Rileggo Simone Weil 2

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La Grecia è la giovinezza dell’umanità. Ma la virilità promessa da questa giovinezza, ahimé, non è venuta. (I, 135).

Io non dico ahimè. Dico “grazie a Dio e all’elezione di Israele”. SW è innamorata della Grecia (della sua immagine della Grecia) e della Provenza trobadorica e catara. Ama questa Grecia e detesta l’Israele biblico. Il dualismo gnostico-cataro impone una scissione netta tra il mondo cattivo dei sensi e della carne e il mondo puro dello spirito. Simone Weil brama vivere senza cibo, di pura aria e luce, come le piante. Ma il Figlio dell’Uomo ha mangiato e bevuto.

La Grecia di Simone Weil è anzitutto purezza. Ma l’ossessione della purezza è diabolica. La distinzione tra il puro e l’impuro precede quella tra il giusto e l’ingiusto. Essa è sacrificale, e in ultima analisi radicata nella violenza. Ma Simone Weil non guarda mai agli altari di Grecia, e al sangue delle vittime che scorre per gli Dei.

7 pensieri su “Rileggo Simone Weil 2

  1. Sono osservazioni fondamentali.
    Per giustizia nei confronti della cara Simone, devo ricordare che per un marxista radicale (quindi davvero gnostico senza saperlo) qual’ero io, il suo pensiero apriva le strade anche a percorsi diversi. Penso innanzitutto a “La prima radice”.
    Ma Del Noce ne parlò in maniera insuperata.

  2. Caro Stefano, ho l’impressione che oggi si usi “gnostico” in sensi tra loro alquanto differenti. A mio parere, quello voegeliniano (che ignora sostanzialmente la gnosi tardoantica) è del tutto problematico.

  3. Per uso “stretto” del termine “gnostico” intendo il riferirlo in senso proprio esclusivamente alle forme religiose dualistiche della tarda antichità (come l’eresia marcionita), e a quelle da esse derivate o ad esse apparentate come il catarismo medievale. Escludo rigorosamente che “gnostico” si possa correttamente predicare del materialismo e del monismo in qualsiasi forma. Altrimenti si generalizza troppo, e infine tutto si confonde.

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