SCRICCIOLO

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Emblema della piccolezza, lo scricciolo (Troglodytes troglodytes) non lo vedi mai volare sopra la tua testa o posato sui rami alti di un albero. Lo puoi cogliere con lo sguardo mentre si muove rapido tra i cespugli o in mezzo alle siepi. Insettivoro anch’esso, per vivere deve spegnere molte altre vite. D’insetti, per i quali nessuno si commuove.
(Illustrazione di Walter Linsenmaier per il primo volume de Les oiseaux nicheurs d’Europe, Zurigo 1966, dedicato all’ordine dei Passeriformi).

Pettirosso

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Canta di primissimo mattino il pettirosso (Erithacus rubecula), uccellino del freddo. E l’antico cacciatore di beccacce poteva dire al compagno: “domattina ci troviamo al canto del pettirosso”. Come spesso capita per creature minute e graziose, gli umani vedono in genere dell’uccellino solo l’aspetto bello e gentile, ignorandone del tutto comportamenti e abitudini. Lo spavaldo pettirosso è in realtà uno dei piccoli volatili più fieri, e il suo canto non è, come del resto quello di tutti i pennuti canori, una libera espressione di gioia di vivere, ma ha una precisa funzione di difesa del territorio. Il pettirosso è un guerriero, estremamente aggressivo verso gli altri uccellini, anche quelli della sua stessa specie. 

(Illustrazione di Walter Linsenmaier per il primo volume de Les oiseaux nicheurs d’Europe, Zurigo 1966, dedicato all’ordine dei Passeriformi).

 

Fringuello alpino

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Anche con la neve in ambiente alpino lo trovate, in bei gruppetti, il fringuello alpino (Montifringilla nivalis), che ha la neve anche nel nome scientifico latino. Il collega ancor più alpestre della affine peppola (Fringilla montifringilla).
(Illustrazione di Walter Linsenmaier per il primo volume de Les oiseaux nicheurs d’Europe, Zurigo 1966, dedicato all’ordine dei Passeriformi).

 

 

 

Passero solitario

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D’in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l’armonia per questa valle.

Al genere Monticola appartengono sia il codirossone (Monticola saxatilis – in alto la femmina, in mezzo lo splendido maschio), sia il passero solitario di leopardiana memoria (Monticola solitarius – qui si vede il maschio con la sua livrea dai riflessi blu, per la quale in Francia si chiama merle bleu).

(Illustrazione di Walter Linsenmaier per il primo volume de Les oiseaux nicheurs d’Europe, Zurigo 1966, dedicato all’ordine dei Passeriformi).

Allodola

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Quando l’allodola vedo battere
gioiosamente l’ali incontro al sole,
ed ecco s’oblia e si lascia cadere
per la dolcezza che le giunge al cuore,
ah! sì grande invidia mi prende
d’ogni essere ch’io veda gioire,
ch’è meraviglia se tosto
il cuore dal desio non mi si strugge.

Così nella celeberrima canzone del trovatore Bernart de Ventadorn, XII secolo. L’allodola (Alauda arvensis) nell’immaginario umano è uccello solare, piccolo cantore che si leva sopra i campi inebriato dal proprio stesso canto. E io in tale atto nella mia vita ne ho viste e udite centinaia. Le sue uova sono deposte al suolo, e lì le cova. E io un’allodola in cova non l’ho mai veduta.
(Illustrazione di Walter Linsenmaier per il primo volume de Les oiseaux nicheurs d’Europe, Zurigo 1966, dedicato all’ordine dei Passeriformi).

Verdone

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Dall’alto in basso, da sinistra a destra: il fanello (Linaria cannabina), il fanello nordico (Linaria flavirostris), il verdone (Chloris chloris), il venturone (Carduelis citrinella), il canarino (Serinus canaria). Il verdone lo vedo spesso, sovente nidifica, insieme a cince e merli, tra le fronde della vite americana che si inerpica, ricoprendolo tutto, su un vecchio palo della luce che orna il mio giardinetto. Quando la vite americana è in pieno rigoglio, fornisce un riparo e una protezione alle covate, sempre esposte all’attività predatoria di gazze e ghiandaie, i cui pulcini hanno sempre fame.
Il canto del verdone è piacevole. Un tempo, quando era consentita la cattura degli uccellini canori, e la loro vendita, era possibile acquistarli. Si adattavano bene alla cattività, e si potevano incrociare col canarino. Negli anni Cinquanta, quando ero bambino, vidi molti di questi ibridi.

(Illustrazione di Walter Linsenmaier per il primo volume de Les oiseaux nicheurs d’Europe, Zurigo 1966, dedicato all’ordine dei Passeriformi).

Cardellino

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Dall’alto in basso, da sinistra a destra: lucherino (Spinus spinus), Cardellino (Carduelis carduelis), organetto artico (Acanthis hornemanni), organetto (Acanthis flammea).
Ogni tanto, durante le passeggiate in campagna, mi capita di incontrare qualche lucherino. Un tempo ve n’erano molti in cattività, apprezzati per il canto e facilmente domesticabili. Di cardellini è facilissimo vederne: nelle sgargianti livree, col rosso e il giallo, i loro gruppi sono molto simpatici. Anche di cardellini in gabbia se ne vedevano tanti, prima che ne fosse proibita la cattura. L’organetto, invece l’ho visto solo negli anni Cinquanta, da bambino, nel negozietto di uccelli vicino a Campo San Polo a Venezia, la cui piccola vetrina affollatissima di gabbiette, con uccelletti di diversa specie, in una calle scura, era una delle mie mete preferite.
(Illustrazione di Walter Linsenmaier per il primo volume de Les oiseaux nicheurs d’Europe, Zurigo 1966,  dedicato all’ordine dei Passeriformi).

 

Crociere

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Ho sempre avuto una grande simpatia per il crociere comune (Loxia curvirostra). Per me è un emblema della montagna, della vita all’aria aperta, e di vacanze lontane.
(Illustrazione di Walter Linsenmaier per il primo volume de Les oiseaux nicheurs d’Europe, dedicato all’ordine dei Passeriformi).

Frosone

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Vidi per la prima volta un frosone (Coccothraustes coccothraustes), quello in alto nell’illustrazione, da bambino, nel 1957, durante i due mesi di vacanza a Roncegno in Valsugana. Da allora gli incontri sono stati rari. Più frequenti ma non troppo quelli con la peppola (Fringilla montifringilla, a sinistra) e frequentissimi quelli col fringuello (Fringilla coelebs, a destra).
(Illustrazione di Walter Linsenmaier per il primo volume de Les oiseaux nicheurs d’Europe (Zurigo 1966) dedicato all’ordine dei Passeriformi).

Rigogolo

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Non sono molti gli italiani che hanno visto in natura il rigogolo (Oriolus oriolus). A me è capitato raramente. La livrea del maschio è magnifica. La femmina, come accade per moltissime specie, è più sobria.
Illustrazione di Walter Linsenmaier per il primo volume de Les oiseaux nicheurs d’Europe (Zurigo 1966) dedicato all’ordine dei Passeriformi.