La religione di Salvini

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 Fabio Brotto

L’elemento che distingue con più forza Salvini dai politici influenti che lo hanno preceduto nella storia della Repubblica è questo, la NON-DISTINZIONE. Nel senso per cui egli si offre alla sterminata massa dei suoi elettori e sostenitori come un popolano, un uomo del volgo, che vive come il popolo, si diverte come il popolo, condivide in tutto i sentimenti e le pulsioni del popolo, come una persona di cui si può dire tutto fuorché sia una persona “distinta”. NON DISTINZIONE, dall’altro lato, significa che con ogni suo gesto, con ogni sua parola lui afferma sempre: io vi rappresento proprio in forza del fatto che sono uno di voi. E da questa identificazione si avvia una circolazione, un flusso che riporta continuamente dal Capo alle membra del corpo sociale e ancora al Capo, all’infinito. Il Capo fa e dice quello che il popolo vorrebbe fare e dire, e il popolo vede LEGITTIMATE così dal Capo le sue pulsioni, anche quelle che la cultura dominante post-1945 aveva rese indicibili e impraticabili, come quelle razziste. Questo principio della non-distinzione vale anche per la RELIGIONE CATTOLICA di cui Salvini esibisce continuamente uno dei simboli più conosciuti, il ROSARIO. Il marianesimo, la devozione mariana, il culto nei luoghi delle apparizioni con le varie pratiche connesse, è qualcosa di molto sentito da una parte dei cattolici italiani. Anche da quelli che non saprebbero rispondere alle più semplici domande sui contenuti della loro fede. Anzi, soprattutto da quelli. Bisogna ricordare sempre, quando si parla di masse cattoliche, della devozione popolare, ecc. ecc., che anche quella parte della borghesia italiana che ha sostenuto la DC e che ha sposato la democrazia liberale, ha comunque nel tempo mantenuto una sovrana ignoranza della Bibbia, della riflessione teologica, ecc. ecc. Insomma, l’Italia è stato sempre un Paese dominato dall’IGNORANZA RELIGIOSA. Perché dunque stupirsi degli atti, di natura chiaramente INTEGRALISTA, che Salvini compie continuamente? Salvini esprime, con grande intelligenza strumentale e politica, un sostrato fondamentale della Nazione italiana: che in buona parte è gretta, ignorante, violenta e pagana. Può quindi dire anche qui: IO SONO UNO DI VOI. Di questo anche la gerarchia cattolica, che oggi appare frastornata, porta grande responsabilità misurabile nei secoli, perché ha mantenuto fino agli anni Sessanta del Novecento il laicato cattolico nell’ignoranza religiosa, ha combattuto il Modernismo, si è alleata coi fascismi: infine i nodi vengono al pettine, e sono grandi come macigni.

 

 

 

CHE COS’È IL POPULISMO.

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di Fabio Brotto

Per capire cosa sia il populismo, dovete guardare gli ultimi due video di Salvini. Nel primo il capo assoluto della Lega si mostra come mangiatore di Nutella. Il messaggio è: sono uno come voi, come tutti quelli che spalmano Nutella, un italiano come tanti altri, non uno di quelli dell’élite. Un popolano.
Nel secondo video, che risponde in modo geniale alle critiche rivolte da molti politici e giornalisti al primo, Salvini, il Capitano, il Salvatore dell’Italia dall’invasione, il potentissimo capo della Lega e potentissimo Ministro dell’Interno, è davvero uno del popolo. Lo sfondo qui è la parte più importante, conta molto più delle parole. Si intravedono palazzoni con tanti appartamenti, finestre, luci accese e luci spente: insomma, la vita ordinaria, quella della gente semplice alle prese coi problemi di tutti i giorni, in un quartiere anonimo, uno tra tanti. Un quartiere abitato da quella gente comune che quelli di prima tenevano a distanza. Siamo agli antipodi dei palazzi e delle ville di Berlusconi, l’alleato storico che sogna di diventare di nuovo alleato del Capo. Il Miliardario e il Popolano, in fondo però qualcosina in comune devono pure avercela avuta, o no? La risposta è semplice: dal punto di vista formale, entrambi hanno operato una rottura delle mediazioni tipiche della democrazia liberale occidentale. Entrambi si rivolgono direttamente alla gente, al popolo, come, del resto, i grillini fanno coi loro cittadini. Il POPULISMO è questo: il capo del popolo, in quanto è uno del popolo, incarna il popolo, è il popolo. Di conseguenza, trascina il popolo. L’azione di trascinare il popolo in greco si chiama demagogia.

Bruciali, ragazza, bruciali!

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Fabio Brotto

CROCIFISSI E INCENDIATI, durante la manifestazione degli studenti. L’atto di bruciare l’immagine di qualcuno lo costituisce come nemico radicale, ed esprime nel modo più violento possibile il desiderio del suo annientamento. Forse l’intenzione degli studenti non era quella di inscenare una simbolica crocifissione, ma la disposizione delle braccia dei due manichini è eloquente. Ed è notevole il fatto che a dare fuoco ai due sostituti simbolici delle persone reali di Salvini e Di Maio siano delle ragazze: dai tempi delle BR sappiamo però che il genere femminile non è affatto estraneo per natura alla violenza politica. Questa immagine non mi piace per nulla, proprio per il fatto che addita nel modo più efficace la pericolosissima china sulla quale sta avviandosi l’Italia. I linciaggi simbolici tendono a scatenare effetti mimetici che possono essere fulminei. E’ un brutto momento.

Salvinismo

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Facendo abortire il governo Conte, Matteo Salvini ha mostrato, tra le molte altre cose: 1) Che la tremenda invasione di Africani che ci minaccia, e che lui si diceva pronto ad affrontare ricacciando 500.000 clandestini a casa loro, non esiste, visto che gli è stata data la possibilità di affrontarla come ministro degli interni e lui questa opportunità l’ha cassata. 2) Che non gli interessava nemmeno il controllo del MEF, che Giorgetti avrebbe garantito alla Lega, mentre uno come Savona, al di là delle posizioni che terrorizzano l’Europa che conta, non sarebbe stato da lui controllabile. 3) Che gli interessano solo le elezioni, che egli pensa di stravincere sull’onda di un furore popolare e di isteria sacrificale di massa che sta seminando a piene mani, e che richiede vittime e colpevoli da linciare: in questo gli riconosco un certo genio, un genio del male. #iostoconmattarella

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