Uno scrittore italiano progressista e di sinistra può creare dei personaggi di destra e non progressisti che siano umanamente ricchi, eticamente positivi, generosi, preoccupati degli altri, insomma dotati di valori umani, pur coi chiaroscuri che non possono mai mancare nei caratteri se si vuol renderli convincenti? Insomma: può uno scrittore di sinistra creare un personaggio di destra positivo? Questa domanda mi è sorta dopo aver chiuso l’ultima pagina del romanzo di Roberto Moroni I migliori di noi (Feltrinelli 2010).
La risposta è no, non può. Roberto Moroni è sicuramente un progressista, e il suo romanzo ha l’ambizione di illustrare lo sprofondamento etico verificatosi in Italia nell’era berlusconiana. Per questo fine, Moroni pone come principale protagonista una coppia di trentenni, Amelia e Titì, che stanno insieme da dieci anni, convivendo senza sposarsi, secondo un costume oggi diffusissimo. Lui aspira ad entrare in RAI in una posizione di rilievo, lei è una giornalista che scrive per uno di quei quotidiani che vengono distribuiti gratis un po’ dovunque, e si reggono sulla pubblicità. I due sono berlusconiani – e quindi molto concentrati sulle apparenze e i valori vuoti che secondo gli intellettuali di sinistra caratterizzano chi non è di sinistra – ma nel corso della giornata in cui si svolge l’azione (con molti flash-back) si scontrano con la realtà vigente. Lei perde un amico, il regista di sinistra Sandrone, e questo la destabilizza. La destabilizza e mette in crisi il suo rapporto di coppia, assai più di quanto faccia la sua partecipazione a orge sessuali del ceto politico di riferimento insieme al suo compagno. Ed è qui che si pone il problema per me lettore. Il problema è che lei e il suo compagno, ma lei in particolare, non sembrano avvertire alcun problema nell’accettare inviti a partecipare a “feste” che consistono nello spogliarsi nudi ed entrare in un salone completamente buio, dove si trovano molti altri uomini e donne nudi, e nel far sesso con chi capita. Ora, una situazione del genere è abbastanza assurda, anche nell’era della passione di molti politici per i transessuali, e desta molte perplessità. Ma questa disponibilità ad un sesso nichilistico stride con quella che dovrebbe essere una personalità positiva e dotata di consapevolezza critica. Insomma, il lettore non capisce proprio perché lei lo faccia. Forse Moroni voleva scrivere il nuovo Gli indifferenti? L’alternativa al mondo di Berlusconi dovrebbe essere rappresentata dal regista fallito Sandrone, che prima di suicidarsi con una grande abbuffata ha aiutato per anni, in incognito, una giovane Africana. Ma questo gesto nella sua vita appare appiccicato, come un capriccio buonista, e convince tanto quanto la disponibilità di Amelia a farsi sodomizzare da un repellente manager RAI durante una di quelle orge (all’inizio del libro, peraltro).