Gli occidentali sono convinti che la felicità consista nell’intensificazione della vita e nel suo prolungamento quantitativo indefinito. L’ideale è il ragazzo che resta tale fino a novant’anni, e che al limitar di Dite pensa ancora all’amore. Perciò la scuola non può propriamente educare, ma al massimo trasmettere codici di comportamento, e, dato l’abisso che la separa dalla realtà tecno-televisiva circostante, non può farlo che in modo totalmente inadeguato. La gestione del risentimento sociale avviene oggi mediante la produzione e il consumo accelerato di merci rese desiderabili e disponibili. Ma se il meccanismo della produzione e godimento diffuso degli oggetti di desiderio per qualche motivo si inceppasse, cosa potrebbe accadere? Nel libro di Isaiah Berlin Le radici del Romanticismo (The Roots of Romanticism, trad. G. Ferrara degli Uberti, Adelphi, Milano 2001), a pag. 80 leggiamo: Continua a leggere
Berlin
Dialogo sul senso e sullo scopo del filosofare
di Eros Barone
Il dialogo tra Caio e Mevio (un classico esempio del ‘confilosofare peripatetico’) scaturisce da una passeggiata attraverso il centro della città ligure, che porta i due amici davanti alla sede di un prestigioso liceo classico, la cui severa mole littoria occupa uno dei vertici, quello di ponente, di Piazza della Vittoria. Il palazzo della questura, situato nel vertice di levante, delimita la rigorosa geometria di una piazza vasta, solitaria e silenziosa: una piazza, si potrebbe dire, che è non meno dechirichiana per la sua atmosfera di quanto sia piacentiniana per la sua architettura. In mezzo, ortogonali ai due squadrati e imponenti edifici, si elevano due scalinate convergenti che, creando un effetto altamente scenografico, incorniciano quattro grandi aiuole sovrapposte. Sul tappeto verde raso di queste aiuole spiccano fiori bianchi e rossi che, disposti con raffinata arte topiaria, formano, a partire dal basso, le immagini di un’ancora e delle tre caravelle di Cristoforo Colombo. Continua a leggere