Giudeocentrismo 2

(Eric Gans)

Il Dio Unico è l’espressione dell’unicità dell’origine umana. L’“elezione” degli Ebrei quali “scopritori” del Dio Unico è una contingenza storica che non conferisce loro alcuno stato ontologico privilegiato. Gli Ebrei possono soltanto pretendere di essere i primi eredi della scena originaria ad afferrare la sua unicità e conseguentemente la sua universalità. Come ho indicato in Science and Faith, quando Dio si rivela a Mosè nell’Esodo, egli si nomina con una frase dichiarativa: Ehyeh asher ehyeh, Io sono quello / ciò che sono. Il Dio universale non ha alcuna particolarità etnica. Se l’essere eletti fosse il cuore del Giudaismo, Dio avrebbe dato a Mosè un nome segreto che gli eletti avrebbero potuto usare per invocarlo. Questo non avviene né nel testo biblico né nella tradizione ebraica, dove il nome tradizionale di Dio è considerato indicibile e impronunciabile. (Non sono gli Ebrei che chiamano Yahvé il “loro” Dio).
Gli Ebrei beneficiano e soffrono dell’aver scoperto la verità antropologica universale del Dio Unico e dell’essere divenuti ipso facto il “popolo eletto”. Non ha alcuna importanza che la priorità conferita dall’elezione degli Ebrei sia cronologica, non ontologica: i mortali non hanno alcuna certezza di sopravvivere finché l’ultimo non si ricongiunge col primo. Il risentimento sollevato dalla precedenza degli Ebrei è una miccia per ogni altro risentimento, inclusi, questione cruciale, quelli generati nello spazio del mercato. L’antisemitismo globale è l’inevitabile risvolto della precedenza dello stesso Occidente nella creazione della moderna società di mercato.

Forse la scoperta del Dio Unico fu davvero ispirata dall’enoteismo di Akhenaton, secondo l’ipotesi di Freud in Mosè e il Monoteismo; ma quasi certamente essa fu un prodotto dell’esperienza storica che è giunta a noi col nome di “esilio in Egitto”. Ma una società può essere costruita intorno ad una pratica rituale monoteistica come opposta ad una pratica rituale imperiale-enoteistica solo a condizione che le siano assicurati mezzi stabili e affidabili per consacrare la contingenza storica della sua scoperta. Il libro sacro che racchiude la priorità degli Ebrei, e che ha assicurato la loro sopravvivenza in assenza di un potere politico, è stato un’acquisizione non necessaria né possibile alle tribù e imperi intorno a loro. La Torah e i suoi supplementi fondono la storia degli Ebrei con la storia universale dell’umanità. Il racconto biblico della creazione enfatizza la natura di evento dell’origine umana come punto di partenza per la sua successiva rivelazione/scoperta. Questa produzione di una narrazione storica ad incarnare una verità antropologica universale è il modello su cui sono stati composti i successivi libri sacri “abramici” del Nuovo testamento (sviluppo storico), e il Corano (ritorno all’originale atemporale).
La sopravvivenza degli Ebrei in assenza di un territorio nazionale, o, come si dice, la loro essenziale mancanza di patria, è legata indissolubilmente al loro stato di “eletti”. In quanto primi a scoprire l’universalità di Dio, gli Ebrei dovettero anche essere i primi a rinunciare ai rapporti familiari con le loro stesse divinità. Nell’adorare un Dio universale, gli Ebrei scoprirono la portabilità della scena del rituale sacro, come incarnata nell’Arca dell’Alleanza. Il roveto ardente del Monte Sinai fu terra santa solo finché Dio parlò a Mosè là: esso non divenne il luogo di un culto. Sebbene nel racconto biblico la scoperta del Dio Unico da parte degli Ebrei sia stata seguita dal loro insediamento in Canaan, la de-localizzazione della loro pratica religiosa prefigurava il loro distacco da qualsiasi entità geografica. Il Sionismo è scandaloso perché si suppone che, data la loro “elezione”, gli Ebrei non abbiano bisogno di un territorio loro proprio. E sebbene una nazionalità palestinese sia esistita solo dalla creazione di Israele, il legame “autoctono” palestinese alla terra è più autentico di quello degli Ebrei, anche di quegli Ebrei che vissero in Palestina molte generazioni prima dell’insediamento sionista. (2 – continua)

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Un pensiero su “Giudeocentrismo 2

  1. ciao a tutti sono un cantautore poeta la mia priorità è scoprire dio giorno
    per giorno mi piacerebbe conoscere qualche bella ragazza di religione
    ebraica o condividere con voi aspetti della religione ebraicocristiana

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