L’Istante

istante_1(1)Il Cristianesimo così come è praticato oggi in Danimarca, con i mille pastori stipendiati dallo stato che nelle loro vesti eleganti predicano la parola di Dio che dice l’insensatezza dei valori mondani, è una presa in giro dello stesso Dio. Poiché “… niente è più pericoloso per il vero cristiano, niente più contrario alla sua natura, che spingere gli uomini ad adottare con leggerezza il nome di cristiani, che insegnar loro a tenere in poca considerazione l’essere cristiani, come se si trattasse di qualcosa che è facile essere”. (p. 78)
L’attacco violentissimo che Kierkegaard sferra alla cristianità del suo oggi con la pubblicazione della sua rivista L’istante (dei suoi dieci numeri è uscita in Italia, per Marietti nel 2001 la traduzione di H.F. Dyhr e A. Gallas, con una puntuale prefazione dello stesso Alberto Gallas – è un’edizione curata nei minimi particolari, come non potevo non attendermi conoscendo bene il Gallas) si fonda su un’idea che a me sembra fondamentalmente catara. È l’idea che tutto ciò che è mondano sia anticristico, condannato, perduto. Che tutto ciò che è gioia, piacere, esperienza del bene in questo mondo, che non è rinuncia, rinnegamento totale di sé, sofferenza desiderata per sé, sia male agli occhi di Dio: da ciò la più radicale rinuncia, l’ascesi, che porta Kierkegaard ad un conflitto più o meno latente nella sua opera, piuttosto manifesto nella rivista dei suoi ultimi giorni, con lo stesso Lutero e con buona parte della tradizione protestante. Si pensi al matrimonio. Nell’Istante il matrimonio è rigettato come ostacolo all’amore di Dio. E che cos’è l’amore di Dio? “È voler diventare, dal punto di vista umano, infelice in questa vita, beatamente aspettandosi però una beatitudine eterna – in modo diverso un uomo non può amare Dio, che è spirito. E già solo per questo puoi capire che il cristianesimo del Nuovo Testamento non esiste affatto e che quel briciolo di religiosità che c’è nel paese è al massimo ebraismo”. (p. 187) Il matrimonio e la procreazione sono dichiarati inconciliabili col Cristianesimo (p. 213), con espressioni che a me paiono assolutamente catare. La procreazione infatti aumenta il numero dei perduti, il solo venire al mondo è perdizione. ” Grazie alla propagazione della specie i perduti vengono riversati [nel mondo] come da una cornucopia – e chi è stato salvato dovrebbe dunque, come ringraziamento per la sua salvezza, stare al gioco e dare il suo apporto di perduti attraverso la propagazione della specie?”.
Mi sto convincendo sempre più che un catarismo profondo percorre tutta la storia del Cristianesimo, emergendo nei contesti più diversi, manifestandosi in personalità che nulla sembrerebbero avere in comune. Il rifiuto del mondano, che in ultima analisi porta anche ad identificare nel Dio dell’Antico Testamento un altro Dio rispetto a quello rivelato in Gesù, che porta ad uno spiritualismo che si fa orgoglio intellettuale e monastico, che pur sempre brama una beatitudine per sé, non per l’altro, che disprezza l’essere creatura di carne della creatura di carne… In fondo, Lucifero non era del cielo?

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Un pensiero su “L’Istante

  1. interesante riflessione. aggiungerei che il cristianesimo NASCE con una profonda oppozizione fra sacro e profano, come un movimento profetico, apocalittico, ” cataro”. Si aspetta da un momento all’altro il ritorno glorioso del Messia e la trasfigurazione del mondo. Le comunità Paoline ed i disordini in esse sono un ottima prova diquesta caratteristica “gnostica”. Secondo il Bultmann sarebbe principlamente la scuola teologica giovannea, contro tutte le altre scuole dei primordi, ad interpetare il Regno che viene potente come un Regno che è già venuto, per l’appunto la comunità dei credenti (e di qui le bellissime pagine di Luca). Le diversità teologiche fra i primi cristiani sono evidenti e appaiono in maniera prepotente nei vangeli, soprattutto nell’apocalittica. In Gv in effetti la promessa del regno ha la sua realizzazione sul Golgota. E’ La Chiesa la promessa del Regno, è il seme che cresce silenzioso, si apre al mondo, da un atteggiamento di “catarismo” iniziale. Dire cosa abbia “rivelato” Gesù del Dio di Abramo, cosa abbia effettivamente detto, per me rimane una impresa di fede, non di storia. Gli esegeti ed i filologi ci hanno rinunciato da un pezzo. Possiamo solo riferirci ai “litigiosi” discepoli di Gesù e le loro divergenti, spesso opposte, teorie. E un autore contemporaneo come Dietrich Bonhoffer userà queste stesse pagine “litigiose” come la base per edificare una versione, la versione più incarnata che secondo me sia mai esistita di cristianesimo. In effetti siamo vittima del pregiudizio che le cose migliori si ritrovino negli inizi. Da buon laico penso che la spiritualità cristiana contemporanea abbia superato Gesù di Nazareth… grazie spesso agli ibridismi con altre ideologie.

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