Secondo natura

La visione del mondo espressa in questo libro è quella di Sebald, quella che domina tutti i suoi libri, ma Secondo natura (1988, trad. it. di A. Vigliani, Adelphi 2009) è in versi. Vi compaiono personaggi come il pittore Grünewald e l’esploratore Steller, e le loro vicende, nei primi due poemi. Poesia storico-narrativa, possiamo dire, percorsa da un continuo brivido metafisico.

Lunga storia, è noto,
ha la persecuzione degli ebrei, anche
nella città di Francoforte sul Meno.
Attorno al 1240, si racconta,
ne furono uccisi 173,
e altri ancora perirono di morte volontaria
tra le fiamme. Nel 1349
i flagellanti compirono un grande massacro
nel quartiere ebraico. E di nuovo
le cronache narrano di ebrei
che di propria mano si diedero fuoco,
mentre la vista, dopo l’incendio,
poteva spaziare dall’altura del duomo
fino a Sachsenhausen. (p. 18)

Mentre il terzo poema, La notte oscura prende il largo, ha al centro lo scrittore. La sua visionarietà si dilata sotto l’opprimente cielo del Nord.

Una donna sconsolata è lì
alla finestra, un’altalena
arrugginisce al vento, solitaria
una spia siede nel suo camper
dietro le dune, gli auricolari
alle orecchie. No, qui non possiamo
scrivere cartoline, e nemmeno
scendere dall’automobile.
Dimmi, bambina, avverti forse,
anche tu come me, un peso sul cuore,
un banco di sabbia,
anno dopo anno rivoltato
dalle onde del mare,
fin lassù nel Nord
ogni pietra un’anima morta
e questo cielo così grigio?
Così uniformemente grigio,
e così basso,
da nessuna parte mai
ho visto il cielo.
Sulla linea dell’orizzonte
le navi da carico
scivolano in un altro tempo,
misurato dal ticchettio
dei geiger della centrale
di Sizewell, dove lentamente
il nucleo del metallo
si consuma. Mormorante
follia nella brughiera
di Suffolk. Is this
the promised end? Oh,
you are men of stones.
Ciò che è morto,
morto resta. Dall’amore
scende la vita. Non so,
chi mi parla, che cosa? come?
dove o quando? Non è dunque
nulla l’amore? oppure tutto?
Acqua? Fuoco? Bene?
Male? Vita? Morte?
(p. 100)

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