Un ebreo marginale (A Marginal Jew. Rethinking the Historical Jesus) di John P. Meier. Dopo il primo volume Le radici del problema e della persona, il secondo Mentore, messaggio e miracoli , e il terzo Compagni e antagonisti , il quarto volume di questa eruditissima e brillante ricerca ha come titolo Legge e Amore (2008, trad. it. di G. Volpe, Queriniana 2009). Ne riporto un passo che è a p.646.
Al di là di tutti i singoli pronunciamenti giuridici impartiti nel corso del suo ministero pubblico, Gesù diede mai qualche indicazione sulla sua posizione di fronte alla Legge nella sua totalità? La risposta [..] è un sì condizionato. Dico ‘condizionato’ perché non si tratta di quel tipo di risposta completo e programmatico che ci piacerebbe ricevere – e che riceviamo da Mt 5, 17-20 o dalla rielaborazione matteana della pericope di Marco sul duplice comandamento. Tuttavia, almeno lo scheletro della tradizione alla base di Mc 12, 28-34 ci mostra che il Gesù storico non impartì semplicemente dei comandamenti halakhici ad hoc su temi sparsi come il divorzio, i giuramenti o il sabato. Egli rifletté sulla Legge nel suo complesso e ne estrasse l’amore di Dio e l’amore del prossimo quale primo e secondo comandamento della Torah, superiori a tutti gli altri. L’amore – di Dio per primo e del prossimo per secondo, in questo preciso ordine – occupa il posto più alto nella Legge. Le altre norme – pur non essendo affatto rifiutate o disprezzate – hanno minore importanza.
Questo il Gesù storico lo dice. Ma è anche tutto quello che dice. Quando passiamo ad affermare che egli fece dell’amore la chiave ermeneutica per interpretare tutta la Legge o il principio supremo da cui possono essere dedotti o in base a cui possono essere giudicati tutti gli altri comandamenti, dal Gesù storico siamo passati al Gesù matteano – che è il peccato originale della maggior parte degli esegeti cristiani che espongono il Gesù storico e la Legge. È Matteo, e soltanto lui, ad accostare ancora di più i due comandamenti dell’amore e ad affermare, cosa ancora più significativa, che tutta la Legge ‘è appesa a’ (dipende da? è deducibile da? deve essere interpretata da?) questi due comandamenti congiuntamente presi. Con Matteo, abbiamo il primo grande tentativo (giudeo-)cristiano di porre la halākâ del Gesù ebreo al servizio di un sistema embrionale di morale cristiana. È un passo importante nel pensiero cristiano, ma un passo che non va attribuito all’ebreo storico chiamato Gesù.