Le antimetafisiche materialiste hanno storicamente dimostrato l’incapacità di dare fondamento all’identità dell’umano. Il Dio è morto nietzscheano, cioè l’affermazione dell’illusorietà di ogni universo di valori trascendente, apre la strada al definitivo crollo di ogni residuo delle metafisiche tradizionali, per cui si può provare solo una adorniana solidarietà, ma anche alla dissoluzione, in realtà, di quelle anti-metafisiche che sono propriamente, come è noto, delle metafisiche capovolte.
Il nichilismo della nostra epoca è una galassia di ideologismi, visioni del mondo, posizioni esistentive scarsamente riflesse, ecc., che hanno in comune l’assenza di un fondamento metafisico riconosciuto, l’arbitrarietà del senso individualmente scelto per la propria vita, la fungibilità dei valori, l’ipertrofia dell’io congiunta alla sua radicale debolezza. Nel suo insieme, anche la narrativa italiana degli ultimi vent’anni del Novecento può senza dubbio essere detta nichilista. Mi pare che la nebbia che ingoia ogni cosa nella Chimera di Sebastiano Vassalli (che comincia, mirabilmente, così: Dalle finestre di questa casa si vede il nulla) sia una delle più chiare cifre dell’ottundimento dell’intellectus di fronte alla alienazione universale indotta dal principale agente del nichilismo contemporaneo, cioè dall’universalmente glorificato Dio del presente: il Mercato. Cui Vassalli peraltro, come tutti i romanzieri che scrivono un libro all’anno, si dimostra, forse proprio in forza dell’unione tra il suo nichilismo e le sue indubbie capacità stilistiche e inventive, assai sensibile. Il Mercato ha la pretesa di riempire tutti i vuoti, di dar forza a tutte le impotenze, e soprattutto di togliere ciò che invece non fa, suo malgrado, che rafforzare: l’angoscia del divenire. Del resto, se non sanno, gli umani hanno bisogno di credere. Di loro si può dire ciò che Cechov fa dire ad un suo personaggio dei Russi: “se l’uomo non crede in Dio, vuol dire che crede in qualche altra cosa”. Pure, il laico mercato, che convive con quello sacralizzato e reso assoluto, è una condizione ineludibile della vita attuale. Le forze che si sono radicalmente opposte al libero dispiegarsi del marketplace nel Novecento hanno dato luogo ai due mostruosi totalitarismi, il comunista e il nazionalsocialista, e alla loro folle logica del capro espiatorio. Il mercato è invece la libera circolazione del desiderio, che differisce continuamente la violenza scaturente dal risentimento, e non può esistere democrazia senza di esso.
