La famiglia Winshaw, di Jonathan Coe (WHAT A CARVE UP, 1994, trad. it. di A. Rollo, Feltrinelli). Io ho letto la ventunesima edizione, del 2011. A tratti mi sono divertito, ci sono scene molto spassose qua e là. Ma è un romanzo diseguale, disarmonico, pretenzioso, eccessivamente autoconsapevole, schieratissimo contro le riforme della Thatcher tanto da apparire eccessivamente militante, e per questo destinato a non reggere all’usura del tempo. Tra cinquant’anni forse si leggerà come un documento dell’epoca, ma difficilmente farà scaturire emozioni di un qualche tipo. Troppo astutamente costruito, su questo ho pochi dubbi. E le pagine finali sfiorano il ridicolo, sono una cavolata, diciamo.
