Un libro scritto in stato di grazia, La casa della moschea di Kader Abdolah (Het huis van de moskee, 2005, trad. it. di E. Svaluto Moreolo, Iperborea 2008). Questo testo dovrebbe anzitutto stimolare una riflessione sulla magia della traduzione, quel processo per cui le lingue comunicano tra loro dentro le singole menti e nel rapporto che unisce gli umani, al di là di ogni confine. Iraniano esule in Olanda, Abdolah scrive in olandese, mantenendo però vivo il contatto con la lingua d’origine e con lo spirito della sua terra. Questo libro lo incorona grande maestro di arte della narrazione.
La storia si dipana lungo molti anni, avendo come suo centro un complesso architettonico antico, di cui fa parte la moschea principale della città di Senjan. C’è una folla di personaggi, alcuni dei quali davvero indimenticabili, tra cui spicca il mercante di tappeti e responsabile per tradizione familiare della…
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