“L’informazione è essenziale alla democrazia”. “E’ fondamentale essere informati sui fatti”. “Irrinunciabile il ruolo dei giornalisti”. Sarà vero. Ma non è mai possibile arrivare al nudo fatto, e l’oggettività nell’informazione è totalmente impossibile. L’informazione consiste infatti nell’ in-formare, ovvero nel dare una forma interna a ciò che evidentemente non ce l’ha. Ma l’atto di dare una forma è un atto di forza. L’informazione per eccellenza è dunque quella prodotta dai media degli Stati totalitari, in cui tutta la forza sta in un solo campo, e si esercita su una massa amorfa. Negli Stati non totalitari quello dell’informazione non può essere altro che un campo di scontro tra forze contrastanti.
Nell’Italia contemporanea l’informazione dei media è mediata da interessi economico-politici, come ovunque nel mondo, ma con in più l’italica propensione alla mozione degli affetti, alla separazione del mondo in totalmente buoni e totalmente cattivi, e all’urlo. Paese del melodramma, l’Italia ha bisogno di tenori (non ama i baritoni, e ancor meno i bassi). Un tenore è Berlusconi, un tenore è Di Pietro, come Santoro e come Travaglio. Ai tenori si chiede l’acuto, il do di petto entusiasma i melomani.
Sono tra quelli che ieri ha comprato il Fatto quotidiano per curiosità, e non per amore per Travaglio, nei confronti del quale non nutro però un’ostilità pregiudiziale. Sono rimasto deluso: è davvero la gazzetta delle Procure che qualche sostenitore di B aveva preconizzato. Un foglio di battaglia, di una battaglia gridata, di un indice accusatore sempre puntato. Un foglio altamente mimetico-rivalitario, per usare una espressione girardiana. Non fa per me. Ma mi rendo conto che un quotidiano come piacerebbe a me, slegato da interessi economici, pluralista, volto all’approfondimento culturale dei fenomeni e al dibattito aperto, sarebbe letto da pochi e non farebbe strada. Qui bisogna urlare, ragazzi, e il più forte possibile.
Sottoscrivo su Travaglio: è il meglio del peggio. Certo, paragonato al giornalismo di Feltri, ne esce radioso.
Faccio mio il tuo giudizio, caro Valter.