La sola idea di te

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La sola idea di te, di Rosie Alison (The Very Thought of You, 2009, trad. it. di C. Brovelli, Neri Pozza 2011). Un romanzo in cui sono casualmente incappato durante una delle mie rare incursioni nel reparto dei libri a metà prezzo di una libreria di Treviso. In copertina è riportato un giudizio del Times : “Un romanzo misterioso e splendido in maniera straziante”. Ci sono cascato, e l’ho letto fino alla fine, concludendo tuttavia che chi ha scritto quelle parole doveva essere un po’ annebbiato dal gin. Potrei al massimo concedere che possa costituire una piacevole lettura sotto l’ombrellone, ma nulla di più. Si tratta di un testo costruito per piacere ad un ampio pubblico, e vendere. In ciò nulla di male, tuttavia non è il mio genere. Scrittura facile, protagonisti principali una bambina e un affascinante lord in sedia a rotelle, amori tragici e molte morti, e ricorso a vari ingredienti da polpettone sentimentale. Narratore onnisciente che conosce persino ciò che passa nella mente dei personaggi mentre muoiono. Trucchetti narrativi vari (come lettere che saltano provvidenzialmente fuori dopo molti anni a risolvere problemi esistenziali), e parte finale tirata via grossolanamente. Ma si stampano romanzi molto peggiori, diciamo.

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