RELAZIONE. Il mondo è complesso, anzi, la sua cifra è la complessità. Ma questo pensiero può formularlo solo un intelletto che rifugga dalla tendenza alla semplificazione, che è vitale per la maggior parte degli umani. Onde si vede che anche persone che in certi settori della loro esistenza, e in particolari discipline, non rifuggono dalla visione della complessità, in altri importatissimi campi usano semplificare al massimo, maneggiando, per così dire, la scure e il maglio, e dividono sempre in due, tra buono e cattivo, tra amico e nemico, senza chiaroscuri, riducendo ogni argomento ai suoi termini minimi, distruggendo il linguaggio, e ricalcando ad ogni piè sospinto slogan e pensieri bambineschi. Costoro, come la maggioranza, fatta di individui in tutto semplici e proprio per questo sicuri di conoscere il bene e il male, incessantemente perciò ricercano capri espiatori da linciare, in metafora o nella realtà, con un imbarbarimento diffuso.
E noi possiamo concludere che vi è una relazione essenziale tra l’incapacità di sollevarsi dal particolare e stendere lo sguardo sulla molteplicità dei fenomeni che intrecciandosi formano il nostro mondo, e il forsennato bisogno di scaricare la propria violenza su capri espiatori, e che questa relazione è particolarmente evidente nella congiuntura politica dell’Italia di oggi, in cui trionfa l’arte della semplificazione e della volgarità portata ai suoi estremi.
