Ma il silenzio non è meno ambiguo della parola. Poiché esso può essere il portavoce del nulla. Così André Neher intitola un passaggio del suo libro L’esilio della parola. L’Essere, secondo Neher, può all’improvviso ricordarsi della sua originaria parentela col Nulla, e allora appare “il Silenzio – il grande solenne silenzio-inerzia – non come una passeggera sospensione della parola, ma come il portavoce dell’invincibile nulla. Allora il Silenzio sostituisce la Parola, perché il Nulla è ridiventato il luogo-tenente dell’Essere”.
Il Novecento ha visto, nelle sue forme poetiche più intense ed eroiche, alcuni tentativi estremi di superamento dell’angoscia del divenire. Esemplare e forse supremo quello di Rainer M. Rilke nei suoi Sonetti a Orfeo: stupendi bagliori emananti da un comando non fondabile, che ci richiama a Nietzsche e Michelstaedter: Wolle die Wandlung!
Sii prima d’ogni addio, come fosse già dietro
di te, come l’inverno, che già ora finisce.
Ma tra gli inverni c’è un inverno tanto infinito
che a svernarlo il tuo cuore a tutto sopravvive.
Sii sempre morto in Euridice -, innalzati cantando
e, celebrando, innalzati di nuovo al rapporto puro.
Qui, tra color che passano, sii, nel regno del declino,
un cristallo che suona, e che nel suono già s’infranse.
Sii – e sappi anche la condizione del Non Essere,
interminato fondamento della tua interna oscillazione,
che tu questa volta almeno la porti a vero compimento.
Alle già adusate, e opache e mute risorse
della colma natura, alle somme indicibili
annovera te pure giubilando e azzera il conto.
L’uomo essente, l’Effimero per eccellenza, conoscente il non essere, dice il poeta, proprio in quanto essere e non essere in lui vengono ad incandescenza, salva ogni effimero nel giubilare del canto. Ma se l’interna oscillazione ha nel non essere il suo unendlichen Grund, come evitare che il nulla sia l’ultima parola? Viene in mente il farsi fiamma michelstaedteriano. E la difficoltà di convivenza tra il linguaggio della poesia e quello della filosofia.
nulla è impossibile, neanche sfidare il silenzio.,
quello che è certo, secondo la mia misera esperienza, è che il silenzio insegna più della parola, e nel silenzio, è scritto tutto l’alfabeto del mondo, ogni linguaggio, ogni interpretazione.
per questo io lo amo.
il nulla invece non esiste.