L’uomo e il divino 1

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Ne L’uomo e il divino di  María Zambrano (1955, trad. it. di G. Ferraro, Edizioni Lavoro 2008) si trovano molti passi che presentano una dimensione antropologica per me estremamente interessante, e che sembrano in qualche modo precorrere sviluppi a me cari.

è noto quanto facilmente l’attività persecutoria di un uomo verso un dio si trasformi nella più fervente adorazione. In quanto la relazione iniziale, primaria, dell’uomo con il divino non avviene nella ragione, ma nel delirio. La ragione incanalerà il delirio in amore. (p. 24)

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Perché creare gli dèi, quando ancora non esistono? La loro creazione deve essere avvenuta per qualche motivo inevitabile. E’ questo, senza dubbio, l’aspetto primario, originale della tragedia che è vivere umanamente. Poiché, prima della lotta con un altro uomo, e al di là di questa lotta, appare la lotta con quelli che in seguito, dopo un lungo e faticoso travaglio, si chiameranno dèi. (ibidem)

Forse non sarà necessario affermare che il delirio di persecuzione obbliga a perseguitare, che chi lo subisce non sa, non può discernere se perseguita o è perseguitato. (p. 25)

Il delirio di cui scrive la Zambrano è delirio di persecuzione. E afferma: In principio era il delirio (p. 27)

9 pensieri su “L’uomo e il divino 1

  1. ecco dimostrato come a volte la ragione limiti, addirittura ostruisca, questo canale prezioso che ci lega all’ignoto, che ci apre altre vie…
    l’altro giorno ho assistito a una benedizione di una tribù africana…
    magico trasporto nel fluire ritmico del canto…si avvertivano presenze divine.

  2. Scusami Fabio, il bau mi è proprio scappato, volevo aggiungere delle cose sulla trasmissione che ho visto, però credo che andrei fuori tema…:-)
    cosa pensi di certe sculture?

  3. Buon giorno Fabio, mi riferivo a una scultura che avevo postato ieri, di Rodin, raffigurante una donna…ha qualcosa di preistorico, ma richiama anche a divinità egiziane, non trovi?

    fammi sapere…

  4. Grazie Fabio, ci tenevo così tanto che tu la vedessi…
    le impressioni che si danno lasciano sempre spazio a nuove riflessioni..
    io mi nutro anche di queste.

    in effetti quei seni sono troppo perfetti, troppo esposti…
    mentre è il collo allungato che a me ha turbato molto, proprio per la sembianza di un uccello preistorico (ora mi sfugge il nome)
    quel collo si può trasformare, il viso deve ancora essere plasmato.

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