Autismo insignificante

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Qualcuno ha affermato che autismo e Internet sono due realtà fortemente connesse. Non solo perché nella Silicon Valley sono numerosi i tecnici e gli ingegneri informatici che sono nello Spettro, come si usa dire, ma anche perché la consapevolezza mondiale dell’autismo non sarebbe quella che è, e forse semplicemente non sarebbe, senza il potente motore del Web, l’acceleratore dei processi mediante i quali le famiglie e i singoli hanno stretto legami, creato e sostenuto associazioni e movimenti d’opinione, difeso interessi (talvolta contraddittori) e combattuto battaglie spesso feroci: contro i pregiudizi, contro le discriminazioni, contro la politica insensibile e le istituzioni arretrate e disumane; ma anche a favore di metodi discutibili, di personaggi equivoci, di ciarlatani e di impostazioni pseudo-scientifiche. Poiché autismo si dice autismo anche in spagnolo, se si digita in Google autismo o l’anglo autism la marea di pagine, link e documenti vari che emerge è sconfinata, schiacciante, una dimostrazione che il termine autismo è pervasivo e, ad un’attenta analisi, utilizzato in una vasta gamma di significati, dei quali quello connesso alla sindrome classificata nel DSM e nell’ICD è il più presente, ma non l’unico.
Il significante autismo è oggi—questo è un mio chiodo fisso, perché a mio giudizio si tratta di un’evidenza cui non si attribuisce la rilevanza che le spetta—dilatato al punto di diventare fonte di ambiguità, incertezza, equivoco, e di produrre non autentica consapevolezza ma confusione, e infine seri problemi anche nella vita quotidiana: nell’informazione che circola e nella gestione dei gravi problemi delle famiglie che debbono sopportare il peso della convivenza con una persona con autismo.
Lo Spettro, infatti è immenso, smisurato. Se al suo interno vengono collocati mio figlio Guido, averbale e con grave ritardo mentale che compromette la sua capacità di eseguire i compiti più semplici e riduce al minimo la sua autonomia, e ugualmente un soggetto Asperger come il dott. Mario Rossi, che ha avuto una diagnosi tardiva, che lavora e ha due figli, allora uno non capisce più nulla. Perché indubbiamente Mario Rossi sul piano della realtà è molto più vicino a me neurotipico che a  mio figlio autistico. Perché Mario Rossi e io possiamo parlare, discutere di vari argomenti tra cui l’autismo, delle prospettive dei nostri figli, di politica ecc., ma né io né lui possiamo far questo con mio figlio. Pure, Mario Rossi è nello Spettro, come Guido, e io no, io ne sono fuori. A buon diritto, sembra, Mario Rossi e Guido Brotto possono essere chiamati autistici, e io no…
Ma allora, io mi domando e dico, autismo significa qualcosa che possa essere compreso dall’opinione pubblica, o è diventato una notte dentro la quale tutte le vacche sono grigie?

2 pensieri su “Autismo insignificante

  1. Grave dilemma, e come darti torto. tu lo vivi direttamente e lo comprendi meglio di chi ne è al di fuori, ma proprio chi ne è al di fuori in questa maniera si ritrova ancora di più nella confusione e nella difficoltà di comprendere cosa sia l’autismo e quali sono le sue varie forme!!!

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