo .
Limitare il pensiero entro il recinto del solo pensiero politico costituisce l’esito e il presupposto di un indebolimento del pensiero .
Indebolimento nel senso che al pensiero viene sottratto uno spazio e una dimensione che prima aveva e dopo il Marxismo non ha piu’.
(Spazio estensione non acutezza ).
Gli vengono quindi sottratte quelle estensioni che eccedono l’oggetto del pensiero umanista e politico .
E’ un ragionamento che si può discutere , ma di sicuro non si può dire che non sia onesto .