Non sa dare un senso a ciò che accade intorno a lei, anche quando la coinvolge direttamente e drammaticamente, come il terremoto e il rapimento, la piccola Hakimè del romanzo di Bijan Zarmandili I demoni del deserto (Nottetempo 2011). È autistica e indifesa, e la sua bellezza la espone al pericolo. Il romanzo di Zarmandili è ambientato nell’Iran di oggi, negli anni 2003 – 2004, dopo il terremoto che distrusse la storica città di Bam. Là vivevano il protagonista, il vecchio insegnante Agha Soltani, e i suoi figli. Tutta la famiglia muore nel terremoto, si salvano solo il protagonista e la nipote autistica. Questo non è, tuttavia, un romanzo sull’autismo, ma sulla sventura, il male e la solidarietà. Qualcosa rimanda al libro di Giobbe, anche se qui la fede non subisce interrogazioni radicali come nel testo biblico. Nella piccola odissea che segue il terremoto, il nonno e la nipote sperimentano tutto il bene e tutto il male di cui sono capaci gli umani. Incontrano persone capaci di aiuto disinteressato e persone per cui esseri umani sono soltanto merce. L’amicizia e la compassione, ma anche il tradimento, la corruzione e la brama di denaro che non impestano l’Oriente meno dell’Occidente.
