Il rione dei ragazzi di Naghib Mahfuz (1959, pubblicato in Italia da Tullio Pironti, Napoli 2001, trad. M. Murzi) è un romanzo ambizioso. Non conosco sufficientemente la letteratura araba, ed egiziana in particolare, per poter dire se letterariamente questo sia un bel libro all’interno della tradizione cui appartiene, e tuttavia, dato che è un romanzo, cioè appartiene ad un genere internazionale e inter-culturale sì, ma germinato dalla cultura occidentale, credo di doverlo definire un libro almeno in parte fallito. Nobilmente però. È fallito, secondo me, come romanzo. I suoi personaggi sono tanto più deboli come personaggi, quanto più in Mahfuz è forte l’ambizione di farne delle figure simboliche. E che figure simboliche! Il rione o quartiere del titolo sorge intorno alla casa di un uomo potentissimo, il fondatore, Ghabalawi (figura di Abramo) che continua a vivere nascosto nel succedersi delle generazioni che lo venerano e lo invocano pur non vedendolo mai. Esse…
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