Il terzo capitolo del libro di Vander è dedicato a Vincenzo Cuoco. La riflessione di Cuoco sul fallimento della rivoluzione francese è la riflessione di Gramsci sul fallimento della rivoluzione russa, scrive Vander a p. 99. Modernizzazione dell’Italia e rivoluzione sono la stessa cosa, e l’eterno ritardo del nostro Paese è dovuto per il nostro autore alla rivoluzione passiva cui sono state condannate le masse popolari italiane. Una rivoluzione passiva che è un processo politico di lunga durata da cui sono state sistematicamente tenute fuori, con una costante privazione di autonomia e di potere politico. Lo sguardo di Vander, come abbiamo notato fin dall’inizio, è sempre proiettato sull’oggi, e non può sfuggire il significato di affermazioni come questa, in nota (ibidem): “Gli ‘antichi regimi’ di tutti i tempi avranno sempre dalla loro il popolo se i rivoluzionari non rinunceranno ad elitismo e intellettualismo, ricercando sistematicamente il consenso popolare”.
La passività di cui è questione consiste nel “non-consenso delle masse e non-egemonia delle élite rivoluzionarie” (p. 115). Dunque, sempre di nuovo per due secoli il problema di fondo è quello di un consenso che la rivoluzione non riesce ad ottenere. “…l’obiettivo di passivizzare le masse divenne strategico per la borghesia italiana nei centocinquant’anni (e oltre) successivi alla morte di Cuoco” (p.145). Problema di oggi, con la TV che svolge un ruolo importante.
Vander sostiene che la verità della philosophia italica è la dialettica, come abbiamo visto, e la dialettica, che ci fa conoscere la realtà nell’unico modo adeguato alla realtà stessa, è anche l’organon della politica come arte del possibile ovvero scienza della medietas (p. 132). Mi chiedo, tuttavia, se la concezione della politica come arte del possibile non possa essere assunta anche dai centristi e dai conservatori (come il sottoscritto).
4 – continua
Bellissimo post, grazie. Bello anche il sito. Vi segnalo un bell’articolo di NotitiAE sui Septem Pignora Urbis al link:
http://notitiae.wordpress.com/2011/01/26/septem-pignora-urbis/