Il mappamondo

Nel 1959, nell’appartamento in cui abitavamo a Venezia, in Campo San Giacomo dell’Orio, eravamo in cinque: mio padre, mia madre, la zia Maria, mio fratello Paolo, e io. Oggi sono andato al cimitero di Zero Branco, a portare fiori sulla tomba del mio bisnonno paterno Tomaso e dei suoi discendenti.  Quattro dei membri della mia famiglia di allora, di quel 1959, dormono là insieme  il sonno eterno. Paolo è morto nel 1993, a 41 anni. Oggi lo ricordo così, vicino al mappamondo che ci regalarono in quell’anno lontano, che aveva una luce al suo interno, che si poteva accendere e spegnere. Era bello guardarlo luminoso in una stanza buia.

4 pensieri su “Il mappamondo

  1. Penso che il mappamondo affascini ache i bambini di oggi per l’idea che trasmette di poter avere il mondo tra le mani.
    Un sentimento di vuoto e vicinanza mi trasmette la visita ai miei defunti, un inpulso forte che mi attrae da quando bambina persi mio padre, e so che nel profondo con quella perdita devo ancora fare i conti.Buona notte

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