Il palazzo del desiderio

mah.jpgIl romanzo di Naghib Mahfuz Il palazzo del desiderio (Qasr al-Shawq, 1957, tradotto in italiano da B. Pirone e pubblicato da Tullio Pironti Editore, Napoli 1991) fa parte di una trilogia che presenta molti elementi di interesse. Uno è costituito dal personaggio del pater familias, il sayyed Ahmad, dispotico e amoroso insieme, incontinente erotomane e religioso, ripieno di senso dell’onore e infaticabile gozzovigliatore notturno. Molto simpatico. Il figlio Kamal, un giovane idealista, vuole iscriversi alla facoltà di magistero, il cui unico sbocco è l’insegnamento. Il sayyed Ahmad cerca di dissuaderlo con ogni argomento, e tra l’altro dice:

“È come ti dico io, ed è per questo che essa attira solo raramente alcuni figli di famiglie rispettabili. E poi, il mestiere di professore… Hai qualche idea del mestiere di professore, o quello che ne sai non va al di là di quello che mostri di sapere della scuola magistrale? È un mestiere misero che non gode il rispetto di nessuno. So fin troppo bene quello che si dice di queste cose. Tu, invece, sei uno sbarbatello, che non sa niente della vita. È un mestiere nel quale l’afandi si confonde con lo studente comune, un mestiere privo di ogni senso di grandezza e di gloria. Ho conosciuto notabili e funzionari rispettabili che hanno rifiutato, categoricamente, di maritare le figlie a un professore, per quanto grande ne fosse la posizione”.
Poi, dopo aver ruttato e sospirato a lungo:
“Fuād, il figlio di Gamīl el-Hamzāwī, quello al quale regalavi i tuoi vestiti lisi, si iscriverà alla Facoltà di Diritto. È un ragazzo intelligente, brillante, ma certamente non vanta una intelligenza superiore alla tua. Ho promesso a suo padre che lo aiuterò a fare fronte alle spese scolastiche, di modo che non abbia a sborsare nulla di tasca propria. Perché allora sostenere delle spese per i figli degli altri in scuole che si rispettino, mentre il mio proprio figlio deve imparare gratuitamente in una scuola da due soldi?!”.
Questo duro apprezzamento sul “professore e la sua missione” s’abbatté come un colpo a ciel sereno infastidendo molto Kamal.

Il mestiere di insegnante non è stato stimato mai e in nessun luogo, e mai lo sarà.

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