Del sentimento tragico della vita 1

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Esiste qualcosa che, in mancanza d’altro nome, chiameremo « il sentimento tragico della vita », che porta dietro di sé tutta una concezione della vita stessa e dell’universo, tutta una filosofia più o meno formulata, più o meno cosciente. E questo sentimento possono averlo, e l’hanno, non solo uomini individuali, ma interi popoli. E questo sentimento non nasce dalle idee, ma piuttosto le genera, sebbene dopo, è chiaro, queste idee reagiscano su di esso, fortificandolo. A volte può provenire da una malattia accidentale, da una dispepsia, per esempio, ma a volte è costituzionale. E non serve parlare, come vedremo, di uomini sani e malati. E a parte il fatto che non abbiamo una nozione normativa della salute, nessuno ha provato che l’uomo debba essere per natura gioioso. C’è di più: l’uomo per il fatto di essere uomo, di avere coscienza, è già, rispetto all’asino o al gambero, un animale malato. La coscienza è una malattia.

Miguel de Unamuno, Del sentimento tragico della vita (1913), trad. it. di M. Donati, SE 1989, p. 25

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