Karl Jaspers, riflettendo sulla figura di Amleto, il grande eroe della rinuncia all’azione, che apre la Modernità, alla domanda se si possa vivere nella verità risponde: “L’energia vitale nasce dalla cecità, dalla fede nel mito e nei suoi surrogati, dall’illusione di sapere, dalla mancanza di curiosità filosofica, dal fecondo terreno delle falsità ben circoscritte. (…) La verità, quando la si vede nuda, paralizza”. Verità come Gorgone. E cita anch’egli Nietzsche e Hölderlin. Il primo perché “capisce che la verità non è incorporabile, che anzi l’errore è necessario (vale a dire in rapporto alle verità fondamentali, che sono, a volte, i presupposti della nostra esistenza)”. Il secondo perché “vuole che Empedocle si macchi di una gravissima colpa per aver voluto diffondere tra il popolo la verità totale. È l’eterna domanda: è inevitabile che la verità porti l’uomo alla morte? La verità è forse la morte?” (K. Jaspers, Del tragico, SE, Milano 1987).

E’ un dubbio angosciante, che mi ha sfiorato alcune volte.
Un caro saluto,
Lara
Sfiora quasi tutti gli umani, in una forma o nell’altra…
Ricambio il saluto.