MUSA

musa

Dei mille uccelli se si leva il canto 
dalle tue rive lungo il fiume, vita
d’ogni parola che nasce poesia,
ci smarrisce la luce della via.

E sospende una luce severa
sulle strade deserte di luna
chi ricerca una mano: nessuna
testimone incosciente della sera.

Torna dell’usignolo il canto atroce
che ci dilania l’anima, sonante
da una riva del fiume. O l’atra foce
delle delizie, la tua vita persa!

Sebbene si allunghino i giorni
tu musa lunare non siedi
a suonare il tuo flauto oscuro
mentre sogno lontani ritorni.

E così ti si muta anche il mio lutto,
fatto sorriso dalla tua distanza,
nella distolta immagine che forma
me prigioniero dell’assiduo flutto.

Disegno di Giuseppe Ghedina (1825 – 1896)

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