Consapevole dell’accusa secondo cui la sua ostilità verso la religione lo contraddistingue come “un ateo fondamentalista”, Dawkins si difende delineando una definizione di “fondamentalismo”eccessivamente semplificata e superficiale. Inizia affermando che egli non è violento come i fondamentalisti e che la sua ostilità verso la religione è limitata alle parole: “Non ho intenzione di bombardare nessuno, di decapitare, lapidare, bruciare sul rogo, crocifiggere, o lanciare aerei contro grattacieli a causa di un disaccordo teologico” (281-2). Tuttavia, come il cristiano fanatico , Dawkins riduce il mondo ad una formula binaria di bene e male, la sua retorica essendo governata dalla costruzione di divisioni (Strozier 42-3). La religione è un “vizio”, una infezione da un virus “mentale”, mentre “l’ateismo indica quasi sempre una sana indipendenza di spirito e, invero, una mente sana” ( 6, 176, 188, 186, 193-4, 3). La religione è superstizione irrazionale, una folle illusione, mentre la scienza è razionale, basata su prove, e fondata sulla realtà (5, 23, 34, 67). Ia religione è oscurantista, ignorante e intellettualmente stagnante, mentre la scienza è illimitata nel suo potenziale di discernere la verità (34, 117, 355, 374). I religiosi sono indottrinati, non si pongono domande, accecati dall’obbedienza, mentre l’ateo è un iconoclasta, un pensatore indipendente (5-6). Evoluzione è l’ateismo, la fede religiosa è fondamentalismo, ed i due sono inconciliabili (11-12, 61, 66, 100, 117-118, 355).
Questa polarizzazione del religioso e del non religioso può non prescrivere esplicitamente la violenza, ma incoraggia l’odio e la derisione del religioso. Prendiamo in considerazione l’uso da parte di Dawkins di immagini di malattia, in cui egli paragona la religione a un comune raffreddore o a un “parassita” che manipola il suo ospite “a comportarsi in modo tale da facilitare la trasmissione di un parassita al suo ospite successivo” 165). L’ateismo offre la “cura” (324). Ma cosa propone di fare Dawkins con quei credenti cocciuti che non sono convinti dal suo messaggio (5)? Egli non è chiaro su come esattamente la religione potrebbe sparire. Se una popolazione è “infetta”dalla religione, dal “meme” Dio, e “manipolata” da questo “virus della mente”, e tuttavia si rifiuta ancora di essere “guarita”, allora in che cosa gli “infetti” sarebbero diversi dal meme da cui sono infettati? (260, 176, 165) Stigmatizzare uno è stigmatizzare l’altro.
In Apocalypse: On the Psychology of Fundamentalism in America, Charles Strozier sintetizza l’atteggiamento del cristiano fondamentalista come segue:
Coloro che rifiutano Gesù non sono solo stupidi ma anche diversi, pericolosi e potenzialmente contagiosi. Il credente in obbedienza al comandamento di convertire è obbligato a toccare realtà infette, il che implica una vittoria sulla morte. Ma stare con la morte troppo a lungo può mettere in pericolo il sé. (90)
Sostituiamo la parola “Gesù” con “l’ateismo di Dawkins” e questo paragrafo potrebbe molto facilmente applicarsi a L’illusione di Dio. Secondo qualsiasi tipo di fondamentalista, la differenza è minacciosa, porta all’aggressione e deve essere eliminata per prevenire la violenza (Thompson 429). Una tale prospettiva contrasta nettamente col riconoscimento di Eric Gans che Dio come amore, disponibile nell’interazione umana, è “la differenza significativa per sé” (“Dio è Amore”). Dio, secondo Gans, è quel primo gesto di pacificazione che differisce la violenza mediante un comune scambio di segni. Tuttavia, il dialogue de sourds tra i fondamentalismi religioso e ateistico preclude la comunicazione, in quanto ogni partito presenta la propria comprensione parziale come assoluta. Così, il gesto di appropriazione interrotto (il luogo della comunicazione) non ha mai luogo, in quanto entrambi gli estremismi si protendono verso l’oggetto appetitivo centrale (la verità ultima), rischiando la violenza della concorrenza mimetica. Vale a dire che, nella loro insularità e assolutismo, entrambi i gruppi si proiettano l’un l’altro in esistenza, e sono riflesso dei nemici che creano, il loro antagonismo essendo alimentato dalla paura reciproca. Evidente, allora, è un certo grado di tensione mimetica tra Dawkins e il fondamentalista religioso che egli cerca di distruggere sotto il marchio monolitico di “religione”.