Realismo magico nordico? Ovvero, chi sta sognando chi, in questa storia che appena letta si vorrebbe iniziare a leggere nuovamente, per il fascino che ne promana, come se volesse assorbire anche noi, come il protagonista, nello specchio, farci passare nel mondo oltre lo specchio. Scritto in stato di grazia, sotto l’influenza di alcune vecchie foto, scattate decenni prima dal padre dello scrittore, che sono incastonate nel testo, L’uomo sulla bicicletta blu di Lars Gustafsson (2012, trad. it. di C.G. Cima, Iperborea 2015) è un libro pieno di echi letterari e filosofici, che risuona come una sinfonia che giunga ai nostri orecchi da una stanza segreta. Il sottotitolo, che dice molto, è Sogni da una vecchia macchina fotografica. La vicenda è collocata nel 1953, e in parte si svolge due decenni prima, in un intreccio di tempi che pone anzitutto la questione sul tempo stesso. Vi è la modernità rappresentata nella stessa professione di Janne Friberg, il protagonista in apparenza sconfitto dalla vita e dall’identità pericolante: è un rappresentante della Elektrolux, incaricato della vendita di un tecnologico robot da cucina che si chiama Assistent. Friberg ha trascorso una giornata vagabondando per le campagne sulla sua bicicletta con questo robot che dovrebbe riuscire a vendere a qualche famiglia di contadini, ottenendone al massimo sorrisi e qualche caffè. Sta scendendo ormai la sera quando fa un ultimo tentativo: una grande casa, un vero maniero, lo attira, e là, in quella dimora che dentro è molto più ampia di quel che si direbbe da fuori, accade una serie di eventi che si dipanano tra la realtà e il sogno, tra il presente e il passato. Emergerà un fatto di molti anni prima, un incidente ferroviario che il giovanissimo Friberg ha fotografato, e che ha impedito ad una ragazza, di nome Irene, di raggiungere la sua destinazione. Questa Irene è la protagonista del piano temporale precedente, che si interseca col presente di Janne. Ma Irene si chiama anche la baronessa Grane, la signora della casa. Che rapporto vi è tra le due Irene? E gli inquietanti racconti, imbevuti di credenze arcaiche, del capitano del Färna II alla Irene ragazza, e l’incarico che le assegna di consegnare un misterioso pacchetto al padrone della ferriera, che relazione hanno col presente di Janne? Il lettore è catturato dalla magia del testo, e si lascia voluttuosamente sprofondare nelle nebbie nordiche di Gustafsson.

Da come lo presenti sembra proprio molto bello.
E anche questa volta prendo nota, la lista si allunga :-)
Ciao, buona serata. Pat
Ciao, Patrizia. :-)