1. Troppe cose si dovrebbero sapere, e non si può.
2. Leggete, scrittori, leggete buoni libri. E quando avete l’impulso di mettervi a scrivere, trattenetevi, e tornate a leggere.
3. Le profondità di certe filosofe alla moda sono così abissali che a sondarle non basta un decimetro.
4. La storia umana è inconcepibile se si prescinde dall’idea di fallimento.
5. L’arte di ragionare distinguendo. Perduta.
6. Il papato con Wojtyla ha accelerato il suo secolare processo di dilatazione, con una incontinenza santificatoria e auto-santificatoria. Ora tutto questo ha la sua apoteosi con i due papi che canonizzano due papi. Nulla di analogo in duemila anni.
7. In principio era il Logos, non il Pathos.
8. Il vuoto non può dire “tutto è vuoto”.
9. L’umiltà di colui che si trova nel Centro esalta il valore dello stesso Centro proprio con l’affermarsi, mostrandosi, come umiltà. E poiché il Centro è invisibile, mentre visibile è chi lo occupa, questi riceve il massimo di visibilità. Così l’umiltà si carica di potenza, e l’umile centrale si trasforma, anche se non lo vuole, in icona e infine in idolo.
10. In Italia è debole il senso dello Stato, ma forte quello del proprio stato.
In Italia è debole il senso dello Stato perché forte è il senso del proprio stato.
11. Ogni pensiero radicale ha in sé una furia distruttiva, una brama annientante di permanenza, un desiderio scatenato di definitivo: un dionisiaco senza rito, una smisuratezza di cui paga sempre nuovamente il fio.
12. La natura del dolce tuo gattino
vuole che dia la caccia all’uccellino.
13. Io sono una metamorfosi consapevole. Per questo sono uguale a me stesso.
14. Citazionismo: stampella degli insicuri, muraglia cinese dei pedanti.
15. Tutto dice che il nostro mondo è il mondo della falsa prossimità.
16. Il sogno è pericoloso quanto la sua assenza.
17. Non ci sono più il patri-arcato e il matri-arcato, ma solo l’arcato, il potere senza volto, senza nome e senza identità. Anzi, un nome ce l’ha: Legione, perché sono molti.
18. È lo sguardo degli altri che ci fa essere noi stessi.
19. Di ogni essere umano che ho incontrato nella mia vita, giovane o vecchio che fosse, sempre mi ha turbato il suo essere fragile e mortale. Fin da quando, bambino, seppi della morte come destino comune di tutti.
20. Raro il coraggio, diffuse pavidità e vigliaccheria. Qualche volta ammantate di ingannevole fermezza.
21. Lo Stato italiano lucra su alcool e tabacco, lucra sul gioco d’azzardo, tra poco forse lucrerà sulla prostituzione, e poi si meraviglia degli effetti collaterali.
22. Si legge per vivere, il contrario è follia.
23. Siamo diventati incapaci di prendere sul serio la parola dell’altro, nella sfera pubblica ma anzitutto nella vita privata, e questo è uno degli aspetti più tragici della nostra epoca. Occorre capirne la ragione profonda.
24. Io, che papista non sono, guardo ammirato tutti questi laici, miscredenti, atei, agnostici e anticlericali che discettano sul papa e sul papato, su come era e come dovrebbe essere, sul destino della Chiesa e del Cattolicesimo.
25. La mera fermezza nelle proprie convinzioni non è di per sé sola degna di lode, e infatti i più la lodano solo se le ferme convinzioni in causa coincidono almeno in parte con le proprie.
26. La maggior parte dei cristiani uccisi per motivi di fede è stata uccisa da altri cristiani.
27. Quando ad una dottrina viene conferito un valore salvifico assoluto, è del tutto inevitabile che ogni esame critico sia visto come un attacco da respingere, ogni dissenso su un singolo punto sia visto come una minaccia all’intero edificio, ogni innovazione sia vista come demoniaca. Non vale solo per le religioni.
28. Quattro fasi: 1) risentimento sociale diffuso a tutti i livelli; 2) rabbia sociale montante; 3) caos e violenza pervasiva; 4) svolta autoritaria. A quale punto del processo ci troviamo in Italia?
C’è tuttavia da chiedersi in che modo questo schema possa applicarsi ad una situazione di complessa interazione e integrazione come quella dell’Italia con l’Europa ( e non solo). Inoltre la violenza per scatenarsi richiede energia, e un popolo depresso e stremato può averne poca. Sicché si potrebbe concepire un destino di spegnimento graduale, di inedia collettiva – con dominio indiscusso delle isole di energia superstiti: cupole, mafie, massonerie.
29. Rimedio all’ira, sorella dell’amore, coltivo in me la divina indifferenza.
30. “Amicus Plato, sed magis amica veritas”. Problematico ovunque, in Italia quasi incomprensibile.
31. E infine ti imbatti in realtà irrecuperabili, in persone irredimibili, in abissi senza fondo. Abgrund.
32. La politica è quella sfera dell’attività umana della quale ogni cialtrone può pensare che entrandovi avrà ragionevoli possibilità di ottenere successo e fama.
33. Se tutte le donne, proprio in quanto donne, provassero un invincibile orrore per le armi, non avremmo poliziotte e soldatesse.
34. Chi delle armi non percepisce oltre all’orrore anche il fascino, cioè il loro legame col numinoso e il religioso, non avrà mai la possibilità di cogliere alla radice l’essenza dell’umano.
35. “Riformare” la scuola italiana come pensano quelli ha lo stesso senso che ha l’atto di dare il colpo di grazia ad un cadavere.
36. Tutte le forme della violenza sprigionano un potere mimetico. Anche quella verbale.
37. Se volete un esempio del fanatismo più puro, cercatelo tra i neo-convertiti.
38. Sarebbe opportuno distinguere “autoritario” e “fascista”. Ma ormai i termini sono appannati, intercambiabili, e alla fine perdono significanza. Forse perché la verità profonda del nostro tempo è che esso è talmente complesso da essere impensabile.
L’ha ribloggato su L'arme, gli amori.
Il nostro tempo mi sembra ostaggio di
una finta complessità …
A me sembra piuttosto ostaggio di finte semplificazioni.