libertà
Bisogno di libertà
«La letteratura deve essere immaginazione per mettere in questione la lingua quanto la realtà. È la fantasia che rende gli uomini umani e fa della letteratura un esercizio di umanità. Troppa fantasia, però, ti rende folle, come Don Chisciotte o Emma Bovary. Troppo poca ti rende inumano.
La letteratura, come il vero viaggio d’avventura, deve essere un incontro con l’altro da cui non si esce indenni. Sia il lettore che lo scrittore devono mettersi nei panni altrui e rischiare di diventare altro, esattamente ciò che si rifiutano di fare i fanatici e gli integralisti di tutte le specie. Non può essere una fuga: fuggire significa comunque approdare da qualche parte, dove bisogna anche cercare di vivere. L’identità della letteratura non è basata né sul diritto del sangue né su quello della terra, ma su quello del cuore. » (pp. 197-198) Continua a leggere
Girard e la libertà
Non è soprendente che anche nel pensiero di Girard la fondazione della libertà rimanga qualcosa di labile e casuale: il meccanismo originario della vittima, da cui scaturisce l’umano secondo la sua teoria, è infatti appunto un meccanismo che richiede un Deus ex machina. Una meccanica spirituale attira Simone Weil… Sia in Girard che nella Weil che in Mancuso la libertà appare sospesa su di un abisso senza fondo. Non è costitutiva dell’umano. Essa viene dal nulla, dunque essa è nulla.
La nobiltà di spirito
Inattuale fin dal titolo è questo libro di Rob Riemen Nobiltà dello spirito (ADEL VAN DE GEEST, 2008, trad it. di D. Santoro, Rizzoli 2011). Un elogio della civiltà e della libertà, le cui due icone qui sono Thomas Mann e Socrate. Il tema principe è quello del rapporto tra gli intellettuali e la verità, che nel Novecento si è posto come questione critica e tragica, fino ai giorni d’oggi. Continua a leggere